Enrico Marotti: «Stagione pazzesca. E ora mi godo la famiglia»

Il surfer di Volosca ha chiuso al terzo posto la Coppa del Mondo di windsurf nel Foil Slalom

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Enrico Marotti: «Stagione pazzesca. E ora mi godo la famiglia»

La tappa di Yokosuka, in Giappone, ha fatto calare il sipario sulla Coppa del Mondo 2024 di windsurf. Nella disciplina Foil Slalom Enrico Marotti ha chiuso la gara in sesta piazza, risultato che gli ha permesso di difendere il terzo posto nella classifica generale alle spalle del francese Pierre Mortefon e dell’italiano Daniele Benedetti. Il surfer di Volosca ha così eguagliato il miglior piazzamento in carriera essendo stato terzo anche nel 2022. Un’altra stagione da protagonista che lo ha visto confermarsi ai vertici mondiali in quella che viene definita un po’ come la Formula 1 del windsurf. “Mi stavo giocando il podio nella overall con l’italiano Matteo Iachino perciò ho fatto la gara su di lui cercando di stargli vicino. Mi bastava classificarmi quattro posizioni dietro di lui per mantenere la top 3 nella generale: lui ha chiuso terzo e io sesto quindi l’obiettivo è stato centrato – sorride Rico, che abbiamo intercettato all’Aeroporto Internazionale di Tokyo poco prima che salisse sul volo che lo riporterà a casa –. La gara? Abbiamo trovato condizioni molto variabili e di conseguenza non era facile trovare il giusto setup. Sono rimasto focalizzato durante tutte le regate tenendo sempre d’occhio il mio avversario. È andata bene e sono super soddisfatto della mia stagione. Questo terzo posto finale vale anche di più rispetto a quello di due anni fa dato che questa stagione ha avuto una tappa in più in calendario. Essere terzo al mondo è semplicemente pazzesco e più in generale è fantastico mantenere questa continuità di risultati e di riconfermarmi ogni anno ai vertici mondiali. È vero che l’anno scorso avevo chiuso settimo, ma soltanto perché avevo saltato l’ultima tappa in Giappone per la nascita di mio figlio. Altrimenti avrei concluso la stagione nella top 5.”

Oltre ai due terzi posti nella generale, nel suo palmarès brillano anche due medaglie d’oro ai Mondiali 2018 e 2021. Per la definitiva consacrazione gli manca soltanto il trionfo in CdM. “Non è facile perché il mio foil è un pelo meno performante rispetto a quello di chi mi precede in classifica, ma ovviamente non è soltanto un discorso legato al materiale perché per vincere la CdM tanti pezzi devono incastrarsi. La prossima stagione? Sinceramente è l’ultimo dei miei pensieri. Ora penserò solamente a staccare un po’, a godermi la famiglia e gli amici, approfittandone anche per dare qualche esame all’Università essendo iscritto alla magistrale alla Facoltà di Edilizia. Ma naturalmente ci sarà spazio anche per uscire sulla tavola godendomi il mare invernale. È importante vivere il momento e non pensare soltanto alle gare”.

«Mai pensato di cambiare»

Il movimento della tavola è in crescita in Croazia e lo dimostra il fatto che alle Olimpiadi di Parigi erano presenti due surfer croati, ovvero l’istriano Martin Dolenc nella Formula Kite e la spalatina Palma Čargo. Il Foil Slalom invece non rientra tra le discipline olimpiche, ma Rico se n’è fatto una ragione già da tempo. “Non ho mai pensato di cambiare disciplina soltanto per partecipare ai Giochi olimpici. Ho fatto tantissimi sacrifici per strappare un contratto con un grande produttore come NeilPryde, che mi permette di lottare ai vertici mondiali in questa disciplina. Mollare tutto e ripartire da zero sarebbe una follia. Oltretutto bisogna tenere presente che per le discipline olimpiche ci si avvale soprattutto del sostegno delle Federazioni nazionali e in questo momento la Federvela croata non è messa benissimo perciò non potrei contare su un aiuto concreto da parte loro”.
Uno degli allievi più promettenti di Rico è il lauranese Mistral Matulja, anche se per affiancare il suo maestro in CdM ci vorrà ancora tempo. “Ha già dato sfoggio del suo talento vincendo numerose regate in Croazia, ma per crescere ed essere competitivo a un livello più alto dovrebbe gareggiare anche all’estero e misurarsi con i surfer di tutto il mondo”, conclude Enrico Marotti.

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