Gorica-Rijeka. La partita della paura

Gorica-Rijeka è la sfida tra le ultime due della classe. I fiumani sono chiamati a dare una svolta alla stagione. «Loro hanno la nostra stessa classifica però questo non ci deve far pensare che sarà più facile. Sotto l’aspetto mentale sarà ancora più complicato», avverte Serse Cosmi

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Gorica-Rijeka. La partita della paura
Niko Galešić e Serse Cosmi. Foto: RONI BRMALJ

Per il Rijeka è giunto il momento della verità: la 12ª giornata di campionato offre sul menù lo spareggio salvezza con il Gorica, in programma domani pomeriggio (calcio d’inizio alle 17.10). Entrambe le formazioni sono appaiate a quota 6 punti in coda al gruppo. Una sfida chiaramente non decisiva, ma che rappresenta uno snodo cruciale per i fiumani, chiamati a dare finalmente una svolta alla loro stagione. Ma lo stesso discorso vale anche per i “tori”, altra grande delusa di questo campionato. Un pareggio servirebbe a poco perciò le squadre di Igor Angelovski e Serse Cosmi sono obbligate a conquistare l’intera posta in palio per dare il via alla risalita e non perdere ulteriore terreno nei confronti di chi li precede in classifica. Un match delicatissimo dal momento che a scontrarsi sono le ultime due della classe e non è un caso se gli addetti ai lavori parlano di partita della paura. A Velika Gorica è attesa quindi una guerra di trincea in cui la pressione e la tensione si faranno sentire eccome. “Una partita che riveste una grande importanza – conferma Cosmi, ancora alla ricerca del primo successo sulla panchina biancocrociata –. Affrontiamo una squadra che ha la nostra stessa classifica, però questo non ci deve far pensare che sia un avversario più abbordabile, anzi, sotto l’aspetto mentale sarà ancora più complicato. Siamo ben consapevoli di quello che è il momento che stiamo attraversando, ma spero ci sia soprattutto la consapevolezza di quanto più possiamo fare da qui alla fine. Gorica la nostra bestia nera? Ogni partita fa storia a sé. Posso solo dire che loro hanno fin qui recuperato più palloni di tutte le altre e questo fa capire che è una squadra molto aggressiva. D’altro canto però se dovessimo far riferimento alle statistiche con l’Hajduk sarebbe dovuta finire diversamente… Detto ciò, mi auguro che da domani si apra una nuova parentesi, ma soprattutto più positiva”.

Halilović titolare
La buona notizia è che l’infermeria si è praticamente svuotata: tornano infatti disponibili i vari Solano, Mateo Pavlović, Jurišić, Halilović, Vučkić, mentre rientrano dalla squalifica Vukčević e Selahi. Assenti invece Krešić e Vrančić, fermati da giudice sportivo. “Halilović giocherà dall’inizio. È chiaro che deve ritrovare la miglior condizione, però è un giocatore troppo importante per noi, a patto che se ne renda conto. Ho allenato calciatori che sono diventati top a livello mondiale e anche lui rientra in questa categoria perché ha delle qualità superiori agli altri. È assurdo che uno come lui a 26 anni, con tutto il rispetto, giochi nel Rijeka. Evidentemente si è smarrito strada facendo, ma non è ancora tardi per iniziare una nuova carriera. Dipende però tutto da lui e sarebbe un peccato se sprecasse quest’opportunità viste le qualità che si ritrova. Clan all’interno dello spogliatoio? In ogni squadra ci sono delle situazioni diverse ed è normale. Il problema non è quando c’è competizione, bensì quando dentro allo spogliatoio non c’è intelligenza. E questo non è il nostro caso”, dice Cosmi.
Uno dei principali problemi di questo Rijeka si chiama mal di gol.

«Non mi sento in discussione»
“La mia esperienza mi insegna che quando lo cerchi con ossessione spesso non lo trovi. Il gol tuttavia non è una variabile, bensì è proprio l’essenza del calcio. Alla fine è il gol che ti permette di vincere le partite e di affrontare quelle successive in maniera diversa. Se poi in quattro partite non segni, puoi al massimo fare quattro punti”.
Alla luce dei risultati fin qui ottenuti, Cosmi è inevitabilmente finito sotto esame e c’è chi parla già di esonero qualora la striscia negativa dovesse allungarsi ulteriormente, lui però non si sente in discussione. “Secondo questo ragionamento se dovessi vincere cinque partite di fila dovrei chiedere altri due anni di contratto? Non credo che il calcio sia questo. Adesso il mio unico compito è tirare fuori il Rijeka da una situazione nella quale non ce l’ho sicuramente messo io”, conclude l’allenatore dei fiumani.

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