Darko Raić Sudar: «C’è la fila per Galešić»

Il diesse del Rijeka traccia un primo bilancio della stagione e parla anche del mercato di riparazione. «La priorità è un attaccante da regalare a Đalović»

0
Darko Raić Sudar: «C’è la fila per Galešić»
Foto: RONI BRMALJ

Ancora 90 minuti più recupero e calerà il sipario sul girone autunnale della SHNL. Domenica pomeriggio il Rijeka riceverà a Rujevica lo Slaven Belupo e in caso di successo festeggerà il titolo di campione d’inverno. Finora i biancocrociati erano riusciti a tagliare questo traguardo una sola volta, e cioè nella storica stagione 2016/17 quando con Matjaž Kek in panchina arrivò un clamoroso “doblete”. La pausa sarà tuttavia breve, giusto il tempo di godersi Natale e Capodanno e poi si tornerà subito a sudare in vista della seconda parte di campionato. Oltre che sul campo, il “triello” tra Rijeka, Hajduk e Dinamo si sposterà anche in sede di mercato. Gli zagabresi dovranno necessariamente rinforzarsi per ricucire lo strappo con le due rivali e sono già diversi i nomi che circolano, su tutti quello del possibile ritorno di uno tra Oršić e Ivanušec, finiti ai margini rispettivamente al Trabzonspor e al Feyenoord. Per operare sul mercato gli spalatini dovranno prima fare cassa: Pukštas e Sigur sono pronti a essere sacrificati, ma attenzione perché si parla anche di Prpić e del talentino Durdov, cosa che però farebbe imbufalire la tifoseria e molto probabilmente anche Gattuso. La priorità dei fiumani è invece un attaccante visto che Andrić è da tempo un capitolo chiuso (si lavora sulla rescissione), Perica è tormentato da guai fisici, mentre Dogan è ancora un oggetto del mistero. Considerati gli arcinoti limiti di budget, il diesse Darko Raić Sudar (coadiuvato da Antonini Čulina e Srećko Juričić) è atteso da un compito difficilissimo, ovvero regalare a Ðalović un centravanti di peso, ma senza spendere un centesimo. E proprio il responsabile dell’area sportiva del Rijeka è il profilo perfetto per fare il punto su ciò che è stato e su ciò che sarà.

Un primo bilancio del girone autunnale? Parliamoci chiaro, vedere il Rijeka davanti a tutti, peraltro da imbattuto, è una grossa sorpresa…
“In pochi se lo sarebbero aspettato considerando tutto ciò che è successo negli ultimi sei mesi. In estate abbiamo lavorato soprattutto in uscita cedendo un paio di giocatori molto importanti, poi c’è stato il cambio in panchina arrivato in maniera inaspettata e infine la disfatta di Lubiana, che per noi è stata una mazzata. Alla luce di tutti questi fattori era difficile pensare a un Rijeka subito competitivo e pronto a giocarsela alla pari con Hajduk e Dinamo. Però è altrettanto vero che abbiamo una rosa di grande qualità e un allenatore al quale abbiamo deciso di dare fiducia in un momento delicato e lui ha saputo ripagarci alla grande. Sappiamo che cosa ci manca per compiere un ulteriore step, ovvero restare in corsa per tutto fino alla fine come nella scorsa stagione e ci stiamo lavorando”.

Un po’ tutti sono convinti che la corsa al titolo sia un affare tra Hajduk e Dinamo, mentre il Rijeka viene puntualmente ignorato. Vi dà fastidio questa scarsa considerazione oppure sotto sotto è meglio così?
“Per i giocatori è meglio che il focus sia sugli altri. Però è giusto anche sfatare un mito: dire che il Rijeka abbia meno pressione di Hajduk e Dinamo è lontanissimo dalla realtà. OK, mediaticamente ce l’hanno, ma in campo la pressione è uguale sia per i loro giocatori che per i nostri. L’unica differenza sta nel fatto che loro a inizio di ogni stagione dichiarano di puntare al titolo, mentre noi invece preferiamo mantenere un basso profilo ragionando una partita alla volta. Anche un anno fa nessuno ci dava credito, poi quando abbiamo battuto l’Hajduk al Poljud si è iniziato a dire che per il titolo c’è forse anche il Rijeka”.

