Igor Bišćan «Siamo sulla stessa lunghezza d’onda»

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Igor Bišćan «Siamo sulla stessa lunghezza d’onda»

FIUME Vestito scuro ad hoc e cravatta un po’ allentata, quasi a voler dimostrare allo stesso tempo serietà, un pizzico di tensione, ma anche tanta disponibilità. Poi un timido sorriso sulle labbra vedendo gremita la sala stampa di Rujevica, inclusi alcuni rappresentanti della Federcalcio nella veste di… ospiti. Si è presentato così il nuovo allenatore del Rijeka, Igor Bišćan, ai tanti giornalisti e fotoreporter che lo attendevano ieri mattina a Rujevica. Per lui un contratto quadriennale, con la speranza che possa emulare le gesta del suo illustre predecessore Matjaž Kek. “Non sarà facile prendere il suo posto – ammette –. Kek è diventato l’allenatore più longevo su una panchina in Croazia, ha lasciato un ottimo ricordo e chiunque fosse stato chiamato a prenderne il suo posto sarebbe finito sotto la lente d’ingrandimento. Spero, anzi credo che posso continuare sulla falsariga del mio predecessore: ritengo di avere la conoscenza tecnica, l’energia e la volontà per guidare il Rijeka. Non sarà facile, ma nessuno mi può impedire di lottare per raggiungere gli obiettivi che mi sono posto”.

Bišćan si è soffermato poi sul primo impatto con Rujevica e il Rijeka. “Le prime impressioni sono ottime e colgo l’occasione per ringraziare la dirigenza fiumana per la fiducia nei miei confronti. La società guarda a lungo termine, una linea di pensiero che sposa la mia visto che prediligo i progetti seri e ambiziosi. Non ho ancora conosciuto di persona la squadra, lo farò durante l’allenamento pomeridiano. In ogni caso, come detto prima, le impressioni sono davvero molto positive”.

Non c’è una vera filosofia di gioco
Dopo le solite frasi di rito, il tecnico si è presentato dal lato tattico. “Nel Rudeš e nell’Olimpija Lubiana ho giocato tatticamente come il Rijeka di Kek. Tuttavia, non sono il tipo di allenatore che predilige testardamente un modulo tattico o l’altro. Credo che sia molto importante per un tecnico sapersi adeguare alla situazione e alla rosa di cui dispone. Ritengo di essere una persona semplice nella vita privata, mentre da allenatore sono molto diretto e franco nella comunicazione. Cerco sempre di essere imparziale, ma quando hai una rosa di 25 giocatori è ovvio che non tutti possono ottenere lo stesso trattamento. Prediligo i giocatori che s’impegnano, ‘sputano sangue’ in campo e non mollano mai. Viceversa, non mi piace chi non si sacrifica per il bene della squadra. La qualità della rosa c’è, ed è ciò che conta. In sostanza, questa è la stessa squadra che lo scorso campionato ha fatto incetta di punti e vittorie nel girone primaverile, dunque non tanto tempo fa. In questo momento si sta attraversando un periodo di crisi ed è inutile far finta di nulla. Quali siano le ragioni lo devo ancora capire, ma ritengo che si tratti di una serie di risultati non all’altezza delle aspettative e, forse, anche delle conseguenze di un rapporto ormai logorato nel corso degli anni. Capita che dopo tanti anni ci si stufi l’uno dell’altro”, l’analisi di Bišćan, il quale ha confermato Ante Tomić e Renato Pilipović come suoi assistenti, nonché Vedran Agić nella funzione di preparatore.

Quel… peccato di gioventù
I tifosi, quelli più moderati, hanno subito visto di buon occhio la scelta di Bišćan, mentre gli ultrà non gli perdonano alcuni comportamenti in passato con la maglia della Dinamo. Come ad esempio il segno dei genitali mostrati all’Armada circa vent’anni fa… “È passato tanto di quel tempo e non ricordo esattamente che gesto fosse, ma non c’è alcun dubbio che sbagliai nel farlo. Mi scuso ancora una volta se ho offeso qualcuno. Capisco di avere sbagliato e, senza voler cercare scusanti, direi che si è trattato di un peccato di gioventù e immaturità. Ora non mi resta che far ricredere queste persone che mi contestano e lo potrò fare soltanto applicandomi e dando il massimo di sé per il bene della squadra. Voglio dimostrare di essere abbastanza bravo per il Rijeka e di meritare anche il sostegno degli ultrà”.

L’addio polemico a Cipro
Igor Bišćan è stato nominato nuovo tecnico del Rijeka un giorno dopo essersi legato con i ciprioti dell’Anorthosis, ancora prima di avere diretto il suo primo allenamento. Un ripensamento che non è andato giù alla società di Famagosta e che potrebbe avere delle conseguenze legali. “Nella vita capitano imprevisti e occasioni improvvise. Mi sono scusato con l’Anorthosis, i suoi dirigenti e tifosi, perché quando è arrivata l’offerta del Rijeka non ho potuto dire di no. Per me questa è una sfida particolare, oltre che una scelta familiare. Siccome a Cipro avevo firmato un precontratto, che non ha ovviamente lo stesso valore di un contratto vero e proprio, non avevo problemi nel rescinderlo. Se rischio una possibile denuncia? Non ho notizie in merito, ma se dovesse arrivare le persone che si occupano di questioni legali cercheranno di risolvere la questione. Credo non si arriverà a tanto perché, prima di andare via, ho avuto un colloquio molto positivo con il presidente dell’Anorthosis. Mi spiace per Schildenfeld e Pranjić, che ci hanno messo la faccia e che ora pagano probabilmente anche le conseguenze. Però, in questo momento della mia carriera di allenatore il Rijeka era proprio ciò che mi serviva per fare un salto di categoria e provare nuove esperienze”.

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