Dalla gloriosa Ampelea sino ai giorni nostri

Un folto pubblico ha partecipato all’incontro promosso dal sodalizio «Dante Alighieri» assieme alla Società isolana, rappresentata da Erik Toth, con interventi sui vari periodi storici di Luca Dibenedetto, di Vinko Gregorič, in una video intervista, nonché di Davor Perkat

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Dalla gloriosa Ampelea sino ai giorni nostri
La Compagnia Isolana. Foto: Kris Dassena

Cent’anni di storia, di successi, ma anche di periodi meno fausti. Un secolo in cui, tra alti e bassi, la passione non si è mai estinta. Il Club calcistico giovanile di Isola quest’anno spegne cento candeline e sabato sera a Palazzo Manzioli è andato in scena il prologo alle celebrazioni del centenario, con un appuntamento promosso in sinergia con la Comunità degli Italiani “Dante Alighieri”. “Lo sport ha il potere di coinvolgere comunità differenti, sia piccole sia grandi, come ha fatto in questi anni il calcio nella nostra città”, ha rilevato in apertura il dirigente dell’associazione, Erik Toth, che ha inaugurato la serata assieme alla presidente del sodalizio Evelin Zonta. Il folto pubblico intervenuto all’incontro, tra cui diversi esponenti politici attivi a livello locale e statale, hanno avuto l’opportunità di assistere a un amarcord a tinte bianco-azzurre, i colori della maglia isolana, denso di testimonianze, aneddoti e ricordi del passato. Invece di adottare un approccio storico-documentaristico, gli organizzatori hanno voluto dare la parola ad alcuni dei personaggi di maggior rilievo, legati in qualche modo al calcio isolano. Il compito di far rifiorire il primo trentennio del club è stato affidato a Luca Dibenedetto, autore del volume “La favola dell’Ampelea”. Rinomato giornalista sportiva lombardo, ha deciso di ricordare il primo frangente storico della società calcistica dopo aver dedicato un volume alla squadra fiumana. “Isola, che un tempo militava in serie C, sin dagli esordi si è dimostrata una vera fucina di talenti sportivi, molti dei quali hanno continuato la propria carriera in serie A, indossando persino la maglia della nazionale italiana”, ha evidenziato. Tra questi ha ricordato Alberto Eliani e Aredio Gimona, nonché Giuseppe Grezar che perse la vita nella tragedia di Superga.

Nel periodo post bellico la squadra isolana cambiò totalmente volto. Numerosi giocatori se ne andarono con l’esodo, altri a Isola trovarono la propria fortuna, come nel caso di Vinko Gregorič, che per lunghi anni ha vestito anche i panni di dirigente e che tutt’ora detiene il secondo posto nella classifica dei migliori marcatori del club. In una video intervista ha illustrato i momenti salienti e qualche chicca del periodo jugoslavo, dunque dal 1955 al 1991. “All’inizio della mia carriera il campo si trovava in riva al mare e non erano pochi i palloni che finivano in acqua. Quando accadeva, si fermava la partita, qualcuno si tuffava in acqua e andava a recuperarlo, perché avevamo a disposizione un solo pallone”, ha ricordato Gregorič, riferendosi ai tempi quando si giocava in quel che ancora oggi gli isolani chiamano “campo de balon”. “Quello isolano non è mai stato un grande club, ma la squadra è sempre stata animata da un forte spirito patriottico locale”, ha sottolineato Gregorič, rievocando le storiche sfide contro l’avversaria Capodistria. A segnare il culmine del passato calcistico isolano è l’anno 1992, quando la squadra riuscì ad aprirsi le porte alle qualificazioni della coppa UEFA. Nell’occasione si confrontò con il Benfica, un Golia, rispetto alla piccola Isola, come ha descritto metaforicamente Gregorič. Uno dei protagonisti di questo capitolo di storia è stato anche Davor Perkat, terzo ospite della serata, che è stata condotta da Iztok Gustinčič e impreziosita dalle esibizioni canore del gruppo Compagnia isolana. Nel suo intervento Perkat, oltre a ripercorrere la breve esperienza isolana in UEFA, si è soffermato sullo sviluppo del calcio nella cittadina istriana dopo l’indipendenza della Slovenia. “Dopo la caduta della Jugoslavia il bacino di giocatori si è ristretto. Non c’erano investitori, non c’erano soldi e nemmeno tifosi”, ha affermato amareggiato l’ex calciatore. Un periodo di crisi dal quale il club non sembra essersi ancora ripreso e a migliorare la situazione, a suo dire, non aiutano di certo una precaria infrastruttura sportiva e la mancanza di motivazione tra i giovani.
L’appuntamento a Palazzo Manzioli ha introdotto un anno denso di iniziative tese a celebrare questo importante traguardo. “Essere la generazione che ha il compito di predisporre i festeggiamenti in occasione del centenario per noi è un grande onore”, ha rivelato Erik Toth. “Nel corso di quest’anno saremo impegnati su diversi fronti, organizzeremo ancora vari incontri sportivi e retrospettivi, in cantiere c’è pure la stesura di una pubblicazione sulla storia dell’associazione e poi vorremmo preparare anche un documentario. Probabilmente le celebrazioni si trascineranno anche nel 2024”, ha ancora aggiunto il dirigente del Club calcistico giovanile di Isola.

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