L’Olimpiade 2024 di Giovanni Cernogoraz è finita all’undicesimo piattello dello spareggio che ha sancito l’eliminazione del cittanovese dalla finale. Nell’occasione l’oro di Londra 2012 non ha nascosto la propria delusione per l’epilogo. Nonostante da quel martedì 30 luglio siano passati già parecchi giorni, il ricordo del shoot-off che ha coinvolto altri cinque tiratori non è stato ancora metabolizzato da Giovanni, che mercoledì sera ha fatto rientro a casa. E noi, naturalmente, gli abbiamo fatto subito visita. Ne è nata una chiacchierata molto interessante, con punto di partenza l’analisi della due giorni olimpica.
“Una gara difficile, nella quale non sono partito benissimo. Nella prima serie ho commesso due errori e quindi sapevo che non dovevo più sbagliare. Sono stato bravo a gestire la tensione colpendo 99 piattelli su 100. Ero convinto che con l’esito di 122/125 sarei stato vicinissimo alla finale, al massimo immaginavo uno spareggio a due o a tre. Alla fine invece eravamo in sei per due posti – ricorda quel pomeriggio alla pedana di Châteauroux –. Fino al decimo piattello sono andato benissimo. Eravamo rimasti in tre. Soltanto uno avrebbe finito la gara e quello purtroppo sono stato io. Ho sbagliato, è colpa mia. Non c’è niente da aggiungere”.
«Un anno iniziato male»
“Dopo un 2023 in cui ho vinto il Mondiale e l’Europeo non vedevo l’ora di andare alle Olimpiadi – aggiunge Cernogoraz –. Quest’anno purtroppo è cominciato male, prima con l’infortunio al gomito che non mi ha dato tregua per tre mesi. Poi ho dovuto cambiare il calcio del fucile e forse ho perso un pò di sicurezza, anche se in seguito sono riuscito a riguadagnarla. Alla fine il miglior risultato di quest’anno è stato quello ottenuto alle Olimpiadi. Il 122 quasi sempre era garanzia di finale. Cosa devo dire, bisogna accettare l’epilogo della pedana in una gara in cui in pochi avrebbero scommesso nel vedere lottare per le medaglie lo svedese, il marocchino, i due cinesi e il guatemalteco, i quali hanno fatto veramente una gara magnifica dopo una stagione da comprimari. Bisogna congratularsi con loro”.
Tra i medagliati del passato, Cernogoraz, alla fine settimo, è quello che a Parigi ha ottenuto il miglior piazzamento. Pellielo ha chiuso undicesimo (121/125), il campione uscente Liptak 18º (119/125), mentre il bronzo di Tokyo, Coward-Holley, addiruttuta 24º (117/125). “Sì, è vero. Quando ti manca un piattello per entrare nella finale sicuramente sei più triste, ti fa parecchio nervoso dentro. Bisogna mettersi il cuore in pace e andare avanti”.
Con lo sguardo a Los Angeles 2028
Ormai in archivio la terza Olimpiade, il pensiero è già per Los Angeles 2028. “Il prossimo anno comincia il nuovo ciclo olimpico e bisogna voltare pagina in fretta. Nel 2025 non si assegneranno ancora le carte olimpiche. Sarà il classico anno di esperimenti, magari deciderò di cambiare anche il fucile.Vediamo. Comunque, ho davanti a sé almeno altre due Olimpiadi. Dopo Melbourne 2032 si vedrà. Allora avrò 50 anni. Pellielo, che a 25 piattelli dalla fine era finalista a 54 anni e alla sua ottava Olimpiade, nonostante la grande delusione dopo i due errori che lo hanno fatto sprofondare in classifica ha detto che si vede tra quattro anni a Los Angeles. Detto questo, è chiaro che sono più che ottimista per il futuro”.
«L’apertura? Non mi è piaciuta»
Dopo Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016, Parigi 2024 ha rappresentato per Giovanni una gratificazione dal punto di vista sportivo visto che ha avuto l’onore di essere il portabandiera della Croazia insieme a Barbara Matić, oro nello judo nella categoria sino ai 70 kg. “È stato davvero un onore e un momento indimenticabile. Rappresentare il tuo Paese sventolando la bandiera nazionale, senza dimenticare anche il fatto di rappresentare allo stesso tempo anche la CNI, è stato qualcosa di speciale. Per quanto riguarda la cerimonia, se per le televisioni è stata magari spettacolare per noi atleti forse è stata meno bella. Mi spiego meglio. Siamo entrati nella barca e abbiamo percorso sei km lungo il fiume. Alzavi la bandiera, ma non c’era quella sensazione che si respirava all’interno di uno stadio, dove alla fine ti potevi trovare al proprio fianco gli sportivi più più forti al mondo. A Parigi non è stato così e dispiace. Non è stata una bella cerimonia di apertura, questo è il mio pensiero”.
Fattori negativi
Alla domanda su quale sia la differenza tra Londra, Rio de Janeiro e Parigi, Cernogoraz risponde: “Le Olimpiadi sono in sostanza uguali, ma in Francia il problema maggiore è stato che non abbiamo potuto provare il campo di gara prima. Non c’è stata la gara preolimpica e questo è stato sicuramente penalizzante. Inoltre eravamo distanti dal Villaggio olimpico, quasi 300 chilometri. Non si respirava l’aria olimpica, sembrava a momenti una gara qualsiasi. Comunque ho riflettuto in questi giorni, arrivando alla conclusione di aver dato il massimo possibile: 122 su 125 è un risultato che nelle ultime deeci gare in sette casi avrebbe garantito la finale.
Da questo aspetto, ho il cuore in pace anche se devo ammettere che mi rode il primo errore nella serie iniziale. Un po’ strano che l’hanno sbagliato in tanti. Non è una scusante, ma mi sembrava non regolare. Parlando con gli altri tiratori, anche loro erano della mia stessa opinione. Ripeto: non è un’attenuante anche perchè è stato usato lo stesso criterio per tutti”.
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