Cosmi: «Serve una prova di carattere»

Domani, domenica 2 ottobre, a Rujevica il derby tra Rijeka e Hajduk. I biancocrociati sono chiamati a dare una svolta alla propria stagione. «La sosta è stata importante per me per conoscere di più la squadra e per esprimere meglio alcuni concetti di gioco», spiega il tecnico umbro

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Cosmi: «Serve una prova di carattere»
Fiumani e spalatini sono entrambi obbligati a vincere. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La sosta per far spazio alla Nations League è scivolata via molto velocemente e ora il campionato è pronto a tornare protagonista. Il piatto forte dell’11ª giornata è il derby tra Rijeka e Hajduk, in programma domani pomeriggio a Rujevica (calcio d’inizio alle 15). Fiumani e spalatini tornano ad affrontarsi a distanza di soli 18 giorni dalla prima sfida del Poljud che ha visto i dalmati imporsi per 2-0 grazie alle reti di Biuk e Kalinić, arrivate entrambe nella ripresa. A Rujevica si respira aria di rivincita, anche se in realtà la priorità è iniziare una volta per tutte a mettere fieno in cascina, indipendentemente dal nome dell’avversario. La classifica è semplicemente imbarazzante e la striscia senza vittorie, tra campionato ed Europa, si è allungata a 11 partite. I biancocrociati sono a secco dallo scorso 16 luglio, ovvero dallo striminzito 1-0 colto in casa dello Šibenik al debutto, che ad oggi resta l’unico successo stagionale. Nemmeno l’arrivo in corsa di Serse Cosmi è riuscito a invertire la marcia: nelle tre partite con il tecnico umbro in panchina è stato raccolto un solo punto con zero gol all’attivo. Il nuovo allenatore ha più volte ribadito che la vera stagione del Rijeka sarebbe iniziata dopo la sosta, che gli avrebbe consentito di conoscere meglio la squadra e di lavorare con un po’ più di serenità. Domani avremo una prima risposta se queste due settimane di pausa siano effettivamente servite per innescare una reazione tra i suoi giocatori, sebbene Livaja e soci non siano esattamente l’avversario ideale contro cui cercare la svolta.

“È una partita molto attesa per entrambe le società e tifoserie – sottolinea Cosmi –. Queste due settimane sono state importanti per me per conoscere ancora di più la squadra e per esprimere meglio alcuni concetti di gioco. D’altro canto però tra infortuni, squalifiche e giocatori in nazionale non abbiamo potuto lavorare al completo. In compenso però ciò ci ha permesso di vedere all’opera alcuni ragazzi del settore giovanile e devo dire che c’è del materiale decisamente interessante perciò la sosta è stata nel complesso positiva”.

Percentuali
Entrambe le formazioni arrivano al derby obbligate a vincere: il Rijeka per iniziare finalmente a scalare la classifica, l’Hajduk per non perdere ulteriore terreno nei confronti della Dinamo che è già in fuga. “Loro sono una squadra costruita per un campionato di vertice. È un avversario temibile. L’ultimo confronto al Poljud? Ogni partita è una storia a sé. In quella gara l’Hajduk ha fatto una cosa intelligente nella ripresa, ossia si è difeso nella propria metà campo e poi è ripartito capendo che noi avevamo difficoltà nel palleggio. Per fare gol ha semplicemente capito che doveva trovare gli spazi. Sono stati premiati per un atteggiamento non iperoffensivo, bensì più equilibrato. E comunque loro hanno fatto quello che dovevano fare, noi invece solamente il 30%. Ecco perché devo pensare non tanto all’avversario di domani quanto piuttosto al livello della mia squadra. Vorrei che in questa partita riuscissimo ad esprimerci almeno al 70%. Questo sotto l’aspetto tattico, da quello caratteriale dovremo esprimerci al 110%. Poi come sempre sarà il campo a dare il verdetto finale”.
Se quest’estate è stata piuttosto movimentata, anche il prossimo inverno non sarà da meno. “A gennaio ci saranno operazioni sia in entrata che in uscita. Ne abbiamo già parlato con la società ed è fondamentale individuare già adesso i profili di cui abbiamo bisogno perché è chiaro che non puoi andare a cercarli a gennaio”.

Linguaggio universale
Cosmi poi ci tiene a togliersi un sassolino dalla scarpa. “A chi dice che il Rijeka sia morto e sepolto rispondo dicendo che la squadra si riprenderà prima di quello che molti pensano e tornerà quello che è sempre stato, ovvero protagonista di questo campionato”.
Sulla comunicazione con la squadra durante gli allenamenti, Cosmi spiega: “C’è una lingua universale, che è quella del calcio. Cerchiamo comunque di parlare in inglese perché è una lingua che viene compresa bene. Alcuni giocatori sono di estrazione ispanica perciò capiscono un po’ di italiano. Per coloro che parlano esclusivamente il croato ci pensano Aris (Naglić, il preparatore atletico, nda) e Rado (Đalović, uno degli assistenti, nda) a tradurre. È difficile per me esprimere frasi di senso compiuto in un’altra lingua, però è necessario anche per me imparare qualche concetto in croato. Tuttavia, il fatto però di non capire la lingua dell’allenatore ti costringe a essere più attento in allenamento. In Italia io parlavo ai giocatori italiani, ma spesso non capivano un c***o e in campo facevano cose sbagliate. Quello che voglio dire è che il calcio ha un suo linguaggio, oltre a quello verbale”, ha concluso il tecnico del Rijeka.

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