Daniele Santarelli. Il Made in Italy che piace alla Croazia

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Daniele Santarelli. Il Made in Italy che piace alla Croazia

FIUME | Tarragona (Spagna), 23 giugno 2018, XVIII Giochi del Mediterraneo. Nella prima giornata del torneo di volley femminile la Croazia liquida con un perentorio 3-0 l’Albania. Nulla lascia presagire il fulmine a ciel sereno che seguirà poche ore dopo quando, senza alcun preavviso, arrivano le dimissioni del selezionatore Igor Lovrinov. “Non sento più la fiducia del gruppo”, il telegrafico commento del tecnico fiumano. A sedersi in panchina è il team manager Frane Žanić il quale, contro ogni pronostico, trascina Fabris e compagne alla conquista della medaglia d’oro. Tornati dalla Spagna, Žanić si fa da parte (“Il mio ruolo è un altro”) e la Federazione si mette alla ricerca del nuovo allenatore. Dieci giorni dopo ecco l’annuncio a sorpresa: a guidare la nazionale sarà Daniele Santarelli, classe ‘81, originario di Foligno (Perugia), vincitore dello scudetto nella scorsa stagione con l’Imoco Conegliano alla sua prima esperienza da head coach in Serie A1. Affidare la panchina a uno degli allenatori più giovani e talentuosi a livello internazionale rappresenta una vera e propria svolta per il movimento croato sottorete, che decide così di puntare su un tecnico italiano. Finalmente, aggiungiamo noi, perché ormai lo sanno anche i muri che quella italiana è la migliore scuola di allenatori al mondo. L’abbiamo raggiunto mentre è impegnato nelle qualificazioni agli Europei del prossimo anno (obiettivo raggiunto con due giornate d’anticipo dopo il 3-1 all’Austria) per parlare di questa nuova avventura, ma anche degli imminenti Mondiali, della nazionale azzurra e della prossima stagione in cui avrà l’arduo compito di difendere il tricolore cucitosi sul petto lo scorso aprile.

Daniele, la prima domanda vien da sé: cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida?

“Innanzitutto è un onore rappresentare la Croazia e poi è una sfida molto stimolante, oltre che un importante passo avanti per la mia carriera. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta perché è una squadra che può fare bene nel lungo percorso. Ho parlato un po’ con Samanta (Fabris, nda) e quando ho incontrato i dirigenti ho capito che la situazione era favorevole, nel senso che c’è un buon gruppo di prospettiva con ragazze giovani e ciò non ha fatto altro che darmi delle certezze per quanto riguarda questo nuovo incarico”.

Scommetto che un ruolo cruciale nell’indirizzare la tua scelta l’abbia giocato proprio Samanta Fabris.

“Cruciale non è magari il termine più corretto, ma sicuramente ha avuto un ruolo molto importante. Conosco bene Samanta, ho un ottimo rapporto con lei e arriviamo entrambi da una stagione molto positiva. Mi piace un sacco come tipologia di giocatrice e non a caso l’ho voluta fortemente a Conegliano. Quando mi aveva accennato questa possibilità ho dato la mia disponibilità”.

Quella croata è una panchina che scotta, nel senso che in passato ci sono stati diversi tecnici che hanno avuto dei dissidi con la Federazione, in primis legati al mancato versamento degli stipendi. Oggi com’è la situazione sotto questo aspetto?

“Credo che sia cambiato tutto. Ora c’è molta più stabilità, il nuovo presidente (Ante Baković, nda) sta facendo un ottimo lavoro, la Federazione è molto ben organizzata e sta facendo importanti passi avanti. Me ne sono accorto sia parlando con Samanta che con i dirigenti. Già dalle prime settimane di lavoro con la squadra ho notato un profondo cambiamento e la volontà di continuare su questa strada: si respira un clima molto sereno e i ruoli sono ben definiti. Queste sono le basi per ripartire e iniziare la scalata”.

Hai firmato fino alla fine dei prossimi Europei. Io però ero convinto che la volontà fosse quella di aprire un ciclo, quindi una collaborazione un po’ più a lungo termine.

“Secondo me, invece, questa è stata una scelta molto intelligente. I vertici della Federazione mi hanno fatto capire di essere molto contenti di poter lavorare con me e vogliono vedere sia io come mi troverò, sia loro come si troveranno con me. In passato erano state fatte scelte a più lunga scadenza che però non hanno portato risultati. Da parte mia c’è la volontà di fare insieme un importante percorso di crescita e anche da parte loro ho notato la stessa intenzione. Ne riparleremo comunque al termine degli Europei quando valuteremo se continuare o no la collaborazione”.

