Damir Mulaomerović: «Non accedere alla seconda fase sarebbe una grande delusione»

Basket. La Croazia sta ultimando a Fiume la preparazione n vista delle decisive sfide di qualificazione con Slovenia e Finlandia. Oggi si uniranno al gruppo i due giocatori più attesi, ovvero gli NBA Bojan Bogdanović e Ivica Zubac

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Damir Mulaomerović: «Non accedere alla seconda fase sarebbe una grande delusione»
Il lavoro prosegue al ritmo di due sedute giornaliere

La nazionale di basket ha scelto Abbazia e Fiume come quartier generale della preparazione in vista della terza e ultima finestra delle qualificazioni europee ai Mondiali in programma il prossimo anno in Giappone, Indonesia e nelle Filippine. La Croazia chiuderà il gruppo C con la trasferta a Lubiana contro la Slovenia (giovedì) e a Fiume facendo gli onori di casa alla Finlandia (domenica). Due sfide decisive per cercare di strappare il pass per la fase successiva, sebbene un doppio successo potrebbe anche non bastare dal momento che il quintetto di Damir Mulaomerović non è più padrone del proprio destino essendo fanalino di coda con uno score di una sola vittoria e tre sconfitte dopo quattro giornate. Ad ogni modo, tutto è ancora aperto, anche perché a proseguire il cammino verso la rassegna iridata saranno le prime tre classificate del girone.

La nazionale sta ultimando la preparazione nel palasport di Zamet

Dopo aver svolto la prima parte del ritiro in quel di Abbazia, dallo scorso fine settimana la squadra è al lavoro nel palasport di Zamet dove si sta allenando con un ritmo di due sedute giornaliere, una al mattino e l’altra nel pomeriggio, agli ordini del “sergente di ferro” Mulaomerović. “Abbiamo iniziato la preparazione un po’ prima rispetto alla maggior parte delle altre nazionali perché una parte dei giocatori aveva terminato la stagione in anticipo perciò non volevamo ci fosse una lunga pausa in mezzo – spiega il selezionatore –. In questa seconda parte del ritiro il focus è su alcuni aspetti tattici in vista delle due sfide che ci attendono. L’altro giorno abbiamo disputato un’amichevole a porte chiuse con la Polonia che ci ha fornito indicazioni molto positive, in particolare per ciò che riguarda l’aspetto motivazionale. La Slovenia? È una partita importante per entrambe le squadre. Fa piacere vedere una grande attesa e interesse verso questa sfida, anche perché in campo ci saranno diversi giocatori NBA. Ci aspetta un palazzetto pieno, una vera e propria bolgia. La chiave sarà non lasciarci condizionare da un’atmosfera che sarà caldissima. Ci vorranno coraggio, sangue freddo e spirito di sacrificio. Dobbiamo ripartire da quanto di buono fatto vedere nell’ultima partita con la Svezia”.

Josip Vranković e Damir Mulaomerović

Contenere Dončić
Per il derby con i vicini sloveni la domanda più ricorrente è una sola: come si fa a fermare Luka Dončić? “Luka è un fuoriclasse. Uno di quei fenomeni che nascono una volta ogni cent’anni. È molto difficile anche solo marcarlo, figuriamoci fermarlo. Dovremo perciò mettergli pressione costringendolo all’errore. È impossibile fermarlo, però possiamo contenerlo. Ed è esattamente quello che dovremo fare perché una delle chiavi sarà proprio questa”.
Il trasferimento a Fiume serve anche per iniziare a prendere confidenza con il palasport di Zamet, che domenica prossima sarà teatro della sfida, potenzialmente decisiva, con i lanciatissimi finlandesi, che un po’ a sorpresa guidano il girone e che già all’andata avevano sgambettato la Croazia. “La Finlandia non è una sorpresa – ci tiene a puntualizzare il ‘Mula’ –. Ricordiamoci che hanno battuto due volte la Slovenia e questo la dice lunga sulla loro forza e qualità. Il loro movimento è cresciuto tantissimo negli ultimi dieci anni. Stanno investendo molto nel basket e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Hanno un paio di giocatori in NBA e altri che militano nei più importanti club europei. Soltanto chi segue poco il basket può pensare che siano una sorpresa. Ci aspetta quindi un’altra partita difficilissima, ma in questo momento il focus è solo ed esclusivamente sulla Slovenia. Poi ci sarà tutto il tempo per pensare alla Finlandia”.Nessun alibi
La nazionale completerà i ranghi solamente nella giornata di oggi quando a unirsi al gruppo saranno i due giocatori più attesi, ovvero gli NBA Bojan Bogdanović e Ivica Zubac. “Il tempo per il loro inserimento è chiaramente pochissimo, ma le regole NBA sono queste e noi non possiamo far altro che adeguarci. Matković a New Orleans? Dopo tanto tempo finalmente abbiamo un cestista croato pronto a sbarcare oltreoceano. Se lo merita e ha già dimostrato di avere qualità importanti. Poi bisognerà capire se andrà subito in NBA o se invece rimarrà ancora una stagione in Europa”.
A due giornate dal termine delle qualificazioni, la Croazia è virtualmente eliminata. “È chiaro che sarebbe una grossa delusione mancare l’accesso alla seconda fase. Non è mia intenzione cercare alibi, però bisogna tenere presente che il nostro staff è subentrato in corsa e con una situazione di classifica non dico compromessa, ma indubbiamente già molto complicata. La vittoria sulla Svezia ci ha permesso di restare ancora in corsa e ora dobbiamo giocarci tutte le nostre carte in queste due partite che ancora ci restano. Che cosa succederà in caso di eliminazione? Nulla. L’accordo con la Federazione prevede che sia io a guidare la squadra agli Europei, indipendentemente da come andranno a finire queste qualificazioni. Io sono perciò sereno da questo punto di vista. L’Europeo? Siamo ancora un po’ lontani. La mia unica speranza è di presentarci al gran completo”, conclude Mulaomerović.

