Coppa Croazia. Il Rijeka rischia una figuraccia

Contro il Moslavina la squadra di Cosmi vince soltanto ai calci di rigore e si qualifica agli ottavi di finale al termine di una partita da dimenticare quanto più in fretta

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Coppa Croazia. Il Rijeka rischia una figuraccia
Matija Frigan non si è praticamente visto in campo. Foto: Zeljko Hladika/pixsell

Che le partite secche nascondano sempre delle insidie è cosa risaputa, soprattutto quando si tratta di una Coppa nazionale. Le sorprese sono sempre dietro l’angolo, come se d’incanto sparisse nel nulla la differenza di valori tecnici. Le squadre onestamente più deboli trovano stimoli e convinzioni che nemmeno sapevano di possedere. E chi è logicamente favorito rischia d’incappare in figuracce memorabili. È un po’ la storia del Rijeka a Kutina, dove la squadra finalista dell’ultima edizione (KO con l’Hajduk) ha sudato le proverbiali sette camicie per superare ai rigori (6-5, 1-1 dopo 120’) il Moslavina, che milita nella Quarta Lega – zonale di Zagabria (sottogruppo B), nei sedicesimi di finale di Coppa Croazia. Il prossimo avversario sarà il BSK di Bijelo Brdo.

Il Rijeka si è presentato in campo con una squadra rivoluzionata rispetto all’ultima uscita in campionato con la Lokomotiva. Quella di Kutina contro la formazione locale era stata descritta alla vigilia come un’ottima occasione per il tecnico Serse Cosmi di concedere maggiore spazio a coloro che finora avevano giocato poco in campionato. Il campo però ha raccontato una storia completamente differente, mettendo ancora una volta a nudo tutti i limiti della truppa biancocrociata. Certo, gli ospiti hanno dettato i ritmi di gioco, ma è stata una supremazia sterile. Nel primo tempo il Rijeka si è reso pericoloso, si fa per dire, soltanto con delle conclusioni dalla distanza, che non hanno creato particolari grattacapi al portiere di casa Kovačić. Un Rijeka troppo brutto per essere vero. E la conferma è arrivata poco dopo la mezz’ora, quando il Moslavina ha sbloccato a sorpresa il risultato. Batarelo ha lanciato nei sedici Lončarević, che con una precisa conclusione sul primo palo ha battuto Zlomislić. La reazione dei fiumani? Timida e confusionaria. Occasioni zero.
A inizio ripresa Cosmi ha operato tre sostituzioni (in campo Ampem, Djouahra e Grgić) e le cose sono un pochino migliorate, anche se fino al 65’, ovvero al gol pareggio, la squadra quarnerina non è mai riuscita a trovare sbocchi in fase offensiva. Djouahra dai 18 mteri ha cercato di pescare il jolly, Kovačić ha respinto d’istinto e Bušnja non ha avuto difficoltà a metterla dentro.

Serse Cosmi non può essere soddisfatto.
Foto: Zeljko Hladika/pixsell

Dal 70’ al 74’ il Rijeka si è mangiato due ghiotte occasioni per chiudere la pratica. Ampem, servito ottimamente da Grgić, tutto solo davanti al portiere ha sbagliato clamorosamente mira, forse ingannato da uno strano rimbalzo del pallone. Poi Galešić da distanza ravvicinata non è riuscito a trovare la stoccata vincente. Inevitabili i supplementari, dove il Moslavina al 93’ ha “rischiato” di riportarsi in vantaggio con Batarelo. Trenta minuti “inutili”, dove non è successo praticamente niente. Quindi la lotteria dei rigori, che ha premiato (immeritatamente) il Rijeka.

Ivan selkovac e Mario Vrančić in lotta per il pallone.
Foto: Zeljko Hladika/pixsell

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