Cro Race, ci siamo

Domani da Osijek parte la sesta edizione del Giro di Croazia, che si preannuncia più equilibrata che mai anche perché non ci sarà nessun arrivo in salita

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Cro Race, ci siamo

La Cro Race si rimette in sella. Dopo un anno di sosta forzata a causa della pandemia da coronavirus, ritorna la gara ciclistica che porterà i ciclisti in buona parte della Croazia: da Osijek, sede di partenza, al gran finale di Zagabria, la variopinta carovana attraverserà la Slavonia, la Lika, la Dalmazia, il Quarnero e l’Istria. Sei giorni di “pedalate” per un totale di 140 ciclisti in rappresentanza di 20 squadre. Al via ci saranno ben 20 squadre, così suddivise per categoria: 4 World tour, 7 Professional e 9 Continental. I più numerosi corridori saranno gli spagnoli (20) seguiti dagli italiani (14).

Vladimir Miholjević

“L’organizzazione di un evento simile non è mai facile, specialmente in questo periodo di pandemia. Per fortuna siamo una squadra ben collaudata che lavora insieme dal primo giorno. Ci sono tantissime cose da sistemare affinché il meccanismo funzioni bene, specialmente perché dobbiamo coprire tutto il territorio della Croazia e quindi trasformare le strade che vengono usate quotidianamente dalla gente e in una grande arena sportiva”, ha detto il direttore della corsa, Vladimir Miholjević.

Per la seconda volta la corsa si svolge in autunno, a differenza della prime quattro edizioni quando si correva in primavera. “La nostra corsa cade a fine settembre-inizio ottobre e in un anno diciamo normale nel quale il calendario non è stato stravolto a causa della pandemia. La Cro Race dovrebbe essere in pratica un ponte tra il Campionato del mondo finito ieri e le ultime gare del World Tour. Stavolta invece la nostra ultima tappa sarà in contemporanea con la Parigi-Roubaix. Anche il tracciato di gara è adeguato a quelli tipici di fine stagione. Non ci sono arrivi in salita”, aggiunge il nostro interlocutore.

La novità di percorso di quest’anno è la tappa che si corre interamente nella Lika. “Sono molto contento. Nelle edizioni passate siamo partiti dai Laghi di Plitvice oppure ci siamo passati vicino, ma mai sinora una località della Lika era sede d’arrivo. Ora, con Otočac abbiamo colmato questa lacuna”.

La responsabilità nell’organizzare questo tipo di evento è molto elevata. “Dobbiamo presentare la Croazia in tutto il mondo nel migliore dei modi. In fin dei conti le immagini del nostro Paese entreranno nelle case di 950 milioni di persone che avranno la possibilità di seguire la corsa in diretta, in differita oppure attraverso i servizi televisivi. Per questo motivo non ci deve essere un minimo errore nel presentare quella che mi piace definire la più bella cartolina della Croazia nel mondo”, ha aggiunto Miholjević.

La corsa può essere anche la molla per un riposizionamento del ciclismo croato nel mondo, che negli ultimi anni fatica più del dovuto per emergere. “La corsa è un ottimo viatico promozionale per questo sport. Personalmente vado fiero del fatto che pure quest’anno siamo riusciti ad allestire la Kid Race, la corsa per i più giovani in 7 città (Osijek, Varaždin, Otočac, Makarska, Crikvenica, Abbazia e Zagabria), che su degli simulatori di gara faranno una piccola parte del percorso che fanno i… grandi. I tre migliori verranno premiati a Zagabria assieme ai professionisti”.

Con Vladimir Miholjević parliamo anche del lato agonistico. “Abbiamo al via quattro squadre del massimo circuito professionistico mondiale: l’Israel Start Up Nation, la Bike Echange, la Jumbo Visma e la Bahrain Victorious. Ebbene, la Jumbo Visma è attualmente la seconda squadra nella classifica mondiale, la Bahrain Victorius quarta. Anche se non verranno con la formazione migliore, hanno tra le proprie file ciclisti che sapranno dire la loro. Ma pure nelle altre squadre ci saranno ciclisti da tenere d’occhio, come ad esempio Jon Aberasturi della Caja Rural e Phil Bauhaus”, ha aggiunto Miholjević.

Con una corsa senza arrivi in salita fare pronostici è un’impresa alquanto ardua. I nomi più famosi al via sono quelli di Mikel Landa (Bahrain Merida), Tobias Foss (Jumbo Visma) e Simon Yates (BikeExchange), fratello gemello di Adam, impostosi nell’ultima edizione disputata, quella del 2019. Ma attenzione ai passisti e ai velocisti che hanno una discreta tenuta in salita. Se rimarranno coi migliori sul Monte Maggiore a metà della quinta tappa allora potranno giocarsela: facilmente prevedibile che la corsa possa venire decisa sul filo dei secondi. Il minimo distacco tra il primo e il secondo classificato venne registrato nel 2017, quando Vincenzo Nibali superò Jaime Rosòn per soli 8 secondi.

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