Una scialuppa K.u.k. tornerà nel porto di Pola

L'imbarcazione in vendita a Spalato, è ora del Museo archeologico

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Una scialuppa K.u.k. tornerà nel porto di Pola

La storia di Pola è indissolubilmente legata alla storia della K.u.k. Kriegsmarine e nulla è modificabile nell’ordine delle cose e degli eventi dopo avere sostenuto quel grandioso ruolo di principale porto di guerra dell’Impero austro-ungarico. La ricostruzione di questo passato è un debito assunto per eccellenza dal Museo storico e navale dell’Istria, tuttavia, tale è il lascito del secolo scorso, che a entrare in campo sono anche coloro che si occupano di archeologia, indagine subacquea e restauro. Il Museo archeologico istriano di Pola, scavalca i secoli antico-medievali e si appropria di niente meno che una lancia di salvataggio appartenuta alle corazzate della classe Tegethoff, unica imbarcazione in legno sopravvissuta fino ai giorni nostri dai tempi dell’Imperial e Regia Marina. Sbalorditivo è il fatto che a distanza di 103 anni dal crollo della “Defunta” si riesca a recuperare un siffatto reperto e il merito di tutto ciò sta in effetti nell’estrema passione per i vecchi navigli coltivata da Marko Uhač, restauratore esperto del Museo archeologico. Intuito ha fatto sì che Marko ha scoperto la San… Marco una maxi scialuppa di quelle appartenute al porto di Pola, che venivano utilizzate per traferire l’equipaggio dalle grandi navi da guerra alla terraferma e da nave a nave o anche per sopravvivere a naufragi in tempi assai poco rassicuranti come quelli della Grande Guerra.

La poppa e…

Adocchiata per puro caso

Quella che è probabilmente l’unica piccola imbarcazione ancora in grado di salpare di tutta la grande flotta di cui gli Asburgo andavano orgogliosi, è stata adocchiata per puro caso, dopo un annuncio di vendita pubblicato a Spalato, tutta mimetizzata e mascherata da manutenzioni eseguite di decennio in decennio, per rendere possibile la salita a bordo e la navigazione. La “San Marco”, nome militare austriaco per esteso “San Marco SMS Rettungskutter Klasse” (rettung: sta per salvataggio e kutter per scialuppa), che è stata acquistata dallo spalatino Slavko Penđer, non ha solcato le onde dell’Adriatico per tornare nel porto di Pola, suo probabile “luogo d’origine”. Considerata l’età e stata trasportata per terraferma onde evitare pericoli di danneggiamento e ora è proprietà del Museo archeologico, che la gestirà in tandem, assieme al Museo storico e navale. Prima però ci vuole il chek up a cura di intenditori. Lo stesso Arsenale, che forse l’avrà fabbricata, provvederà al suo recupero per restituirle le sembianze originali e renderla riutilizzabile e navigabile a scopi turistico-divulgativi. A parte il fatto di capire che l’imbarcazione, da 9 metri di lunghezza e 2,60 di larghezza, vada salvata dal degrado, dalla distruzione e dall’oblio, il Museo ha effettuato l’acquisto per un investimento di 95mila kune, aggiungendone ulteriori 12mila per il servizio di prelievo con la gru e il trasporto fino a Pola.

…la prua prima del restauro

Appartenuta alla Viribus Unitis?

Le supposizioni del direttore del Museo archeologico, Darko Komšo, svelano anche il perché dell’investimento: “Possiamo supporre che questo kutter di salvataggio sia appartenuto alla SMS dreadnought Viribus Unitis, la famosa corazzata dell’Imperiale e Regia Marina austro-ungarica, nave ammiraglia e fiore all’occhiello della flotta, affondata dai mass italiani alla fine della guerra del 14-18. Con la sua ricostruzione, quest’imbarcazione, che un tempo era dotata di vela e poteva far salire a bordo fino ad una quarantina di marinai, tornerà a rivestire una duplice funzione: sarà nuovamente in grado di navigare e di rappresentare un reperto da museo, attraccato nel porto di Pola, in tempo per la prossima estate. Il piano attuale è quello di far resuscitare tale e quale la scialuppa di fine XIX e di inizio XX secolo, mantenendo integri determinati requisiti aggiunti in epoca successiva. Sarà questo il primo piccolo storico naviglio cui renderanno giusta pubblicità i nostri due musei di Pola e che verrà attraccato vicino alla Capitaneria di porto. Sarebbe stato errato conferirgli uno status di inerte reperto museale invece che usarlo attivamente per servizi di guida d’istruzione. Questa storiella risulta sufficientemente interessante e curiosa da essere divulgata”.

Uno scafo d’Imperiale e Regia memoria

Un pezzo unico

Pur non essendo esattamente noto il cantiere che ha costruito la San Marco, si è fatto in modo di attribuirlo a Pola, che fu quartier generale delle corazzate e di chiedere l’iscrizione nel registro nazionale dei beni storico-culturali sotto tutela. Come informa il suo scopritore, Marko Uhač, l’imbarcazione è stata liberata dallo strato di vernice, dal motore finora in uso, per poi procedere con gli interventi sullo scafo. “In questo momento – così Uhač – non possiamo dire in tutta sicurezza che si tratti esattamente di una delle scialuppe della Viribus Unitis, ma non vi è ombra di dubbio che abbiamo a che fare con una scialuppa tipo Rettungskutter I Klasse, di prima classe dell’Imperial e Regia Marina. È un pezzo unico tra le pochissime imbarcazioni e requisiti della flotta sopravvissuti fino al giorno d’oggi come la chiatta portuale galleggiante di Cherso, il panfilo Dalmat/Istranka di Spalato, i monitor fluviali Leitha da pattugliamento conservati a Budapest e i ‘lodrog’ di Belgrado. Quello che nel caso nostro fa la differenza è che l’imbarcazione è di legno e non di metallo. Rinvenire questo kutter avente la maggior parte di elementi originari ancora in buon stato di conservazione, è davvero una rarità in Croazia”.

La San Marco era stata restaurata una prima volta da ingegneri italiani

Navi ormeggiate a Pola

Come spiegato da Uhač, su ogni nave da guerra austroungarica che si rispetti si trovava almeno un Rettungskutter di zero, I, II o III classe, dipendentemente dalla grandezza della nave. La loro missione era quella di salvare gli uomini finiti in mare causa il maltempo. È proprio questo tipo di kutter che si trovavano sulle temibili Tegetthoff, Radetzky, Erzherzog e Habsburg, nonché sulle corazzate Sankt Georg, sulla SMS Viribus Unitis e l’altrettanto famosa e illustre Szent Istvan. Immagini video e fotografie mostrano i naufragi delle ultime due, prive di scialuppe di salvataggio, il che rivela che negli anni successivi alla prima guerra mondiale, molte di queste imbarcazioni rimasero ormeggiate dentro al porto di Pola.

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