Un po’ di stretching

«La guerra ha cambiato tutto»
Oltre a Bogdanović e Zubac, un altro dei punti di forza della squadra è Mario Hezonja, reduce dall’esperienza in Russia con l’Unics Kazan, nel cui curriculum spiccano le esperienze con Orlando Magic, New York Knicks e Portland Trail Blazers. “Siamo ultimi e dobbiamo cercare di risalire e di qualificarci alla seconda fase. Perché siamo in coda al gruppo? Un po’ per demerito nostro e un po’ perché in alcuni frangenti la fortuna non ha girato dalla nostra parte. Ma siamo ancora in corsa e dobbiamo provare a vincere entrambe le partite che ci aspettano. Ci stiamo allenando bene e siamo sulla buona strada, come ha dimostrato il test con la Polonia, che è stato molto utile per capire a che livello siamo e su cosa dobbiamo ancora lavorare. Il ritiro è piuttosto breve e anche Bogdanović e Zubac arriveranno praticamente all’ultimo momento perciò non possiamo inventarci chissà cosa, ma questo discorso vale un po’ anche per i nostri avversari. Fiume e Abbazia? Da buon raguseo, è difficile per me stare lontano dal mare e quindi sono felicissimo di svolgere la preparazione proprio qui e di poter fare una bella nuotata in quei pochi momenti liberi che ci vengono concessi”.
Mario arriva da una buona stagione in Russia, sebbene pesantemente condizionata dalla guerra in Ucraina. “Mi sono trovato benissimo a Kazan, sicuramente aiutato dal fatto di aver trovato nello staff due tecnici croati (Velimir Perasović e Milan Karakaš, nda). La guerra ha cambiato tutto e dispiace soprattutto essere stati esclusi dall’Eurolega perché sono convinto che avremmo potuto giocarci la Final Four. Il mio futuro? Vedremo. In questo momento sono concentrato soltanto sulla nazionale”.

Mario Hezonja

Situazione paradossale
A fare un po’ da padrone di casa è il fiumano Aramis Naglić, braccio destro di Mulaomerović. “Svolgere il ritiro a casa mia è il top – sorride l’argento di Barcellona ‘92 –. Slovenia? Il palazzetto sarà esaurito e giocheremo davanti a 12mila persone. Sarà sicuramente un grande spettacolo e uno stimolo in più per giocatori in campo. Naturalmente ci aspetta una partita difficilissima, ma abbiamo le qualità per giocarcela alla pari. Dončić? Purtroppo la Slovenia non è soltanto Dončić perché in rosa hanno anche altri giocatori fortissimi come i fratelli Dragić, Blažič, Dimec… Una squadra forte e completa in tutti i ruoli”.
Lo scorso febbraio il palasport di Zamet aveva ospitato la Final Four della Coppa Krešimir Ćosić, ora invece arriva la nazionale: l’ennesimo tentativo di promuovere il basket in una città che ha perso la passione e l’interesse per la palla spicchi. “È una situazione un po’ paradossale perché in quanto a infrastrutture Fiume è messa benissimo, eppure gli sport di squadra sono in ginocchio. Ed è una situazione che si trascina ormai da anni. Alla fine è tutta una questione di soldi. La verità è che mancano sponsor disposti a investire nello sport”, dice amaro Aramis Naglić.

Aramis Naglić

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