Scalinate di Fiume, il volto verticale della città

Una città in salita: viaggio tra i gradini della storia e della fatica (2 e fine)

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Scalinate di Fiume, il volto verticale della città
L’inizio in Piramide della scalinata del ginnasio

Dopo aver percorso le scalinate “religiose” – da quella per Tersatto a quella del Calvario – e quelle “lavorative”, verso Scoglietto e Martinščica e infine quelle legate alle spiagge di Pećine, proseguiamo il nostro viaggio virtuale alla scoperta delle altre più o meno note scalinate di Fiume. Ce ne sono di molto pittoresche e piene di colori e negli ultimi anni si sono fatte conoscere anche quelle un po’ più a ovest della spiaggia di Sablićevo. Passano accanto alla scuola di Pećine e congiungono le due più importanti strade cittadine che percorrono il rione di Pećine. Vengono usate in primo luogo dagli alunni della locale scuola elementare e portano il nome di Malik Tintilinić. Un nome non a caso e nemmeno il luogo š stato scelto a caso. Infatti, il nome deriva dal libro “La foresta di Stribor” (Šuma Striborova) di Ivana Brlić Mažuranić (Ogulin 18 aprile 1874 – Zagabria 21 settembre 1938), ritenuta la migliore scrittrice croata nel campo dei racconti per bambini, che parte della sua vita l’ha trascorsa proprio a Pećine. Ed è così che grazie al progetto degli alunni delle scuola del 2016, portato avanti in occasione di Fiume Capitale europea della cultura 2020, oggi queste scale da secondarie e “brutte” sono diventate un’attrazione degna di essere vista grazie ai suoi variopinti e numerosi scalini: ce ne sono ben 151! Purtroppo negli anni i colori sono un po’ sbiaditi…

La scalinata Miklós Vásárhely

I tredici fucilati
Andando ancora più a ovest arriviamo a un muto testimone dell’ultimo conflitto mondiale: la scalinata dei Tredici fucilati. Le scale erano state costruite nel 1933 per collegare le due strade principali, passando tra due palazzi. All’inizio erano note come le scale della Casa dell’Alga, il laboratorio cosmetico-farmaceutico che sorgeva proprio di fronte alle scale e vicino al mare. Il tutto è ormai abbandonato da decenni. Ed è proprio davanti alla Casa Alga che i militari tedeschi, il 10 marzo 1945, alla fine ormai dell’ultimo conflitto mondiale, fucilarono 13 giovani in segno di rappresaglia per vendicare due agenti di polizia uccisi. In perenne ricordo di questo tragico avvenimento, nel 1984 alla scale è stata aggiunto un monumento, ossia 13 tubi rossi che vanno da una parte all’altra delle scale. Ossia tra i due palazzi. Oggi i gradini sono 42.

Poco lontano sorge un altra storica scalinata di Sušak. È la scalinata del ginnasio, che porta, come dice il nome stesso, fino al ginnasio di Sušak. Ha cambiato nome in diverse occasioni, ma viene ricordata anzitutto come scalinata del ginnasio e usata soprattutto dagli studenti. Vengono interrotte da tre vie poco trafficate, come pure dai binari della ferrovia. Bisogna sapere che il Ginnasio è stato costruito nel 1896 e che nei pressi c’era il Ricovero infantile aperto nel 1911. Il tutto fu costruito nel periodo di diversi anni, ma la parte principale della scalinata, che doveva collegare la zona della Piramide con il Bulevard, fu finita nel 1925. E i gradini non sono pochi. La salita non è ripida e presenta anche piccole porzioni piane, ma alla fine si contano 285 gradini.

Le scale dei Tredici fucilati

Scendendo dal Bulevard
Rimanendo in zona Bulevard, c’è un altra scalinata che in parte rimane ignota, ma è molto importante e collega la zona, ma anche Tersatto, con il centro: il passaggio Kranjčević (Kranjčevićev klanac). Oggi viene intersecata da diverse vie e come tale perde il suo ruolo di scalinata, però è un ottima scorciatoia. La costruzione risale al 1929. Oggi la parte più suggestiva rimane quella accanto al piccolo parco dedicato a Ivo Lola Ribar e alla sua zona panoramica.

