Umago. Con il Museo civico alla scoperta delle radici: conoscere per tramandare

Valide iniziative finalizzate alla ricerca e alla valorizzazione del territorio

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Umago. Con il Museo civico alla scoperta delle radici: conoscere per tramandare

Le radici sono importanti; quelle che ci parlano della vita, della gastronomia, dell’economia, delle tradizioni di un paese o di una città. E sono importanti soprattutto quando di mezzo ci sono state guerre ed esodi. Purtroppo, per Umago il periodo tra le due Guerre mondiali e anche l’immediato dopoguerra fino agli anni 60 del secolo scorso, non è stato troppo felice. Gli anziani ancora in vita parlano di come sia stata dura andare avanti, di come un tempo si soffriva la fame. Ma si ricordano anche di come dopo il secondo conflitto mondiale le cose siano cambiate: prima a causa dell’esodo, davvero disastroso, poi per le difficoltà economiche, di cui si è avuto ragione solo dopo gli anni 60 del secolo scorso, quando vennero costruite le fabbriche, come il cementificio, lo stabilimento “Hempel”, l’”Istra-auto” e altre. Gli alberghi hanno poi migliorato ulteriormente l’economia, portando Umago, in meno di dieci anni, a essere uno dei primi Comuni dell’ex Jugoslavia per reddito procapite. Ma non tutto si sa della storia dal 1920 al 1960, proprio perché con l’esodo molte persone se ne sono andate portando con sé una parte della storia umaghese.

 

Un ventaglio di ricerche

Il Museo civico di Umago ha promosso alcune valide iniziative finalizzate alla scoperta e alla valorizzazione del passato del comprensorio e della sua gente, ricerche che si concluderanno nel dicembre del 2022 e che sono finanziate dal Gruppo d’azione locale per la pesca (FLAG), fatte soprattutto per rispolverare la tradizione marinara, le ricette di un tempo, ma anche per fare conoscere ai bambini le “grue” e la nave antica di Zambrattia.

Un incontro sulle “grue” nel Museo civico

Ma si tratta di cose interessanti per tutti. Barbara Crnobori, pedagoga del Museo di Umago, ci ha detto che molto probabilmente una mostra si farà per la Notte dei Musei (nell’ultima settimana di gennaio), per presentare le ricerche sui pescatori e le ricette. Le ricerche riguarderanno il lasso di tempo dal 1800 in poi. Il secondo filone di ricerche, che si concluderà nel 2022, riguarda le “grue” in legno di acacia, già presentate sia in situ che nelle scuole dalla stessa Crnobori e che si baserà anche sui maestri d’ascia.

Anche a scuola si parla delle “grue” con la pedagoga del Museo, Barbara Crnobori

Purtroppo, si tratta di una tradizione che sta morendo, anche perché non ci sono nuovi falegnami né c’è l’interesse alla scuola professionale per questo profilo. Per fare rivivere le “grue”, comunque, si useranno l’informatica e i siti web. Inoltre si realizzerà un documentario. Il terzo filone riguarda la nave antica di Zambrattia le cui tavole sono state cucite; una nave antichissima, che sicuramente farà parlare di sè anche in futuro. Concretamente, quello che mancava a livello storiografico e fotografico, è il periodo fra le due Guerre mondiali e quello che va dal secondo dopoguerra fino agli anni 60 del secolo scorso, segnato dall’esodo, che si è portato via un pezzo di storia, che adesso manca e che il Museo vuole riscoprire.

La nave cucita di Zambrattia

Le foto raccontano

”Sull’argomento il Museo civico di Umago ha già organizzato diverse mostre, molto interessanti, ma è nostro dovere proseguire su questa strada, perché il passato è importante – dice la direttrice del Museo, Biljana Bojić –. Vogliamo conoscere tutto di Umago, parlando di gastronomia, di cucina; vogliamo riscoprire le vecchie ricette, perché dopo la Seconda Guerra mondiale sono cambiate anche le abitudini alimentari della popolazione. Ancora oggi molte persone giunte a Umago si chiedono perché qui si parli l’italiano; non conoscono la nostra realtà sociale, non sanno nulla del passato, di come si viveva tra le due guerre, di che cosa si occupavano le persone e altro. Finora la risposta alla nostra iniziativa è stata molto buona; abbiamo già raccolto molto materiale, foto d’epoca molto interessanti. Umago ha una lunga tradizione legata alla pesca, all’agricoltura, ma anche al turismo, presente da oltre 140 anni. Ci sono pervenute immagini delle spiagge storiche di Umago, come quella di Muiella, con la Pensione San Marco, della spiaggia comunale a Punta, dell’hotel ‘Beograd’ (ex ‘Umag’, ‘Miramare’, ‘Stella Maris’), del resort per orfani della Stiria a Bassania, della costa rocciosa sotto il faro di Salvore, della diga di Umago, dell’area davanti all’albergo ‘Kristal’, della stessa Cittavecchia. Per tutti, siamo a disposizione e reperibili al Museo o via e-mail all’indirizzo di posta elettronica [email protected]”.

Turismo, carta vincente

A proposito di turismo, che a Umago è di casa da quasi un secolo e mezzo, c’è in verità un po’ di nostalgia per gli alberghi di allora: per esempio l’ex “Beograd” di Punta, che oggi versa in uno stato di completo abbandono. Ma c’è anche nostalgia per la bellezza del turismo dell’epoca, quando si curavano i dettagli e i paesaggi. Le spiagge erano davvero belle e romantiche, come quella presso il conservificio del pomodoro della “Podravka”. I “bagni” erano di una bellezza unica. Nel tempo, il grande turismo, gli alberghi hanno sì portato benessere e più soldi, ma sotto sotto hanno perso qualcosa della loro bellezza. C’è poi il vecchio lavatoio, dove le massaie di Umago, curve sulla sorgente d’acqua dolce, lavavano i panni, che potrebbe essere recuperato. Osservando le vecchie foto si possono riscoprire momenti che ancora ci sfuggono. Anche il vecchio mulino ha una storia importante, perché in giro non ci sono più né mulini né mugnai. L’ultimo mugnaio di Umago è stato Bruno Chert. Anche i pescatori, con la vecchia fabbrica del pesce, vantano una storia importante. La fabbrica fu costruita da Pietro Manzutto e nei decenni successivi divenne ‘Arrigoni’, quindi ‘Mirna’ e oggi ‘Podravka’. Dal conservificio del pesce si è passati al pomodoro. Sì, c’è proprio tanto da conoscere e da tramandare. E sarebbe un peccato non farlo.

Il turismo di un tempo: grande romanticismo

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