Il Rijeka ha il «braccino» con le grandi

Nei tre confronti casalinghi contro le dirette rivali i fiumani non hanno mai vinto: Dinamo 3-3, Hajduk 2-3, Osijek 0-0. Un aspetto che denota una certa fragilità mentale nel momento in cui in cui sale il coefficiente di difficoltà

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Il Rijeka ha il «braccino» con le grandi

Una partita a scacchi senza vincitori né vinti. Troppo grande la paura di prenderle in una sfida così delicata e allora non c’è da stupirsi se alla fine della fiera sono mancati i gol. Un big match povero di contenuti, di idee e di occasioni tra due squadre troppo prudenti (per non dire intimorite) e con parecchio nervosismo in campo. E in tribuna gli sbadigli (e qualche fischio) sono stati inevitabili. Lo scontro al vertice tra Rijeka e Osijek ha deluso le attese perché le premesse alla vigilia erano ben altre. Si sapeva che gli ospiti avrebbero innalzato un muro davanti a Malenica, peraltro lo stesso Bjelica prima della partita aveva detto chiaro e tondo che gli interessava solo ed esclusivamente uscire indenne da Rujevica (“Il primo obiettivo è tenere la nostra porta inviolata”). È stata quindi la squadra di Tomić ad aver avuto il “braccino” non sfruttando il fattore casa, una striscia positiva alle spalle e un avversario in piena emergenza, decimato da squalifiche e infortuni. Più di così…

 

La miglior difesa del campionato ha avuto quindi la meglio sull’attacco più prolifico, mettendo la museruola a Drmić, Murić e compagnia. Inoltre, l’Osijek è l’unica squadra a cui il Rijeka non è riuscito a segnare nemmeno un gol (nella prima sfida al Gradski vrt gli slavoni s’imposero per 1-0). Ma c’è un altro aspetto che ora fa scattare un campanello d’allarme: nei tre confronti disputati a Rujevica contro le dirette rivali i fiumani non hanno mai vinto (Dinamo 3-3, Hajduk 2-3, Osijek 0-0). Un aspetto che denota una certa fragilità mentale nel momento in cui sale il coefficiente di difficoltà. I campionati non si vincono battendo (solamente) le piccole…

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Sorridono Hajduk e Dinamo

In termini di classifica non è cambiato nulla, con le due formazioni che restano divise da una lunghezza (Rijeka 37, Osijek 36). Per la capolista il tanto agognato titolo di campione d’inverno resta comunque a portata di mano avendo Gorica e Istra 1961 da affrontare in casa. Chi può sorridere per questo pareggio è la coppia di inseguitrici Hajduk-Dinamo. Entrambe infatti speravano nel pari per non perdere contatto dalla vetta, anche se il traguardo del primo posto alla sosta resta praticamente un miraggio. Tra l’altro in tribuna era presente il tecnico degli spalatini Valdas Dambrauskas, il quale ha voluto studiare da vicino gli slavoni in vista dello scontro diretto in programma il 19 dicembre al Poljud, che farà calare il sipario sul 2021 della Prima Lega.

Soddisfatto a metà Tomić, che si aspettava qualcosina in più dalla sua squadra. “In campo è stata un’autentica battaglia, ma sapevamo che sarebbe stata molto dura – l’analisi del tecnico sebenzano –. Loro hanno una difesa granitica. Sono molto ordinati, concedono davvero poco e non è un caso se hanno subito meno gol di tutti. Purtroppo eravamo poco ispirati e per fare breccia nel loro muro ci voleva ben altro. In più abbiamo commesso troppi errori soprattutto in fase di impostazione. D’altro canto però stiamo giocando ogni tre giorni contro avversarie molto forti e non è facile riuscire a tenere sempre alto il ritmo. Sono comunque soddisfatto della fase difensiva perché non abbiamo corso particolari rischi riuscendo a mantenere alta la concentrazione fino alla fine. Tutto sommato non è un punto da buttare. Per quanto visto in campo il pareggio è il risultato più giusto”.

Un pensiero condiviso anche da Nino Galović, il quale si è ripreso il posto da titolare al centro della difesa in seguito ai guai fisici di Krešić.

Stringere i denti

“C’è chiaramente un po’ di rammarico per non aver conquistato i tre punti, anche se alla fine il pari è giusto. È stata la classica partita che si decide con un errore di una delle squadre. Stavolta però di errori non ce ne sono stati né da una né dall’altra parte. Non è facile giocare contro di loro perché sono bravi a chiudere tutti gli spazi, però lo sapevamo e ci aspettavamo esattamente questo tipo di partita. Gorica e Istra? C’è un po’ di stanchezza giocando ogni tre giorni, ma dobbiamo stringere i denti e chiudere al meglio questa prima parte di campionato”, ha aggiunto il difensore.

L’Osijek va archiviato in fretta perché domani si torna nuovamente in campo. A Rujevica arriva il Gorica, altro cliente decisamente scomodo. La squadra è chiamata a riprendere subito la marcia, malgrado qualche tossina in eccesso lasciata in eredità dagli impegni ravvicinati dell’ultimo periodo. Il Rijeka rimane in una posizione di classifica comoda e soprattutto padrona del proprio destino. Ma per chiudere l’anno davanti al resto della compagnia serve un ultimo sforzo. E sei punti…

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