E poi come non ricordare le piccole, ma suggestive scale dedicate a Josip Pičman. Sono appena 33 gradini che collegano la piazza della scuola Centar con l’albergo Neboder, ossia via Strossmayer. Anche se la scalinata non porta il suo nome, nel 2018 è stata abbellita con un suo ritratto. E non è un personaggio a caso. Si tratta infatti dell’autore del progetto che ha portato alla costruzione dell’attuale albergo e della Casa croata di cultura (HKD). Anche se il suo progetto del 1934 non è stato realizzato fino in fondo, ha ricevuto questo originale omaggio.

Le scale dedicate a Josip Pičman

Da Cosala verso il centro
Passate le principali scalinate della zona di Susak, ossia la parte est di Fiume, non ci rimane altro che attraversare la Fiumara e andare alla scoperta delle altre scalinate fiumane. Accanto a quella del Calvario, ce ne sono altre due importanti, lunghe e storiche.

Rimanendo nella parte alta, scendendo da Cosala, si possono prendere le scale della salita Flanatica, che i vecchi fiumani chiamavano “Pisariola”, “perché prediletta, con le sue curve e punti ciechi, per improvvise necessità corporali”, come leggiamo nello Stradario di Fiume di Massimo Superina. Oggi nelle mappe si trova con il vecchio nome del quartiere, ossia Stari Voljak. Sono state costruite agli inizi del XX secolo. In sostanza collegano le vie Vjencesav Novak e Vladimir Nazor. E proprio in quest’ultima via che la scalinata incontra quella del Calvario. Qui è stato costruito un muro di sostegno per portare più in “alto” la diramazione delle due scalinate. Per chi sale, alla destra c’è il Calvario e alla sinistra la Flanatica. Oggi la scalinata è interrotta più volte e in parte diventa letteralmente una strada, ma comunque rimane un’ottima scorciatoia per chi vuole scendere in centro città da Cosala, dalla chiesa o dal cimitero.

E per chi scende lungo la Flanatica e vuole andare dritto a Scoglietto c’è un altra scalinata, molto ripida, che non per nulla viene chiamata “strettoia”. Difficile datare la sua costruzione, ma dovrebbe essere stata fatta a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in più riprese. Scendendo, si arriva dritto in via dell’Acquedotto, a due passi dalla ferrovia. È una scalinata molto panoramica verso la zona dello Scoglietto, ma che non scende dritta, bensì gira ogni tanto tra case e giardini. È ripidissima e anche stretta, affiancata da muri spesso molto alti, per cui si ha l’impressione di essere in una vera e propria strettoia. La sua costruzione ha un senso, visto che all’epoca consentiva agli abitanti di Cosala di raggiungere velocemente le fabbriche attorno a Scoglietto. Questa scalinata di gradini ne ha 245.

La “Pisariola”

Il Sasso bianco
Andando un po’ più a ovest troviamo altre due importanti e datate scalinate. Subito accanto al muro del parco del Palazzo del Governo troviamo la scalinata ex gradinata Peretti e che oggi porta il nome di Albert Anđelović. Furono costruite attorno al 1907, quando vennero edificati anche gli edifici adiacenti. Oggi, con 135 gradini, collegano via Pomerio e via Trinajstić, l’ex via Canova. E poco più a ovest c’è altro importante collegamento, ossia quello tra via Pomerio e via Laginja (ex via Buonarroti). È la scalinata Finderle (ex salita Francesco Colombo), in parte pure su due “corsie” con tanto di verde. Sono state costruite nel 1913 e divise da una strada.

Andando ancora più a ovest, troviamo una piccola scalinata, chiamata Beli Kamik, Sasso Bianco e prende il nome di una delle fonti idriche più ricche della città. Oggi ci sono pochi gradini, soltanto 30, ma all’epoca della costruzione collegavano l’ex albergo Hungaria con via Fiorello la Guardia. E poi passando accanto all’odierna Facoltà di ingegneria navale si arriva alla via dello Studente (ex via Padova), un’altra scalinata che sale poi verso Belvedere.

