Il Rijeka non è mai stato da titolo

La sconfitta con la Dinamo ha frantumato i sogni di gloria. Budget limitato, fragilità mentale e pochi punti negli scontri diretti i motivi alla base del perché i fiumani non potranno giocarsela fino in fondo

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Il Rijeka non è mai stato da titolo

Adesso è davvero finita. La rincorsa al titolo del Rijeka si è infranta nell’amara serata di Rujevica. A sbarrargli la strada è stata la Dinamo con una clamorosa rimonta in soli sette minuti a firma di Emreli e Ademi che ha “congelato” i fiumani a -8 quando mancano soltanto sei giornate alla linea del traguardo. Una sconfitta che brucia perché fino a dieci minuti dal 90’ la truppa di Tomić aveva in pugno i tre punti che avrebbero riaperto i giochi. È vero che i campioni in carica stavano stringendo sempre di più la loro morsa attorno alla porta di Labrović, ma senza tuttavia dare l’impressione di poter ribaltare le sorti del match. E invece nel finale la squadra ha finito la benzina prestando così il fianco agli zagabresi che non si sono fatti pregare. Eppure le premesse erano ben diverse dopo il vantaggio subito in avvio di Čerin. Il 3-5-2 varato da Tomić (con Vukčević e Murić accomodatisi in panchina) girava come un orologio svizzero, soffocando la manovra avversaria a centrocampo e isolando là davanti le due bocche da fuoco Oršić e Petković. Kopić è stato costretto già alla mezz’ora a cambiare modulo e passare alla difesa a quattro, ma la musica non era minimamente cambiata: Rijeka in pieno controllo e Dinamo incapace di trovare varchi. Nella ripresa Kopić ha fatto saltare tutti gli schemi mettendo in campo una formazione ultra offensiva con quattro attaccanti. Ed era proprio questa la vera grande occasione perché con un avversario così sbilanciato in avanti c’erano delle praterie da sfruttare per il contropiede. Se al 62’ il pallonetto di Drmić tutto solo davanti a Livaković fosse andato a segno, molto probabilmente saremmo qui a parlare di un’altra partita. Nonostante il pressing degli ospiti, il Rijeka reggeva benissimo l’urto, prima che quell’inspiegabile crollo fisico nel finale sciogliesse come un cubetto di ghiaccio nel deserto le ambizioni da titolo dei biancocrociati. E salvato la panchina di Kopić, il quale in caso di sconfitta molto probabilmente sarebbe stato cacciato dal Maksimir.

«La stagione non è finita»

”Dispiace tanto perdere così – dice un deluso Tomić –. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi per come hanno interpretato il primo tempo. Siamo passati subito in vantaggio, abbiamo gestito bene la partita non concedendo praticamente nulla. Nella ripresa avremmo potuto raddoppiare e in quel caso il match sarebbe andato in un’altra direzione. La Dinamo ha provato il tutto per tutto concedendo qualcosa dietro, ma noi non abbiamo saputo sfruttare l’occasione. Ci è mancata concretezza in zona gol e un po’ di freschezza a centrocampo. Le assenze di Pavičić e Vučkić non ci hanno certo dato una mano. Fuori dalla lotta? Siamo ancora in corsa per un trofeo e la nostra stagione è lungi dall’essere conclusa”.

Ma i motivi del perché il Rijeka si sia sfilato dalla lotta al titolo sono da ricercare altrove. Anzi, a dirla tutta, questa squadra non è mai stata realmente in lotta. Innanzitutto c’è un discorso relativo alla qualità della rosa che, almeno sulla carta, è inferiore alle dirette rivali. Una politica chiarissima fin dal primo giorno: la liquidità del budget è sacra e guai a fare il passo più lungo della gamba. Una scelta che magari non piacerà tanto ai tifosi, ma sicuramente razionale e responsabile. In secondo luogo la testa: nel corso della stagione il Rijeka ha avuto diverse occasioni per staccare le rivali e affondare il colpo, ma puntualmente ha avuto il “braccino” confermando ciò che in molti sospettavano, ovvero una preoccupante fragilità mentale. Terzo, negli scontri diretti è arrivato un unico successo (Hajduk) e addirittura nessuno a Rujevica. Sarà anche vero che i campionati si vincono con le piccole, ma se non si battono le grandi poi diventa tutto maledettamente più complicato…

X factor

Come sottolinea giustamente Tomić, la stagione è tutt’altro che finita. C’è un campionato ancora da onorare e da concludere a testa alta. In questo rush finale la lotta sembra ridursi a una volata a due tra Dinamo e Osijek che stanno via via prendendo il largo (l’Hajduk potrebbe rientrare in corsa solo in caso di successo nel recupero con gli zagabresi). E l’X factor in questo sprint potrebbe essere proprio il Rijeka dal momento che nelle prossime settimane arriveranno a Rujevica prima l’Osijek e dopo l’Hajduk.

Ad ogni modo, ora bisogna già iniziare a incanalare i pensieri verso la finalissima di Coppa Croazia, sebbene manchi ancora più di un mese allo scontro del Poljud con Livaja e soci. Vincere vorrebbe dire salvare la stagione, perdere renderla insipida dopo aver seminato tanto…

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