
Nove partite di fila la Croazia non era riuscita a battere la Francia, per poi farlo due volte di seguito in poco meno di tre anni. È ovvio però che il doppio successo in Nations League non è assolutamente paragonabile alla semifinale persa ai Mondiali 1998 o alla finale del 2018 in Russia. Fatto sta che il secondo appuntamento consecutivo alla Final Four della Lega delle Nazioni è sempre più vicino, ma allo stesso tempo ancora lontano. Quando dall’altra parte ci sono Mbappé, Dembélé e tutta quella schiera di fior fiore di giocatori in maglia Bleus, indipendentemente dalle debolezze (parecchie) evidenziate a Spalato, la prudenza non è mai troppa. Presentarsi allo Stade de France con un capitale di 2-0 è comunque importante, a patto di figurare nuovamente in campo a determinati livelli. Il primo tempo del Poljud rincuora l’anima dei tifosi biancorossi, fungendo in un certo senso da punto di partenza per il retour match. Si giocherà stasera alle 20.45 e a tal proposito va detto che alla vigilia del match Zlatko Dalić ha preferito far allenare la sua squadra al Poljud, per poi partire nel pomeriggio alla volta della Città della Luce.
Carattere, orgoglio e tattica
Tornando al 2-0 di giovedì sera, per certi versi sorprendente, si potrebbe definirla magari come una vittoria del carattere e dell’orgoglio. Inutile negare che la Croazia si presentava all’appuntamento da sfavorita, per di più che alcuni suoi giocatori sono un po’ fuori forma, mentre altri faticano a trovare spazio nelle rispettive squadre di appartenenza. Viceversa, c’era (e c’è tuttora) una Francia completa in ogni reparto di gioco, con individualità di spicco e una panchina decisamente più lunga.
Un plauso lo merita lo stesso Dalić, che ha fatto un autentico capolavoro tattico imbavagliando alla perfezione le bocche di fuoco francesi con in testa ovviamente Mbappé. In tal contesto, da lodare la “mostruosa” prestazione di Šutalo, autore forse della migliore partita in carriera. Kylian si sognerà per un bel po’ Josip, soprattutto se dovesse andar male. Modrić ha fatto vedere ancora una volta tutta la sua classe nonostante l’età, mentre Perišić è sembrato un giocatore ben lontano dalla via del tramonto, come gli veniva rinfacciato dopo l’infelice episodio all’Hajduk di Gattuso. Eppoi, come dimenticare Livaković, tornato ai livelli del Mondiale 2022. Dominik ha fatto la differenza con 6-7 parate importanti, al contrario del suo collega tricolore Maignan, non certo impeccabile in alcune situazioni (vedi il gol di Budimir).
«È soltanto il primo tempo»
“Una grande partita da parte nostra, con conseguente meritatissima vittoria. Sono soddisfatto, ma lo sarò ancora più se domenica dovessimo centrare la qualificazione. Ci aspetta una partita di ritorno difficilissima, ma abbiamo comunque in pugno il 2-0 e siamo una grande nazionale. Tuttavia, dobbiamo essere estremamente attenti e cauti perché questo è soltanto il primo tempo – dice Dalić, sottolineando gli elementi tattici chiave che hanno portato al vantaggio contro i Tricolori –. La fase difensiva è stata eccezionale. Non posso fare un nome in particolare perché tutti i miei giocatori sono stati a un livello altissimo. Tutto questo è bello, anzi fantastico, ma non abbiamo fatto ancora nulla di concreto. Ci aspetta il secondo tempo”. Il primo, quello al Poljud, è stato la migliore prestazione della Croazia degli ultimi anni. Dalić ha dimostrato di aver trovato l’antidoto per la Francia, ovvero un modello di gioco che li penalizza parecchio: le loro qualità non vengono abbastanza esaltate, mentre le debolezze sono particolarmente potenziate. Parliamo di un gioco difensivo attento, per il quale non bisogna permettere all’avversario di sorprenderti dopo aver rubato la palla. La Francia, quando trova gli spazi, è infatti micidiale nel punirti. A Spalato ha avuto poche possibilità e non le ha sfruttate. A ciò aggiungiamo una manovra d’attacco ben organizzata e facilitata dalla classe di giocatori come Luka Modrić, Mateo Kovačić e, ancora una volta, un Perišić tornato Ivan… il terribile.
«Felicissimo per Perišić»
“La Francia è un grande avversario: potente, veloce ed efficiente. Ti distrugge non appena ha l’occasione per farlo. Noi non glielo abbiamo permesso. Quello che abbiamo provato in allenamento, l’abbiamo applicato poi in campo. Il primo tempo l’abbiamo giocato benissimo, nella ripresa siamo stati un po’ inferiori. Abbiamo arretrato il baricentro per necessità, non puoi certo aspettarti che la Francia non combini nulla per novanta minuti. La squadra ha dato tutti in tema di energie fisiche e mentali”, ha rimarcato il selezionatore soffermandosi poi sui singoli. “Perišić è finalmente tornato dopo l’infortunio nel modo più bello possibile, segnando in uno stadio pieno. Nel suo club sta facendo bene, così come in nazionale, e ha ripagato la fiducia che abbiamo riposto in lui. Sono felicissimo per Ivan. Modrić? Il più grande complimento che posso fargli è non chiedergli quando smetterà di giocare. Più invecchia e più gioca meglio… Il rigorista è lui, ma Kramarić aveva segnato ultimamente. I ragazzi hanno deciso così e per me va bene”. Poi un’ultima battuta: “Il leggendario Ćiro Blažević diceva che il 2-0 è il risultato più pericoloso. Sono perfettamente d’accordo e ciò mi fa un po’ paura. Per questo motivo sono molto cauto: ai ragazzi dirò di ragionale come se a Parigi si partisse dallo 0-0”.
Ivanović, un sogno diventato realtà
A ricordare a lungo la partita del Poljud sarà soprattutto Franjo Ivanović. “È stato uno dei sentimenti più belli della mia vita: entrare in campo davanti al nostro pubblico e indossare la maglia della Croazia. Onestamente, non mi aspettavo di giocare così tanto, ma naturalmente sono felicissimo e voglio continuare così. Non è stato facile affrontare una Francia così forte, ma siamo stati compatti, ci siamo difesi bene e abbiamo arginato tutti gli attacchi degli avversari. Ho dato il massimo, aiutando la squadra quanto più potevo e indipendentemente dalla posizione in cui giocavo. Se serve, posso fare anche il… portiere. Le probabilità per il ritorno? Il risultato di 2-0 è sempre pericoloso. Bisogna entrare in campo e comportarsi come se fosse 0-0. A titolo personale sono pronto al 100 percento e naturalmente voglio giocare, ma tutto dipende dall’allenatore. Quanto siamo più vicini alla Final Four? Di due gol. Né più né meno”, ha detto l’ex attaccante del Rijeka, il cui sogno era giocare per la Croazia. “Certo che ho sempre sognato di indossare la maglia biancorossa a scacchi. Mi è davvero difficile immaginare di poter essere a fianco dei vari Modrić, Perišić, Kovačić, Gvardiol… Quando sono salito sull’autobus mi sono reso conto di dove fossi. Mi sono girato due volte, e accanto a me c’erano Luka e le altre stelle del calcio croato. Questo mi ha dato una motivazione in più, sono davvero orgoglioso di me stesso. Inoltre, questa è una stagione fantastica. Il campionato belga è stata una buona scelta: gioco con continuità, il che è la cosa più importante per un giovane. Sono davvero molto felice”.
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