I primi numeri danno ragione a Igor Bišćan

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I primi numeri danno ragione a Igor Bišćan

FIUME | Con il meritato successo al Drosina contro l’Istra 1961, il Rijeka ha concluso un mini ciclo tra le due soste di campionato, complessivamente cinque partite sotto la guida del nuovo allenatore Igor Bišćan. Il gioco, come ammette lo stesso tecnico, non è ancora ai livelli che ci si aspetta, ma i risultati sono confortanti. Sono soprattutto i risultati quelli che servono alla squadra fiumana per risalire in classifica e raggiungere per lo meno l’obiettivo minimo, che è quello di partecipare ai preliminari di Europa League. Ci sono state quattro partite di campionato, di cui tre in trasferta. Ne sono state vinte due e pareggiata una, quella al Poljud con l’Hajduk. Nell’unica contesa interna, con il Rudeš, i quarnerini hanno fatto la goleada vincendo per 5-1. In mezzo si è disputata la gara secca degli ottavi di Coppa Croazia, conclusa con una vittoria sofferta in casa del Varaždin, squadra di Seconda Lega con buone probabilità di vedere l’anno prossimo nel massimo campionato. Tutto sommato, quindi, il bilancio non è male. Si va avanti in Coppa e sono stati conquistati 10 dei possibili 12 punti in campionato.
Il rendimento, se ci riferiamo ai punti, non è stato condizionato nemmeno dall’atteggiamento da parte dell’Armada nei confronti del nuovo allenatore. Ora c’è la pausa con i due impegni della Croazia nella Lega delle Nazioni, giovedì contro la Spagna al Maksimir e domenica a Londra con l’Inghilterra. Bišćan avrà tutto il tempo per preparare la squadra per quella che è la partita più attesa, anche se non la più importante, e che si giocherà a Rujevica contro la capolista Dinamo, campione in carica e in un grande momento di forma sia in ambito nazionale che in Europa League. Non è la gara più importante per il fatto che davanti ai fiumani non c’è soltanto la Dinamo, bensì altre tre squadre in salute, non lontanissime con i punti e con le quali occorrerà fare i conti per raggiungere le competizioni europee. Naturalmente, bisognerà guardarsi anche dietro perché l’Hajduk, nonostante gli 8 punti di ritardo dal Rijeka, non se ne starà sicuramente a farla da spettatore.

Bišćan, per ora, sembra aver preso saldamente le redini della squadre, di un gruppo che era piombato in una profonda crisi, di gioco e di risultati. “Effettivamente, sono soddisfatto di risultati, anche se sul gioco c’è ancora parecchio da lavorare. Se escludiamo la facile vittoria con il Rudeš, in tutte le altre vi sono stati dei momenti in cui abbiamo sofferto. Anche con l’Istra 1961, per esempio, abbiamo avuto delle ottime fasi, ma poi abbiamo rischiato di gettare al vento la vittoria. Ci sono state da parte nostra situazioni di insicurezza, di passaggi sbagliati, per poi riprendere a controllare la gara. Nei momenti conclusivi, invece, abbiamo rischiato grosso e i padroni di casa sono stati vicini al pari“.

Nel finale si è notato anche un certo calo fisico. “Stiamo crescendo sia a livello mentale che dal punto di vista atletico. Per questo secondo aspetto ritengo che vi sia ancora un margine di miglioramento del 20-30 per cento, soprattutto per alcuni giocatori che ho visto un po’ affaticati nei minuti conclusivi. La Dinamo? Con il bottino di punti che abbiamo raccolto in questo ciclo tra le due soste non siamo più nella situazione di dover vincere a tutti i costi. Ciò non significa che si rinuncerà a cercare il successo anche contro gli zagabresi. Abbiamo comunque abbastanza tempo per prepararci per l’appuntamento”.
In questo ultimo periodo è tornato a rendere, con occasioni e soprattutto gol, l’attaccante Antonio Čolak, a segno anche con l’Istra 1961. Čolak si è fatto trovare tutto solo davanti alla porta, su perfetto invito di Heber. Quando c’è una certa tranquillità c’è inevitabilmente anche lo spazio per il tocco di classe, come quello di Zoran Kvržić, che ha ingannato i difensori superandoli con un colpo di tacco, una specie di sombrero, prima di battere il portiere dell’Istra. Sono segnali beneauguranti.

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