Testimonianze di un passato tumultuoso

Documenti silenziosi della storia, le fortezze raccontano il trascorso di una regione: Spalato, Traù, Clissa, Salona e Almissa

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Testimonianze di un passato tumultuoso

Spalato negli ultimi anni è diventata una delle mete preferite dai turisti che scelgono la Dalmazia quale destinazione dell eloro vacanze. Una passeggiata sulla magnifica Riva o una tappa al palazzo di Dioclaziano sono d’obbligo. Impossibile non visitare il centro storico e la cattedrale. E poi, chi non soffre di vertigini può salire sul campanile di San Doimo e godersi un magnifico panorama della città a 360 gradi. Altri, magari, più fedeli alle gioie estive rispetto alle attrattive culturali, andranno a fare un tuffo in mare sdraiandosi sulla celeberrima spiaggia di Botticelle-Bačvice. Per gli amanti del calcio c’è una puntata d’obbligo allo stadio del Poljud, datato ma affascinante come una conchiglia che si schiude per offrirci la sua perla. In questo caso, sportiva e al contempo architettonica.
Assolto questo giro, le alternative non mancano. Una queste potrebbe essere salire verso le varie fortezze, rocche, bastioni di Spalato e dintorni. A chi non ama gli eventi bellici in genere forse l’idea non piacerà, però è molto più “turistica” di quello che sembra e porta il visitatore in posti in primo luogo molto panoramici e, soprattutto, fuori dalle classiche rotte turistiche, immancabilmente anche molto (troppo) affollate. Un giro virtuale tra torri e mura di antiche fortificazioni può iniziare praticamente in pieno centro di Spalato.
Avete presente il palazzo di Diocleziano? Bene, a poche centinaia di metri verso est sorge una fortezza, ben incastonata nel vecchio centro cittadino, tra piccole case e viuzze. Sorge nel quartiere di Grippi (Gripe), noto per la palestra che ha consacrato il club cestistico Jugoplastika e tanti giocatori di classe mondiale, portando la squadra a diventare campione d’Europa. E proprio qui che sorge un luogo da scoprire, anche se oggi rimangono solo parti delle mura esterne, che ci indicano la grandezza di un tempo. Fortezza veneziana barocca, costruita in soli otto mesi nel XVII secolo per difendersi dalle invasioni ottomane, era di importanza strategica per la città. Infatti, sorge su una collina e per questo oggi è un punto panoramico. Si possono scorgere le spiagge orientali della città e tutta la parte est, nonché il monte Mosor a nord. Ospita pure un museo. L’entrata nel cortile è gratuita; una parte delle mura è aperta al pubblico. C’è pure una chiesetta.
Tornando in Riva, si offrono alla vista le isole e, a destra, la stazza imponente del monte Mariano (Marjan); sulla punta più meridionale della città sorge la penisola di Santo Stefano (Sustipan). Non è una vera fortezza, anche se è chiusa da mura. Oggi vanta un grande parco e l’omonima basilica; per tantissimi anni in zona c’era pure il camposanto cittadino, oggi invece c’è un cimitero memoriale in ricordo dei re croati che in passato venivano sepolti in quest’area. Originariamente, era presente anche un convento. Oggi Sustipan è meta per chi vuole vivere momenti tranquilli fuori dal caos cittadino, con uno spettacolare colpo d’occhio sulle isole e sull’intero porto cittadino.

Sassi e zona green

Il Marjan è la vera green zone della città: da volta montagna deserta, con gli anni è diventata il polmone della città, ideale per lunghe passeggiate; salire in cima è impegnativo, tanto che spesso il monte viene usato da società sportive per testare la preparazione dei loro atleti. La vetta si trova a 178 metri sul livello del mare. Arrivarci ne vale la pena: il panorama è di quelli mozzafiato e nelle giornate in cui il cielo è limpido lo sguardo si allarga a una regione molto ampia, dalla costa all’hinterland, fino a Traù. Procedendo verso ovest, vicino alla cima del Marjan ci si può imbattere in tanti resti bellici, dalle case, ai bunker alle trincee.
Spostandosi a occidente, conviene fermarsi a Traù (Trogir), oggi patrimonio dell’Unesco. È un piccolo tesoro architettonico, storico e culturale: un labirinto fatto di calli e viuzze che caratterizzano quest’antica cittadina, circondata da una cinta muraria. Nella sua parte più occidentale troviamo la fortezza Camerlengo. Costruita nel XV secolo, è ben conservata; anche se un po’ povera all’interno, conviene visitarla, tenendo conto che l’ingresso è a pagamento. Ma vale la pena: dalle mura e dalle torri si può vedere grande parte della città; a ovest il cantiere navale e subito accanto l’originale stadio calcistico, recentemente rinnovato; dall’altra parte c’è la cupola di San Marco.
Finita la visita a Traù non possiamo che non salire sui pendii del Mosor, un monte che come altri rappresenta la zona ideale per l’edificazione di fortezze. Le colline, per le metodologie di combattimento in passato offrivano maggior sicurezza e un punto più facile per respingere il nemico.

