Dalić: «Contro l’Argentina niente calcoli»

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Dalić: «Contro l’Argentina niente calcoli»

KALININGRAD | Erano vent’anni che la Croazia non vinceva la partita d’esordio al Mondiale. Dopo quel lontano 3-1 contro la Giamaica è stata superata la Nigeria per 2-0. Grazie al pareggio tra Argentina e Islanda per 1-1 la squadra croata è ora in vetta alla classifica del Gruppo D. Con un’altra vittoria, con l’Argentina nel prossimo turno o con l’Islanda nell’ultimo, la squadra di Dalić dovrebbe raggiungere gli ottavi. Anche in questo caso si tratta di un traguardo che era stato tagliato l’ultima volta nel 1998, ai Mondiali di Francia dove Boban, Šuker, Prosinečki e compagni arrivarono terzi. Se si crede alle analogie e alle statistiche, l’inizio della nazionale a scacchi è promettente.

Un successo strameritato

Contro la Nigeria è stata una partita dura e lo si sapeva anche prima di scendere in campo. Il selezionatore Zlatko Dalić, come era previsto, ha schierato una formazione con spiccata vocazione al gioco offensivo, tanto da incutere timore agli africani, che hanno creato ben poco, quasi nessun vero pericolo, preoccupati soprattutto a non prenderle. Il contropiede, l’arma più temuta, spesso micidiale, non ha avuto modo di svilupparsi. Non è sicuramente stata una partita da cineteca, ma nessuno, e men che meno Dalić, ha voluto incantare i buongustai del calcio. Il successo è comunque strameritato al termine di un confronto dominato e gestito con estrema tranquillità. Dopo che ci hanno provato da lontano Perišić, Kramarić e Rebić, è arrivato un gol nato dal panico nell’area nigeriana: sul calcio d’angolo di Modrić, Rebić ha allungato per Mandžukić il cui tentativo di testa, destinato a uscire, è stato deviato in rete dal difensore Etebo. Sui calci piazzati la difesa nigeriana è tutt’altro che invulnerabile. Dopo 32 minuti di gioco la situazione si è sbloccata e non è stato più necessario prendersi dei rischi e sbilanciarsi in avanti. Il raddoppio, comunque, è arrivato, su rigore. Anche se gli africani non davano l’impressione di poter impensierire più di tanto una solidissima Croazia, il preciso tiro dal dischetto del capitano Luka Modrić ha chiuso definitivamente il discorso al 71’.
“I ragazzi sono stati disciplinati, responsabili e hanno fatto un ottimo lavoro in difesa. Abbiamo segnato due gol, entrambi su calci piazzati – analizza Dalić –, ma creando diverse opportunità. Posso concludere che abbiamo fatto una buona partita contro una nazionale valida come la Nigeria in cui ci sono delle ottime individualità. Questa è stata la vera Croazia, quella che corre e che costruisce, vincendo meritatamente”.
L’importante era rompere il ghiaccio e iniziare il Mondiale con una vittoria che ha portato un bel vantaggio rispetto alle concorrenti, ma anche una bella dose di autostima, indispensabile sapendo che giovedì ci sarà il confronto, forse decisivo, contro l’Argentina di Messi. Sarà un altro tipo di partita e ci dovrà essere anche un approccio diverso. Con i nigeriani Dalić ha dovuto puntare sul concreto, togliendo qualcosa allo spettacolo, mettendo la classe dei fuoriclasse al servizio della squadra. Quando due come Rakitić e Modrić giocano come centrocampisti arretrati è chiaro che sono un po’ sacrificati, concentrati di più in fase difensiva che propositivi in avanti. Non c’è stato un gioco fluido e gli attaccanti non si sono trovati troppo spesso nelle condizioni di concludere da posizione favorevole.