La scalinata Finderle

Andando verso ovest…
Però, se dalla Facoltà andiamo lungo la via in direzione ovest, arriviamo a un altra vecchia e suggestiva scalinata. Tra i palazzi scende la scalinata che oggi porta il nome di Blaž Polić. Collega l’odierna via Filipović con via Krešimir e viene interrotta dalla Fiorello la Guardia. Particolarmente suggestiva la parte superiore, fatta da due scalinate che si congiungono e in mezzo è ben visibile l’anno di costruzione, ossia il 1913. Anche se non figura così nelle mappe, la parte superiore, quella più suggestiva, porta il nome di scalinata Miklós Vásárhely (Fiume, 1917 – Budapest, 2001). È dedicata a un personaggio molto particolare, giornalista, sociologo e politico ungherese. Fu uno stretto collaboratore di Imre Nagy, primo ministro riformista durante la rivoluzione ungherese del 1956. Dopo la repressione sovietica, fu arrestato e incarcerato per diversi anni. In seguito divenne una figura di riferimento dell’opposizione democratica in Ungheria e un promotore del dialogo tra dissidenti e autorità negli anni ’80. È ricordato come una voce moderata, ma determinata del riformismo ungherese del XX secolo.

Andando ancora più a ovest troviamo un’altra importante scalinata e con molti gradini, dedicata all’antifascista fiumano Marko Rems. Collega l’odierna via Primo maggio e via Tiziano. Fu costruita all’inizio del XX secolo e i fiumani la ricordano come Salita dell’Aquila. All’inizio c’erano soltanto pochi gradini, ma poi per un tratto si trasforma in strada per poi proseguire con tanti altri scalini fino a via Tiziano. In totale ce ne sono ben 213. E se il tutto non basta e si vuole andare dritti fino alla cima del quartiere, si può imboccare la scalinata Ukmar con i suoi 156 gradini per arrivare a via Prešeren. Non dimentichiamo che c’è anche un’altra scalinata che collega via Primo maggio (ex via Marconi), via Tiziano e via Giordano Bruno. Ci sono pochi gradini, non particolarmente ripidi, ma suggestivi e priva di automobili. A questo punto, come non notare la scalinata Lukačić? Ai più è magari ignota per il nome, ma congiunge via Tiziano al quartiere di Rastočine.

La scalinata Marko Rems

Torretta e San Nicolò
Se queste sono le scalinate più suggestive e in qualche modo storiche, a Fiume ce ne sono tante altre che sono anche oggi molto utili e fatte in un’epoca quando era più importante andare a piedi che in macchina. Tra quelle più lunghe, va ricordata certamente quella che collega le vie Franjo Čandek (già via Giuliani) e Antun Barac, una volta ramo di via Baiamonti, ossia la scalinata dedicata a Josip Pančić. Con una piccola deviazione, si può scendere direttamente fino a via Re Zvonimir, naturalmente con un’altra scalinata.

Nei rioni di Torretta e San Nicolò (Krnjevo) troviamo tante scalinate tra i vari grattacieli. Molto suggestiva e anche lunga è una di quelle usate dagli operai. È stata costruita per collegare la zona dell’ex Silurificio con il grande incrocio di San Nicolò. Una scalinata molto utilizzata nei momenti d’oro della fabbrica Torpedo e anche dagli operai del “3. maj” e oggi soprattutto, nella parte superiore, dagli studenti della vicina scuola media e da quelli della scuola elementare San Nicolò. Volendola fare tutta, sono ben 190 i gradini.

Ed eccoci a Cantrida
Un po’ più visibili le scalinate di Cantrida, come quella che collega l’ex rione Borgomarina a Zamet. Da via Liburnia si arriva a via fratelli Cetina, attraversando diverse strade e la linea ferroviaria. In totale quasi 200 gradini. Poco lontano, quella che da sopra lo stadio porta pure in direzione di Zamet e che fino a via dei Pionieri (Pionirska), il braccio di levante di ex via Cherso, conta più di 100 gradini. E come ultima, la più occidentale di Fiume, troviamo quella che parte dal capolinea degli autobus in zona Bivio e che con 123 scalini porta fino alle case soprastanti. Sono tutte scalinate senza nome.

Queste sono soltanto alcune delle scalinate che fanno parte della quotidianità della città di Fiume. Costruite per svariati fini e ragioni, negli anni hanno cambiato il proprio ruolo e utilità. Comunque rimangono parte della città e della sua storia. Tornando all’inizio, ma quanti sono i gradini delle scalinate fiumane. Un numero preciso non esiste e nessuno ha calcolato per bene. Siamo vicini a quelle impressionanti 5423 di Ragusa (Dubrovnik) o forse le superiamo? L’enigma rimane. (2 e fine)

Via Giordano Bruno
Le scale di Malik Tintilinić
Le scale della Salita Flanatica (Stari Voljak)
L’ex Gradinata Peretti

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