La nazionale croata è già da un po’ di tempo in pieno ricambio generazionale, ma finora i risultati latitano. Ora tocca a te invertire la marcia.

“Ho trovato un gruppo giovane di grande prospettiva, un po’ indietro tecnicamente e tatticamente, poiché le ragazze più giovani arrivano da un campionato, quello croato, non proprio competitivo. Non giocando ad altissimi livelli e non avendo maturato esperienza internazionale è chiaro che nell’immediato non possiamo pretendere di raggiungere grandi risultati. Sto provando a instaurare quella che è la mia idea di gioco, portando avanti un percorso tecnico-tattico. Le ragazze lo stanno gradualmente apprendendo, anche se è molto diverso rispetto a quello a cui sono abituate. Dal punto di vista tattico stiamo facendo un buon lavoro, da quello tecnico abbiamo ancora bisogno di tempo, ma sono certo che la prossima estate sarà molto più proficua in termini di risultati”.

Intanto sabato è arrivata la qualificazione agli Europei con due giornate d’anticipo. Quattro successi su quattro gare nel girone che comprende Svizzera, Austria e Albania. Pronostico ampiamente rispettato quindi?

“Volevamo chiudere quanto prima il discorso qualificazione, ma uno degli obiettivi era anche la crescita del gruppo e provare a trasmettere un’identità simile a quella che è la mia idea di pallavolo. Ci siamo riusciti solo in parte, perché ci sono degli aspetti sui quali dobbiamo ancora lavorare molto”.

Tu stesso hai detto che quest’esperienza può essere un ottimo trampolino di lancio per la tua carriera: magari un pensierino alla panchina azzurra lo starai già facendo…

“Rappresentare il proprio Paese è il sogno di ogni sportivo, ma nella mia testa ci sono ora esclusivamente Conegliano e la Croazia. Sono felicissimo di rappresentare la società più importante in Italia e di guidare una nazionale che in passato ha sfornato grandi campionesse e che oggi possiede un buon potenziale. Credo di aver fatto la scelta giusta e non penso adesso a ciò che potrà succedere nei prossimi anni”.

Tra un mese esatto scatteranno i Mondiali in Giappone. Chi salirà sul tetto del mondo?

“Le favorite sono sempre le stesse: Stati Uniti, Brasile, Serbia, Russia e Cina”.

Dove può arrivare l’Italia?

“Le azzurre saranno un po’ la mina vagante del torneo. È un gruppo molto giovane, ma di grande prospettiva. Sono convinto che possano fare bene e andare lontano. Sia chiaro, sulla carta non partono favorite perché ci sono altre nazionali che stanno dominando la scena internazionale, però in una competizione come il Mondiale le sorprese sono sempre dietro l’angolo”.

Quanto peseranno le assenze di Raphaela Folie e Alessia Gennari?

“Raffa è una giocatrice molto importante nell’economia del gioco perché è un centrale d’attacco. In questo momento è all’apice della sua carriera e indubbiamente è un valore aggiunto per la squadra. Indubbiamente la sua assenza rischia di pesare, ma è altrettanto vero che ci sono delle validissime alternative, a partire da Anna Danesi. Alessia invece è da un po’ di estati che manca quindi la sua assenza non si farà sentire più di tanto, anche se arriva da una stagione molto positiva con la maglia di Busto Arsizio. Quest’estate è invece esploso il talento della giovanissima Elena Pietrini, poi con Lucia Bosetti e Miriam Sylla, che ho voluto fortemente a Conegliano, l’Italia può contare su una batteria di posti 4 molto forti tecnicamente. Al centro e nel ruolo di opposto abbiamo tanta fisicità, in cabina di regia gioventù e talento e infine nel ruolo di libero una delle migliori interpreti in assoluto. Insomma, l’Italia è molto ben coperta in tutti i reparti”.

Il tecnico Davide Mazzanti sta dando ampio spazio alla linea verde: quest’estate abbiamo visto all’opera i giovani talenti del Club Italia Lubian, Fahr, Nwakalor, oltre alla stessa Pietrini. Si punta quindi decisi a Tokyo 2020?

“Sì, ma se ne parlava già alle Olimpiadi di Rio. Lì si sperava in un risultato migliore, anche se quella squadra era piena di punti interrogativi. Questo gruppo invece si presenterà a Tokyo, augurandoci che la qualificazione arrivi quanto prima, con molta più esperienza e giocatrici più mature. Tra due anni sono convinto che si potranno giocare una medaglia”.