Che cosa c’è stato dietro l’esonero di Sopić? In giro si è letto di tutto, ma qual è la verità?
“Non c’è una verità. Semplicemente la vita di un allenatore è questa. Puoi anche essere il più bravo al mondo, ma dopo due sconfitte sei già in discussione. Personalmente mi è dispiaciuto moltissimo perché abbiamo legato tanto lavorando a stretto contatto h24. Oltretutto è toccato a me comunicargli la notizia dell’esonero e posso assicurare che non è stato facile. È stata una decisione presa dalla società che in quel momento riteneva necessario un cambio in panchina. E non è stato facile nemmeno per Đalović, ritrovatosi per la prima volta nelle vesti di primo allenatore. Abbiamo corso un rischio enorme gettandolo nella mischia, ma il tempo ci ha dato ragione e ‘Đale’ si sta dimostrando una scommessa vinta”.

Il caso Andrić?
“Non c’è un caso Andrić. Semplicemente lui e Đalović sono incompatibili. Può capitare che un giocatore e un allenatore non si trovino tra di loro. Succede un po’ dappertutto, il Rijeka non è certo l’eccezione. Adesso stiamo cercando una soluzione che vada bene sia al giocatore che alla società”.

L’unico vero passaggio a vuoto è stata l’umiliazione subita a Lubiana contro l’Olimpija nel ritorno del play-off di Conference League. Come se lo spiega quel 5-0 dello Stožice?
“Infatti non me lo spiego. Non ci abbiamo dormito per giorni. Probabilmente è stata una di quelle serate in cui gira tutto storto. Ma proprio tutto. È difficile da accettare perché un anno prima avevamo giocato alla pari contro il Lilla che non è una, ma tre spanne sopra l’Olimpija… Poi però ci siamo ripresi alla grande. E non era affatto scontato dopo una botta così pesante”.

Qual è il giocatore che l’ha sorpresa di più?
“Coloro che erano stati i pilastri nella scorsa stagione si sono riconfermati, mentre i nuovi arrivati si sono inseriti benissimo. Mi riferisco in particolare a Majstorović, arrivato in punta di piedi dopo gli addii di Mitrović e Dilaver – che avremmo voluto trattenere purtroppo però non erano disposti a ridursi l’ingaggio – e dimostratosi subito affidabile. Stesso discorso per Devetak, mentre Rukavina è secondo me un grande talento ma con lui ci vorrà un po’ di pazienza. Senza infine dimenticare Djouahra, che sta finalmente facendo vedere le proprie qualità. Rispetto alla scorsa stagione la coperta è un po’ più corta, nel senso che abbiamo aggregato alla prima squadra un paio di giovani come Butić, Kitin e Burčul, però a livello di risultati non ne abbiamo risentito. A testimonianza dell’ottimo lavoro che stiamo facendo”.

Đalović ha un disperato bisogno di un attaccante…
“Con Andrić è andata com’è andata, mentre Perica era fermo a lungo. Molti pensano che se uno ha militato in un campionato più competitivo rispetto alla SHNL ritroverà subito smalto e la condizione migliore, ma non è così e ci vuole tempo. Anche con Dogan bisogna essere pazienti perché c’è un abisso tra il Rijeka e il campionato di seconda divisione. Per ora è soltanto un attaccante di rimpiazzo. Fruk come ‘falso nueve’ è una soluzione provvisoria perché, bisogna essere oggettivi, lui non è un attaccante e questa squadra ha bisogno delle sue qualità sulla trequarti. Stiamo sondando vari profili, seguendo le indicazioni di Đalović, alla ricerca della soluzione migliore”.

Quali giocatori avranno più mercato in questa finestra invernale?
“Galešić piace a tantissime squadre. E poi abbiamo richieste per Fruk, Janković, Selahi, Pašalić… Non è certo un segreto che i nostri giocatori facciano gola a tanti. Sicuramente non lasceremo partire nessuno in cambio di noccioline: se dovesse arrivare una di quelle offerte che non si possono rifiutare, ci comporteremo di conseguenza”.

Lei che è stato a lungo all’Istra 1961 rivestendo diversi ruoli, come giudica il cambio in panchina con il ritorno di Garcia al posto di Tramezzani?
“Quando viene meno la fiducia tra dirigenza e allenatore la separazione è inevitabile. A mio avviso Tramezzani ha fatto un buonissimo lavoro e l’Istra, per quanto fatto vedere, ha raccolto probabilmente meno di quanto avrebbe meritato. Garcia, che è un tecnico altrettanto preparato, pratica un calcio completamente diverso e alla fine potrebbe essere stato proprio quest’aspetto ad aver convinto la dirigenza al cambio in panchina. Detto ciò, la corsa salvezza è molto interessante con tante squadre raccolte in pochi punti. In passato è capitato che ci sia una squadra retrocessa già a Natale, stavolta invece sarà tutto apertissimo fino alla fine”.

Riuscirà l’Istra a salvarsi?
“Su questo non ho il minimo dubbio”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display