E se Cosmi non fosse il profilo giusto?

Il Rijeka ha raccolto un solo punto con zero gol all'attivo nelle tre partite con il tecnico umbro in panchina. Sarà il tempo a dare tutte le risposte ma il nuovo corso non ha cambiato lo stato delle cose

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E se Cosmi non fosse il profilo giusto?
L’arrivo di Marco Djuričin non ha contribuito a migliorare la fase realizzativa. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Quando in pieno recupero la conclusione di Dolček si è stampata sul palo, un brivido freddo è corso lungo la schiena dei 3.300 di Rujevica. Se il pallone fosse entrato la striscia negativa del Rijeka si sarebbe allungata a cinque sconfitte consecutive. Ma anche così non è che la sostanza sia cambiata. Lo scialbo 0-0 casalingo con lo Šibenik non ha fatto altro che acuire la crisi di gioco e risultati dei biancocrociati, semplicemente irriconoscibili in questo primo scorcio di stagione. E il fatto che il migliore in campo sia stato il portiere degli sebenzani Rogić di certo non aiuta ad addolcire la pillola. Il match con gli arancioni sarebbe dovuto essere il primo passo verso la ripartenza, ossia ritrovare un successo (che manca dallo scorso 16 luglio!) indispensabile per dare un minimo di serenità all’ambiente in vista della sosta, ma a quanto pare anche nelle prossime due settimane cupi nuvoloni continueranno a oscurare il cielo sopra Rujevica. Ora che più di un quarto del campionato è alle spalle, è tempo di un primo bilancio. E i numeri sono impietosi: una vittoria, tre pareggi e sei sconfitte in dieci giornate, 6 gol segnati (peggior attacco del campionato) e 16 subiti, penultimo posto in classifica con la miseria di soli 6 punti racimolati e una sola lunghezza di vantaggio sul fanalino Gorica, che peraltro ha una partita ancora da recuperare. Se a ciò si aggiungono anche le due sconfitte con il Djurgarden nei preliminari di Conference League, il bilancio si fa ancora più imbarazzante. Per non parlare del mal di gol: in 12 partite complessive la squadra non ha mai segnato più di una rete. Peggio di così…

Mercato disastroso
Dopo la rivoluzione estiva ci si aspettava un avvio in salita e che la squadra avrebbe avuto bisogno di tempo per trovare la necessaria amalgama e iniziare a ingranare, ma francamente era difficile anche solo immaginare che i fiumani si sarebbero arrabattati nei bassifondi della classifica con una media da retrocessione. Ora è diventato lampante di come la società abbia completamente toppato il mercato. La scelta di puntare sui parametri zero e su giocatori in cerca di rilancio (e spesso fuori condizione) si è rivelata fin dal primo giorno un clamoroso buco nell’acqua. E l’arrivo di Serse Cosmi in panchina non è che abbia cambiato più di tanto le cose. Semmai le ha peggiorate: nelle tre gare con il tecnico umbro in panchina è arrivato un solo punto con zero gol all’attivo. Un ruolino di marcia che rivaluta il lavoro di Dragan Tadić e Fausto Budicin, bruciati decisamente troppo in fretta. E se Cosmi non fosse la soluzione più adatta per questo Rijeka in stato confusionale? I numeri suggeriscono proprio questo. Il presidente Damir Mišković è un grande estimatore del calcio italiano e considera la sua scuola di allenatori la migliore al mondo perciò c’è poco da stupirsi se in estate abbia provato fino all’ultimo l’assalto a Devis Mangia e ora abbia scommesso su Cosmi per tirarsi fuori dalle sabbie mobili. L’idea era abbastanza chiara, ovvero affidare la panchina a un tecnico di esperienza, che al tempo stesso è anche un grande motivatore e un sergente di ferro. È chiaro che Cosmi non ha la bacchetta magica e che non può cambiare una squadra alla deriva in due settimane, ma quello che di norma si chiede a un allenatore che subentra in corsa è di innescare una reazione a livello psicologico, cosa che tuttavia non è avvenuta. Per lui si tratta della prima esperienza all’estero e non è facile calarsi in una realtà del tutto nuova, senza contare le difficoltà legate alla barriera linguistica perché in una situazione delicata come questa ritrovarsi con problemi di comunicazione rischia di complicare ulteriormente le cose, oltre che provocare una scollatura all’interno dello spogliatoio. Ecco perché permangono dei dubbi sulla sua scelta. Sarà come sempre il tempo a fornire tutte le risposte. Ora avrà a disposizione due settimane per riordinare le idee, fare un po’ di selezione cercando di dare una sua impronta alla squadra. E lavorare finalmente con un po’ più di tranquillità, anche se tra mille dubbi e interrogativi.

Risultato bugiardo
Nel frattempo Cosmi è tornato sul deludente pareggio con lo Šibenik, recriminando per la vagonata di occasioni create ma non concretizzate, in particolare nei primi 45 minuti. “All’intervallo avremmo dovuto essere in vantaggio di quattro gol e invece eravamo in parità – mastica amaro il tecnico –. I ragazzi hanno speso tantissimo. Nella ripresa siamo calati, ma lo sapevo e l’ho detto alla squadra che non avremmo avuto lo stesso numero di occasioni. Se giochi questo tipo di partita 99 volte su 100 viene fuori un altro risultato. Fermo restando che il calcio è strano perché al 94’ lo Šibenik ha preso un palo e quindi magari recriminano anche loro. È un risultato bugiardissimo. Meritavamo ben altro per l’impegno, la qualità del gioco espressa e le tante occasioni create”.
Il vistoso calo a livello fisico accusato nel secondo tempo, con la squadra in evidente debito d’ossigeno, è un altro elemento che deve far riflettere. “C’è da lavorare anche su questo aspetto, ma i tanti errori sottoporta non sono legati alla condizione atletica. È inutile cercare alibi. La sosta servirà inoltre anche per scaricare un po’ lo stress perché alcuni giocatori vivono con ansia questo momento difficile e di conseguenza stanno sprecando troppe energie nervose. Ci vorranno quindi un paio di giorni per recuperare. Non si uscirà da questa situazione in un paio di partite ma se l’atteggiamento sarà quello visto con lo Šibenik, nel periodo successivo riusciremo a tirarci fuori da una posizione di classifica che abbiamo dimostrato di non meritare”, ha concluso l’allenatore del Rijeka.

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