Per scelta o per necessità, o per entrambe le cose, l’ex allenatore del Rijeka, Igor Bišćan, un anno e mezzo fa gettò nella mischia dei giovani acerbi che seppero approfittare dell’opportunità di giocare in prima squadra diventando, chi più e chi meno, elementi interessanti anche sul mercato. A causa dell’infortunio capitato lo scorso inverno ad Andrej Prskalo, il ruolo di portiere titolare venne assegnato dal tecnico attuale Simon Rožman a Ivor Pandur, che ha superato a pieni voti l’esame, il lockdown e quindi la fase conclusiva del campionato, la Coppa Croazia e la preparazione per la nuova stagione appena iniziata.
Pandur al Verona: è ufficiale
Ieri il Verona ha comunicato di aver acquistato a titolo definitivo il 20.enne portiere, che ha sottoscritto un contratto sino al 30 giugno 2025. Dopo metà stagione in Prima Lega, Pandur non ha conquistato soltanto la maglia da titolare, ma soprattutto un ingaggio in Serie A.
Nella sofferta vittoria contro l’Istra 1961 a Rujevica ha ritrovato così il posto tra i pali Prskalo, il calciatore che con la maglia del Rijeka ha vinto più trofei di tutti, alcuni seduto in panchina e altri, tra cui il più importante di sempre, il primo e unico titolo nazionale, da protagonista. Con la partenza di Pandur, il portiere albonese è rientrato nell’undici titolare contro gli ex dell’Istra 1961, per la sua centesima presenza in campo come portiere del Rijeka. Nella sua carriera nell’“era Mišković” è stato il secondo portiere seguendo dalla panchina le prestazioni di Ivan Vargić, poi venduto alla Lazio. Guadagnato il posto da titolare, onorato con titolo croato e Coppa nella stagione 2016/17, dovette cedere il ruolo a Simon Sluga a causa di un infortunio, ma anche dopo la partenza di quest’ultimo Prskalo seppe meritare la fiducia fino a un altro infortunio, lo scorso inverno, spalancando la porta d’ingresso al promettente Pandur. Adesso ci potrebbe essere un altro giovane di belle speranze, o forse due, a scalpitare per prendere il posto a Prskalo. Ivan Nevistić, dopo un anno di prestito al Varaždin sembrerebbe maturo per vedersi assegnata una parte da protagonista nel Rijeka, assieme al nigeriano David Nwolokor, che aspetta pazientemente l’occasione per dimostrare il proprio talento.
Da quel 2013, anno dell’arrivo di Mišković alla presidenza del club, dell’exploit con la qualificazione nella fase a gironi di Europa League dopo aver superato lo Stoccarda, fino ai giorni nostri, Prskalo c’è sempre stato, o in campo o fuori. Un terzino, uno stopper, un centrocampista o un attaccante, prima o poi, ha l’opportunità di giocare partendo dalla panchina. Un portiere, spesso, o non ci arriva mai, oppure, nel migliore dei casi, è costretto a farsi trovare pronto nel momento in cui il titolare si fa male. Tra i pali c’è un posto solo a disposizione. “È vero, ma la concorrenza fa bene, aiuta a crescere e a migliorare”, ci aveva detto Prskalo quando tre anni fa, dopo il titolo conquistato, s’impose Simon Sluga che gli subentrò, per infortunio. Prskalo, dopo aver festeggiato la centesima partita come portiere del Rijeka, ripete il concetto parlando a Radio Fiume, consapevole di avere come concorrenti due portiere validi. La società fiumana, costretta a vendere per assicurarsi la sua stabilità finanziaria, continua a sfornare portieri per un ruolo che non è mai sguarnito, a differenza di altri. La scuola calcio del Rijeka, comunque, riesce a produrre interpreti anche per le altre posizioni per cui nelle ultime due stagioni è ormai una consuetudine avere in campo quattro o cinque ragazzi giunti dalle giovanili. Questo è il futuro del Rijeka, della sua sostenibilità, come sottolinea regolarmente il presidente Mišković che ora si aspetta che l’area tecnica del club provveda a far fruttare i buoni risultati individuali di gente come Antonio Mirko Čolak, capocannoniere e miglior giocatore dello scorso campionato.