Bišćan: «Ci vogliono impegno, atmosfera e un po’ di fortuna»

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Bišćan: «Ci vogliono impegno, atmosfera e un po’ di fortuna»

FIUME | Con il passare del tempo si possono notare delle somiglianze, non nei tratti somatici, ma nel modo di comunicare, tra Matjaž Kek e Igor Bišćan. Non chiamano in causa gli arbitri, indicano i problemi senza alterarsi, ma le cose non le mandano a dire. Il Rijeka chiude il 2018 con una serie positiva che si sperava di poter concludere nell’ultima giornata della prima parte del torneo.
A causa delle condizioni del campo di Koprivnica la sfida con lo Slaven Belupo è stata rinviata a fine gennaio. “Non sono sicuro che si sia fatto tutto il possibile per evitare il rinvio di questa partita, ma non andrei oltre a questa considerazione. In futuro, forse, sarebbe il caso di tenere conto del rischio che non vi siano le condizioni per giocare in quegli impianti che non hanno il terreno di gioco riscaldato.
Sarebbe saggio far giocare le ultime partite lì dove si può riscaldare il campo, come a Fiume, Pola o Zagabria. Adesso il rinvio dell’incontro ci costringe a cambiare certi nostri piani, ma non possiamo che adeguarci. Inoltre, chissà se il 30 gennaio le condizioni ci saranno a Koprovnica”. Il tecnico Bišćan ha commentato così a Radio Fiume quello che è successo, e che non è successo, lo scorso fine settimana in cui la Dinamo ha vinto e allungato, come l’Osijek che ha fatto provvisoriamente scivolare i fiumani al terzo posto.

Il rinvio di una partita non dovrebbe condizionare più di tanto una squadra, ma nel caso del Rijeka la situazione è specifica. Reduce da una serie di dieci risultati utili consecutivi, tra cui un solo pareggio, ifiumani lanciatissimi si sono dovuti fermare nel loro momento migliore. A fine gennaio, forse, lo Slaven Belupo sarà un altro rispetto a oggi, ma anche il Rijeka lo rivedremo difficilmente in campo con gli stessi undici delle ultime gare vinte in modo convincente.
A Rujevica oggi, come in passato a Cantrida, si è abituati al traffico, in entrambe le direzioni. Con il suo arrivo il presidente Damir Mišković ha confermato che l’unico modo per rendere autosufficiente il club è quello di comprare per poco e rivndere per tanto. La squadra e l’ambiente devono essere tali da poter valorizzare e affermare i calciatori sia per raggiungere i risultati sportivi che per fare cassa. Le cose, come si è visto, funzionano abbastanza bene da questo punto di vista e quasi sempre per uno che se ne va arriva uno dello stesso livello. Per un allenatore, comunque, non è semplice gestire la situazione, soprattuttoin un club come il Rijeka in cui si sa, fin dall’inizio, che i pezzi migliori non potranno rimanere lì a lungo. “La politica del club è di vendere nel momento in cui arriva un’offerta che non si può respingere. Sono convinto – dice Bišćan -, che a prescindere dalle parteze avremo una squadra competitiva come lo è in questo momento. Aspettiamo in un clima positivo la ripresa del campionato, per continuare dal punto in cui ci siamo fermati”. Nel caso in cui nessuno dei titolari dovesse andarsene, tra l’altro improbabile, la squadra che c’è soddisfa iltecnico? “In linea di massima sì, ma come ogni altro allenatore, posso dire che mi mancano due giocatori. Le cose vanno viste con realismo – precisa Bišćan -, e la nostra realtà è questa. Rimanendo tutti insieme avremo la possibilità di lavorare con continuità e quindi con buone chance di proseguire con i buoni risultati”.
Che la squadra attuale abbia i numeri per fare bene lo confermano i numeri. Oltre alla semifinale di Coppa raggiunta battendo Radnik,Varaždin e Lokomotiva, ci sono state sei vittorie e un pareggio in campionato. Nelle sette sfide di campionato il Rijeka ha segnato 16 e subito 5 gol. Realizza due gol a partita e, soprattutto, va a segno regolarmente in ogni gara. “Per vincere devi segnare, ma io sono soddisfatto anche per il numero di gol subiti e per tutto quello che i miei giocatori hanno saputo fare da quando sono enuto a Fiume. Quando cambia l’allenatore ci sono sempre dei cambiamenti. Nel nostro gergo lo chiamiamo shock positivo. Qui c’è stato. Abbiamo cercato di conoscerci a vicenda e poi sono arrivati i risultati che hanno fatto il resto, migliorando l’umore e ridandoci fiducia. C’è stato un grande impegno da parte dei giocatori in ogni allenamento e quindi l’intesa su quello che si sarebbe dovuto fare in campo. È arrivata anche un po’ di fortuna per farci arrivare fin qui”.
La fortuna, ovviamente, torna sempre utile, ma nel caso di Bišćan occorre ricordare alcuni dettagli della sua breve carriera da allenatore. In due anni ha portato il Rudeš in Prima lega e quindi, la scorsa stagione, ha interrotto il dominio del Maribor in Slovenia guidando l’Olimpija a conquistare titolo nazionale e Coppa. Ambizioni con il Rijeka? “Cercare il massimo, partita dopo partita e quindi contare i punti”; aggiunge l’allenatore.
La sua forza, le sue migliori qualità la squadra di Bišćan le ha fatte vedere proprio contro le due squadre che al momento precedono il Rijeka in classifica. La vittoria interna con la Dinamo in una prova tatticamente perfetta ha sicuramente consentito al tecnico di alzare il tiro e la conferma è arrivata al Gradski vrt dove l’Osijek è stato letteralmente neutralizzato. “Il successo con la Dinamo va particolarmente considerata in quanto è avvenuta quando la squadra avversaria viveva un momento di forma straordinaria. Il futuro ci farà capire quanto è stata grande quella vittoria. Inquesta stagione la Dinamo perderà pochissime partite. A Osijek abbiamo superato una squadra che ha i nostri stessi obiettivi e lo abbiamo fatto in modo molto convincente”.
Fino al 2 gennaio tutti in vacanza, poi in Portogallo per i collegiali, sulle costa atlantica. Questa volta non siparteciperà all’Atlantic Cup, però sono previste delle amichevoli.

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