Alen Grgić: «Il derby può essere il classico bivio»

Dopo 316 giorni oggi torna a Rujevica la sfida tra Rijeka e Istra 1961. Le due squadre sono vicine in classifica e non c’è una vera favorita. Per i fiumani contano solo i tre punti

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Alen Grgić: «Il derby può essere il classico bivio»
Alen Grgić, uno dei pochi neoarrivati ad aver giustificato le attese. Foto: NEL PAVLETIC/PIXSELL

Dopo 316 giorni, che nel calcio d’oggi sembra un’eternità, il derby tra Rijeka e Istra 1961 torna oggi (ore 15) a Rujevica. L’ultima volta, il 18 dicembre 2021, finì 1-0 a favore dei fiumani grazie alla rete di Jorge Obregon a otto minuti dalla conclusione. L’attaccante colombiano dovrebbe essere a disposizione dell’allenatore Serse Cosmi, ma non è per nulla scontato che partirà titolare. Nulla di strano, visto che anche in quell’occasione subentrò a partita ormai in corso e poi risultò decisivo ai fini del risultato.

Rispetto a dieci mesi fa sono cambiate comunque parecchio le carte in tavola. L’Istra 1961 è sensibilmente migliorato, al di là degli ultimi risultati non brillanti, mentre il Rijeka è piombato nella mediocrità, per non usare parole ancora più pesanti. Una squadra in crisi di gioco, risultati e d’identità, che alterna momenti positivi (pochi) a quelli negativi (troppi). Colpa di un mercato estivo impostato male in partenza e portato avanti allo stesso modo fino alla sua chiusura. Ma è inutile piangere sul latte versato…

Una delle poche conferme
Uno dei pochi neoarrivati a essersi rivelato un rinforzo a tutti gli effetti è sicuramente il laterale sinistro Alen Grgić. Il 28.enne di Nova Gradiška è giunto a Rujevica dopo otto anni trascorsi all’Osijek ed è riuscito subito a conquistare la fiducia dell’allenatore Serse Cosmi. Un po’ per merito proprio e un po’ per mancanza di concorrenza, con il colombiano Andres Solano prima infortunato e poi quasi imbarazzante nelle poche presenze stagionali collezionate.
“Nessuno di noi può essere soddisfatto di come siano andate le cose fino ad oggi. Dopo un inizio di stagione davvero orribile, nelle ultime settimane abbiamo un po’ alzato il livello del gioco, ma non è sicuramente questo il Rijeka che tutti noi vogliamo vedere – ammette il laterale slavone –. Abbiamo analizzato durante gli allenamenti gli errori commessi, con la speranza di non ripeterli più. Adesso bisogna rialzare la testa e pensare esclusivamente all’Istra 1961. Le nostre aspettative sono notevoli. I polesi sono sicuramente una squadra di qualità, che ama giocare a calcio. Tatticamente sono organizzati molto bene e ogni singolo giocatore sa esattamente cosa fare in campo. Naturalmente, come d’altronde qualsiasi squadra al mondo, hanno anche dei punti deboli. Noi siamo però il Rijeka e giochiamo a casa: se c’è una squadra che deve temere o adattarsi all’altra questa è sicuramente l’Istra 1961. Senza voler togliere ovviamente nulla agli avversari”.

«Dobbiamo crederci sempre»
Per un giocatore non è sicuramente facile allenarsi o scendere in campo con la pressione sulle spalle. “Personalmente non ho questo problema – sorprende un po’ Grgić –. Io parto sempre dalla constatazione che faccio ciò che mi piace di più al mondo, ovvero giocare a calcio. Poi, come del resto anche nella vita, talvolta gli sforzi vengono ricompensati a dovere e altre volte no. Ma alla lunga il lavoro paga, e sarà così anche nel nostro caso. Dopo la pioggia arriva per forza il sereno. Dobbiamo essere sempre felici di ciò che siamo e facciamo, soltanto credendo in noi potremo migliorarci. Sprizzando energia negativa non si va lontano”.
Anche l’allenatore Cosmi è per natura uno che pensa sempre positivo, il che aiuta indubbiamente la squadra. “Assolutamente sì. Il tecnico è quello che deve dare l’esempio, in fondo tutto parte da lui. Su Cosmi è inutile spendere troppe parole, il suo curriculum la dice lunga. Direi che è riuscito a trasmetterci questa energia positiva, sta ora a noi recepirla in pieno e trasformarla in fame di successo. Il Rijeka è sicuramente una squadra che ha qualità tecnica, forse ciò che ci manca è un po’ di fortuna. Ho quasi l’impressione che tutti gli episodi sono contro di noi. Eppoi si sono messi di mezzo anche gli infortuni, che continuano a non voler lasciarci in pace. Speriamo che la gara con l’Istra 1961 possa rappresentare un bivio. Un motivo in più sarà sicuramente l’occasione di superare i polesi in classifica in caso di successo”.

«Facile ambientarsi a Fiume»
La caratteristica di quasi tutti i giocatori che vengono a Fiume è quella del facile inserimento nella nuova realtà. Nemmeno per Grgić è stato diversamente. “Sì, tutto è perfetto. Quando arrivo in automobile in allenamento e vedo il mare tutto diventa più facile. Il centro sportivo di Rujevica è poi qualcosa di speciale e offre tutte le condizioni per lavorare in tranquillità. Mi auguro che in un prossimo futuro anche le altre squadre croate abbiano questa possibilità. D’altra parte, se devo essere sincero, non ho avuto troppe occasioni per conoscere la città e i suoi dintorni. Quando mancano i risultati il clima non è dei più sereni e questo finisce per riflettersi anche su noi giocatori. Semplicemente non hai una voglia matta di divertirti come se niente fosse. Come secondo, nei pochi momenti di tempo a disposizione abbiamo fatto una specie di team building. Non appena troverò un po’ di tempo cercherò sicuramente di fare un… sopraluogo”.

«Il mio idolo? Dani Alves»
Se gli chiedete chi sia il suo idolo calcistico, la risposta è piuttosto semplice… “Sarebbe forse sin troppo comodo dire Cristiano Ronaldo o Leo Messi, due giocatori che un po’ tutti adorano. Io però dico Dani Alves. Per me lui è il migliore di tutti i tempi per quanto concerne il ruolo di terzino, che è la mia posizione naturale. Poi, è chiaro che è difficile poter tracciare delle parallele tra il calcio di decenni fa e quello di oggi. Ogni periodo è specifico, ma per me Alves è davvero il migliore di tutti”.

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