Ci sono margini di miglioramento

“Avevamo annunciato una partita in cui non avremmo fatto calcoli – spiega il tecnico –, però i giocatori sono scesi in campo con il freno a mano alzato, preferendo non aprire agli avversari delle vie per attaccare. Ci è mancato il passaggio in profondità quando Kramarić si proponeva da solo, senza ricevere palla. Perišić e Rebić sulle ali non hanno cercato più di tanto l’incursione sulla fascia. Anche loro si sono sacrificati nella fase difensiva. Non cercherei il pelo nell’uovo perché abbiamo vinto e perché sappiamo di avere dei buoni margini di miglioramento. Abbiamo giocato e vinto, ma questo non è ancora il livello massimo di questa nazionale. Siamo contenti per i tre punti”.
In ogni caso, Dalić ha schierato l’undici che tutti si aspettavano, spregiudicato, quello che non lasciava dubbi sul tipo di partita che si voleva affrontare. “Contro una squadra come la Nigeria dovevamo dire chiaramente che era una gara che volevamo vincere a tutti i costi. Fallire qui per poi dover cercare il successo senza possibilità di fallire contro l’Argentina non sarebbe stata una buona cosa. Per intenderci – sottolinea il tecnico croato –, anche questa vittoria, per quanto importante, è soltanto un primo passo. Rimango fedele alla mia idea del mediano e il suo ruolo in fase di interdizione, ma questa volta giocando con Modrić e Rakitić ho voluto soprattutto avere possesso e più fluidità nella circolazione del pallone. Non è stato sempre perfetto, ma si potrà migliorare”.
Quasi tutti i giocatori che partecipano al Mondiale, chi più e chi meno, sono provati al termine della stagione nei rispettivi club. “Abbiamo notato, per esempio, che molti gol sono arrivati nei minuti conclusivi, in seguito a stanchezza e calo di concentrazione. Pertanto – commenta Dalić –, sono comprensibili anche da parte nostra dei momenti in cui mancano le energie. I nostri laterali Perišić e Rebić, tra l’altro, sono stati controllati da ottimi difensori. Sappiamo che lì ci è mancato qualcosa, ma non mi preoccuperei più di tanto. Pensiamo a riposarci e a prepararci per l’Argentina”.
Come si poteva prevedere, Dalić ha schierato come coppia di difensori centrali Vida e Lovren, lasciando in panchina una bandiera come Ćorluka. Il tecnico spiega la sua decisione: “Con Vida e Lovren siamo sicuramente più rapidi, un aspetto importante contro una squadra come la Nigeria che basa il proprio gioco sulla corsa e la velocità. Vida e Lovren sono reduci, tra l’altro, da un’ottima stagione nei loro club e, anche se non hanno giocato molto insieme, hanno dimostrato di poter lavorare bene in questo delicato ruolo. Penso che contro la Nigeria non vi sia stato nessun pericolo serio”.
Nella ripresa, con un gol di vantaggio, la Croazia è scesa in campo meno determinata che nel primo tempo. “Al rientro in campo – precisa il selezionatore croato –, ho chiesto ai giocatori di reggere i primi 5 minuti, sapendo che la Nigeria avrebbe tentato di aggredirci. Quindi, ho cercato di consolidare il centrocampo inserendo Brozović al posto di Kramarić. Non c’era più bisogno di avere tanti attaccanti. In questo modo credo che abbiamo chiuso la partita, senza però ritirarci in difesa. Abbiamo semplicemente tenuto palla. Contro l’Argentina, indubbiamente, cambieremo sistema di gioco e tattica”.
L’Argentina? “Ero felice quando hanno segnato gli argentini, ma poi, dopo il pareggio dell’Islanda, avevo voluto che restasse così. Devo ammettere che l’Argentina non ha incantato, giocando molto per Messi che si è trovato alcune volte in buone condizioni per segnare, senza riuscirci. L’Islanda, forse, ha avuto anche un po’ di fortuna, ma si è difesa bene, in modo fanatico. Anche questa volta noi dovremo guardare soprattutto a noi stessi. Ho grande fiducia in questa nazionale e nelle nostre qualità. Alla luce dei risultati del primo turno, forse, abbiamo un piccolo vantaggio che ci consentirà di prepararci all’incontro con l’Argentina con diverse varianti tattiche. Però, niente calcoli. Anche lì cercheremo i 3 punti che ci consentirebbero di superare la fase a gironi”, annuncia Zlatko Dalić.
Il vantaggio che Dalić ha e che qualche suo predecessore non ha avuto come selezionatore della Croazia, è il sostegno della tifoseria. È tornato l’affetto per la nazionale dopo i fattacci degli ultimi anni, tra partite interrotte, svastiche e partite giocate a porte chiuse. “L’ambiente a Kaliningrad è stato straordinario. I nostri tifosi sono giunti da ogni parte della Croazia e da tutto il mondo. Abbiamo giocato per loro e per tutti quelli che in Croazia lottano per la propria esistenza e per quella delle loro famiglie. Comunque dovesse andare a finire questo Mondiale, noi continueremo a indossare con orgoglio questa maglia”.

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