Chiavi e sale

Ci dirigiamo verso la cittadina di Clissa (Klis), a soli cinque chilometri da Spalato. Ci troviamo a 290 metri di quota, sotto le pendici del Mosor. Iniziando a salire da Salona (Solin) ci si rende conto che siamo praticamente in campagna e ben presto davanti a noi si intravede l’enorme fortezza di Clissa. È posta sul punto più alto. Del tutto isolata, l’antica roccaforte medievale, ancora oggi rispetta quelle che erano le sue funzioni e ruolo originari, tanto da venir scelta come scenografia nella serie “Game of Thrones”. Negli anni è stata rinnovata. Arrivati nel centro di Clissa non si può fare altro che salire a piedi fino all’ingresso. La fortezza presidia l’unico accesso dalla Bosnia alla costa dalmata e ha sempre avuto un alto significato strategico. Secondo alcuni il termine deriverebbe infatti dal latino Clavis (chiave) a significare che chi la teneva aveva in mano le chiavi della Dalmazia.

Già all’ingresso ci rendiano conto della sua imponenza. L’aspetto attuale della fortezza, passata nel corso dei secoli attraverso numerose ristrutturazioni, è in larga parte quello impresso dai lavori di ammodernamento compiuti da Venezia durante il XVII secolo. Per visitar bene la foretezza possono servire anche due ore. È interessante notare che, come a Traù, anche qui subito nell’immediatezza del castello sorge lo stadio cittadino.
Dalla fortezza, lasciamo andare lo sguardo da Salona a Spalato e tante altre località vicine, come anche le isole. Scendiamo a valle e non possiamo che non fermarci nella città di Salona che negli anni si è espansa molto. Si ritiene sia stata fondata nel IV secolo a.C. ed era considerata il porto degli Illiri dalmati. Nel 48 a.C. Giulio Cesare dichiarò Salona il centro della provincia romana della Dalmazia. Il centro della città è a forma di trapezio, circondato da mura e da torri fortificate. Ancor oggi è riconoscibile il peristilio delle terme, luogo per il bagno riscaldato e gli spogliatoi.

Salona è conosciuta per le sue rovine. Il nome deriva dalla presenza di zone destinate a saline. Come dicono gli abitanti del posto, i resti ci sono e sono tanti. Il problema siamo noi che abbiamo costruito nuove costruzioni e sotterrato quelle vecchie. Il bello di questa zona è che è relativamente isolata. Il verde la fa da padrone e ci si può completamente immergere negli scenari di parecchi secoli fa. Nei punti più alti ci rende conto di essere a due passi dalla magistrale e che la città di Spalato è vicinissima.
Completiamo il nostro giro a est del capoluogo dalmata. Ad appena 30 minuti di macchina sorge Almissa (Omiš), incastrata tra mare e monti, divisa dal fiume Cetina. Per molti è soprattutto una città da cui passare andando verso sud, verso Makarska o magari Ragusa (Dubrovnik). I due punti di maggior interesse sono subito visibili: le fortezze. Una edificata in cima alla montagna; l’altra praticamente a sovrastare la città. La fortezza in cima alla montagna porta il nome di Fortica. È stata costruita in un punto dal quale i pirati potevano osservazione il territorio, ossia monitorare una larga fetta di mare e di entroterra. Lo scopo principale era proteggere la città, ma nel caso in cui il nemico ne avesse occupato il centro, i difensori sarebbero stati pronti, dalla cima della montagna, a “bombardare’’ la città con massi di pietra. Osserviamo la città e la baia. In fondo troviamo le isole di Brazza (Brač), Lesina (Hvar) e Solta (Šolta). Però dall’altra parte si segue a lungo pure il fiume Cetina. Si presenta in buono stato. Arrivarci è un problema, trattandosi di un bella scarpinata. Ci sono due percorsi. Uno parte dal fiume Cetina e dal centro cittadino di Almissa. L’altro, meno ostico, inizia dalla periferia orientale della città. Qui, però buona parte della salita si può fare in macchina. Si arriva praticamente a metà percorso. Poi la salita come tale non è molto faticosa. È lieve, però costante. Inoltre, essendo una zona molto priva di boscaglia, il sole picchia forte e diventra un ostacolo in giorni estativi di gran caldo. L’altro problema è ben più grande. È una zona in cui vivono pure diversi serpenti, molti dei quali sono velenosi. Bisogna far attenzione. Arrivati in cima, la visuale è fenomenale e farà dimenticate tutte le fatiche fatte per arrampicarsi. Si potranno notare in vicinanza altre fortezze sia in direzione di Makarska, che dall’altra parte del fiume Cetina.

Viste mozzafiato

La fortezza Mirabella, invece, si trova in pieno centro cittadino. Si eleva sul centro a un’altitudine di 245 metri. Venne costruita nel XIII secolo e fu a lungo un riparo sicuro per i pirati di Almissa, che in caso di grave pericolo, si rifugiavano nel canyon della Cetina. Durante l’attacco turco del 1537, i difensori di Almissa con grida e spari, aiutati dall’eco, riuscirono a ingannare l’avversario, mettendolo in fuga pensando che la città fosse difesa da molte più persone. È molto ben mimetizzata. Per entrarci e visitarla basta addentrarsi nella parte vecchia della città e seguire le indicazioni. Dalla fortezza Mirabella si può godere di un panorama su Almissa e sulla baia. Però ben presto noterete che l’entrata è posta nella parte più bassa della fortezza. Per visitarla bisognerà fare tanti gradini. Infatti, la fortezza come tale occupa una piccola superficie, però il tutto è posto su svariati piani collegati da gradini, anche ripidi e alti. Arrivarci non è semplice, indipendente dalla vostra condizione atletica. In cima si trova una torre. Scalini finiti? No, la torre è a due piani. A Mirabella finisce il nostro viaggio nelle principali fortezze attorno a Spalato. Visitarle conviene, anche a chi non ama la storia e gli eventi bellici, se non altro per allargare i propri orizzonti.

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