L’esclusione di Valentina Diouf ha fatto molto discutere. Non credi però che per via del suo ego non voglia fare la vice di Paola Egonu?

“Il ruolo del secondo opposto è molto delicato e bisogna saperlo ricoprire. In questo momento Serena Ortolani è la giocatrice ideale per ricoprirlo perché offre maggiori garanzie. È chiaro che anche Valentina è un ottimo opposto, giovane, alta 2 metri e in Italia di così alte ne abbiamo ben poche, però se Davide ha fatto questa scelta l’avrà fatto certamente per il bene della squadra”.

Passiamo ora a Conegliano e al prossimo campionato di A1. La prima cosa che chiederai è un po’ di fortuna dopo tutti gli infortuni che avevano martoriato la tua squadra nel corso dell’ultima stagione.

“Sì, ma per le ragazze stesse, non per me. Lavorare duramente per tutto l’anno e poi vedere le giocatrici infortunarsi una dopo l’altra è stata una mazzata psicologica micidiale per tutti noi. Ovviamente per la nuova annata vorrei avere a disposizione il gruppo al completo, però questo non sarà possibile per buona parte della prima metà di stagione: Raffa (Raphaela Folie, ndr), rientrerà più avanti, Robin (de Kruijf, nda) sta recuperando per esserci ai Mondiali… Ripeto, sarebbe importante poter contare su tutte le ragazze perché lavorare con 14 atlete di altissimo livello è un vero piacere. È difficile poi fare le scelte, ma mi auguro di ritrovarmi con questo problema”.

Il sestetto rimarrà pressoché intatto e questo sarà certamente un buon punto di partenza anche rispetto alle avversarie.

“Conegliano non ha mai cambiato così poco nella sua storia. È un dato importante che indica il buon lavoro portato avanti dalla società e il fatto che le atlete vogliono restare lo dimostra. In questo momento Conegliano è uno dei top club a livello europeo e ritrovarsi in una società super organizzata in ogni suo segmento è per me e il mio staff un vantaggio enorme. Avere poi un gruppo che si conosce a memoria ci permetterà di disputare un’altra stagione da protagonisti”.

Sulla carta dovrebbe essere una lotta a tre tra voi, Novara e Scandicci.

“Abbiamo limato ancora qualcosa a livello tecnico e fisico, mentre Novara e Scandicci hanno fatto un ottimo mercato. Sulla carta noi tre siamo le favorite, ma a questo gruppo aggiungerei anche Monza perché è una squadra costruita molto bene, con valide alternative in panchina, il che è fondamentale in una stagione lunga e difficile, a dimostrazione di come il livello del campionato si sia alzato ulteriormente”.

C’è uno scudetto da difendere e altri tre trofei da conquistare…

“Esattamente come lo scorso anno. Allora la società non mi chiese di vincere qualcosa, ma di lottare fino in fondo in tutte le competizioni. L’obiettivo è stato centrato perché, a parte la Champions League, siamo arrivati in finale in tutte le competizioni. È importante esserci, perché significa che il percorso è quello giusto e perché c’è la possibilità di portarsi a casa quello per cui ti alleni nell’arco di tutta la stagione. Bisogna sempre pretendere il massimo, perché se punti solamente a un obiettivo e se poi non lo centri, la tua stagione finisce per essere fallimentare. L’obiettivo è anche quest’anno arrivare a giocarsi fino in fondo tutte le competizioni e cercare di portare a casa almeno un trofeo”.

L’ultima cosa che ti chiedo è un commento sul calendario della prossima stagione. Sarà un campionato “zoppo” con 13 squadre in seguito alla promozione “forzata” del Club Italia, il ripescaggio di Filottrano e la mancata iscrizione di Pesaro. Visto il calendario molto compresso, non credi che la Lega Volley avrebbe dovuto gestire meglio questa situazione e quindi confermare il format a 12 squadre?

“Avrei indubbiamente preferito un campionato a 12 squadre data la partenza ritardata della stagione dovuta ai Mondiali. L’intenzione della Lega era un campionato a 14, però il forfait di Pesaro ha scompaginato un po’ i piani. Dopo la promozione del Club Italia, alla quale sono comunque favorevole, hanno pensato di ripescare Filottrano per arrivare così a 14, dando per scontata la presenza di Pesaro, solo che alla fine le marchigiane non si sono iscritte… Ripeto, con una stagione così corta e piena di impegni internazionali per diverse squadre, il format a 12 sarebbe stato la soluzione migliore”.

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