Hrvoje e Ivan Smolčić «Il nostro sogno? Essere qui»

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Hrvoje e Ivan Smolčić «Il nostro sogno? Essere qui»

FIUME | L’espressione “gemelli del gol” ci fa tornare alla mente i tempi in cui giocavano insieme, nella Sampdoria e nella nazionale italiana, Vialli e Mancini. Non erano né fratelli, né tantomeno gemelli, ma di gol insieme ne hanno fatti tanti. Hrvoje e Ivan Smolčić sono invece fratelli e gemelli eterozigoti, anche se è difficile distinguerli. Non sono due gocce d’acqua, ma poco ci manca. La differenza più grande tra i due è il piede che prediligono. Hrvoje è mancino, mentre Ivan destro, per cui il ruolo assegnato loro in campo corrisponde alle rispettive predisposizioni. Hrvoje, tre minuti più giovane di Ivan, è mancino e presidia la fascia sinistra come difensore. Ha giocato alcune partite a causa degli infortuni che negli ultimi mesi hanno privato il tecnico del Rijeka, Igor Bišćan, di numerosi titolari. Dopo avere gettato nella mischia Hrvoje durante Rijeka-Inter, a risultato ormai acquisito, l’allenatore ha fatto scendere in campo anche Ivan. È stata la prima volta nella storia del club fiumano che sono stati schierati dei gemelli. Hrvoje commenta così: “Avevo sperato che entrasse e per un po’ ho immaginato che sarei potuto uscire io per lasciargli il posto. Invece, l’allenatore ha deciso di farci giocare insieme”.

La scelta, in una partita come quella vinta sabato scorso per 7-0 a Rujevica, è stata azzeccata sotto ogni punto di vista. L’atmosfera sugli spalti, come si sa, non è idilliaca da oltre sei mesi e momenti come quelli vissuti con i gemelli Smolčić sono di quelli che fanno tornare il sorriso. Inoltre, Ivan ha crossato per il gol di Puljić, uno dei 4 realizzati in quell’occasione dall’attaccante. Per cominciare, nelle statistiche di Ivan Smolčić c’è già un assist. “Non è stato un cross di grande fattura – risponde con modestia – quanto è stato bravo Puljić a sfruttarlo“. Il fratello Hrvoje aggiunge: “Abbiamo giocato insieme 10 minuti, che sono bastati a Ivan per giustificare la scelta dell’allenatore, il tutto sotto gli occhi dei genitori che vengono a Fiume tutte le volte che ci sono delle chance per uno di noi di entrare in campo”.
La figura di papà è stata fondamentale nel loro percorso. Arrivano da Gospić, dove non ci sono le condizioni ideali per crescere calcisticamente. Con qualche mese di distacco, comunque, il traguardo di giocare una partita del massimo campionato è stato tagliato da entrambi. “Ci siamo sempre incoraggiati a vicenda, quando era necessario. Nei momenti cruciali, c’era papà ad aiutarci”, racconta Ivan. Tra fratelli è abbastanza normale darle e prenderle, e di solito quello maggiore ha la meglio. Ma tra gemelli come vanno le cose? Hrvoje risponde sorridendo: “Le prende quello che non ha ragione, o meglio, a darle è quello più determinato e più motivato”.
Anche a trent’anni un calciatore ha dei sogni nel cassetto, quelli che non ha ancora realizzato e che, forse, non realizzerà mai. Figuriamoci poi uno, anzi due adolescenti. “Sogni? Non ce ne sono – si fa portavoce di entrambi, Hrvoje – perché è già un sogno essere qui e giocare insieme davanti a tanta gente con la maglia del Rijeka. Per oro puo bastare”.

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