Budicin: «Perdere si può ma c’è modo e modo»

In vista della sfida di domani in casa della Dinamo, l’allenatore del Rijeka tira le orecchie alla squadra, specie ai più esperti, e chiede una decisa reazione

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Budicin: «Perdere si può ma c’è modo e modo»
Fausto Budicin. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La partita più difficile, quella dove non hai nulla da perdere. Ma, paradossalmente, allo stesso tempo forse anche la più facile, nella quale puoi guadagnare tanto. Domani, con inizio alle ore 20, al Maksimir andrà in scena una classica degli ultimi anni a livello nazionale, ovvero il confronto tra Dinamo e Rijeka. Rispetto a qualche tempo fa stavolta le cose stanno però ben diversamente. La gara che per anni incideva sulle sorti della lotta per il titolo ora non è altro che il classico testacoda tra gli zagabresi, primi, e i fiumani, tristemente ultimi. Incredibile, ma vero, perché soltanto un anno fa di questi tempi i quarnerini se la erano giocata (ricordate lo spettacolare 3-3, con doppietta di Abass?) alla pari con i campioni in carica. Oggi, invece, anche il più ottimista dei tifosi del Rijeka spera in una “clemenza” da parte della squadra di Ante Čačić, forse già con la testa all’impegno di martedì con il Chelsea.

Non bastassero l’ultimo posto in classifica, le polemiche interne e il posto di allenatore vacante, Fausto Budicin dovrà fare i conti anche con diverse indisponibilità e incertezze. Pavlović e Bušnja sono out per squalifica, Mitrović e Alvarez sono infortunati, mentre nel caso di alcuni giocatori l’impiego è dettato dalle sorti del mercato, ovvero dalla possibile partenza allo scoccare della mezzanotte. Peggio di così…
“La Dinamo domina in largo e in lungo la scena nazionale ormai già da anni e pertanto non c’è bisogno di spendere troppe parole sul tema di chi avremo di fronte – ribadisce il tecnico rovignese –. Per strappare un risultato positivo dovremo segnare uno o più gol, questo è sicuro. Dobbiamo per forza trovare la stabilità in fase difensiva, essere compatti anche quando non avremo il possesso della palla e avere le idee ben chiare una volta che ci si presenterà la possibilità di portare delle minacce a Livaković”.
Budicin non ama lamentarsi, ma stavolta non ha potuto esimersi dal farlo. Troppi infatti i fattori negativi con i quali dover fare i conti. “Tra possibili arrivi e partenze dell’ultima ora il roster non è definito e ci sono poi anche indisponibilità legate a squalifiche e infortuni. Galešić si è allenato e posso contare su di lui, mentre Hodža e Liber sono canditati a una maglia da titolare. Halilović? Un ragazzo molto positivo e un grande talento. Lui vuole aiutare il Rijeka a raggiungere gli obiettivi prefissati e il Rijeka vuole aiutare lui a ripartire. Non è fisicamente al meglio e ha bisogno di giocare per ritrovare la condizione ideale. Sempre che lo meriti attraverso gli allenamenti. Diciamo che avrò un quadro molto più completo della situazione appena venerdì mattina. Non escludo di gettare da subito nella mischia qualcuno dei nuovi arrivati, ovviamente dopo aver valutato le sue condizioni. Purtroppo la situazione è questa”. Poi l’immancabile commento su quanto successo le ultime settimane. “Dall’inizio ci sono stati dei problemi che in seguito, moltiplicati tra di loro, hanno portato a un problema grosso: l’ultimo posto in classifica. Non voglio giustificare i ragazzi, ma questo gruppo vale più di quanto dimostra al momento. Purtroppo qualcuno si è preso la libertà di cercare degli alibi. Nelle ultime due partite ci sono stati poi anche dei problemi di disciplina visto che in campo non sono state rispettate le disposizioni tattiche che avevamo concordato in allenamento. Ci sta perdere una partita, ciò che non è tollerabile è l’anarchia in campo. Deluso dai senatori? Sì, moltissimo. Ho chiesto loro di prendere per mano la squadra e aiutare i più giovani, ma non l’hanno fatto. Anzi, l’esatto contrario. Ci siamo parliati e e ci siamo detti apertamente alcune cose. L’allenatore è colui che deve risolvere i problemi e responsabilizzare i singoli. Il bello del calcio è che ogni partita è un episodio a parte e ti dà la possibilità di rimediare. Dobbiamo fare il massimo per cancellare questa figuraccia. Il risultato conta, ma l’importante è che in campo ci sia un gruppo di undici veri sportivi e che tutti si sacrifichino per il prossimo e per il bene della squadra. Se sarà così, i risultati prima o poi arriveranno”.

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