Quando per sbarcare il lunario si ricorreva al contrabbando

Aperto al pubblico il Centro d’interpretazione «Vlaški puti» (Sentieri valacchi)

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Quando per sbarcare il lunario si ricorreva al contrabbando

“Il drammatico arresto di una banda di contrabbandieri a Moschiena”. Questo il titolo di un articolo giornalistico (in italiano) degli anni ‘30 dello scorso secolo riprodotto su uno dei pannelli del Centro d’interpretazione “Vlaški puti” (Sentieri valacchi) inaugurato nel novembre del 2019 nell’edificio della sezione della Scuola elementare “Ivan Goran Kovačić” operante a Valdarsa (Susgnevizza). È questo soltanto un dettaglio dell’interessante offerta del Centro, che dallo scorso 5 luglio è aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 14. Lo abbiamo visitato pure noi, per chiedere alla direttrice Viviana Brkarić che cosa è stato fatto finora e quali sono le aspettative per il prossimo periodo.

 

Il Centro fa parte dell’omonimo Ecomuseo, iniziativa nell’ambito della quale è stata realizzata pure una mediateca, ospitata dalla stessa struttura, oltre ai percorsi pedonali sul tema del contrabbando, un’attività alla quale la popolazione locale ricorreva per poter sopravvivere, che interessava questa parte dell’odierna Regione istriana e le realtà nella Regione litoraneo-montana facenti parte della zona franca di quella che a suo tempo era la Provincia del Quarnero.

L’edificio che ospita il Centro d’interpretazione e la mediateca

Salvaguardia dell’idioma valacco

Il Centro d’interpretazione è stato ideato come luogo in cui saranno presentate e valorizzate la storia sociale e la cultura tradizionale di Susgnevizza e dintorni, ponendo l’accento sul valacco, il cosiddetto istrorumeno, che è pure la lingua ufficiale dell’Ecomuseo. Si tratta di una lingua ad alto rischio d’estinzione, in quanto è stata interrotta la sua trasmissione naturale dai genitori ai figli, che è stata inserita nel patrimonio culturale immateriale protetto della Repubblica di Croazia. Il Centro è stato istituito come ente pubblico operante nel campo della cultura. Ne è fondatore il Comune di Chersano ed è stato allestito e inaugurato nell’ambito del progetto europeo “Učka 360°”, Monte Maggiore a 360 gradi. È stato realizzato nell’ambito del partenariato tra l’ente pubblico del Parco naturale del Monte Maggiore, l’associazione “Biom” e il Comune di Chersano, con i mezzi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, del Fondo per la tutela ambientale e l’efficienza energetica e del Ministero della Tutela ambientale, con un sostegno dei partner progettuali.

Un particolare del Centro

”Nei giorni scorsi abbiamo avuto diversi visitatori, però il nostro desiderio rimane quello di poter ospitare anche gruppi più numerosi. Sarebbe un grande piacere accogliere in questi spazi comitive scolastiche, che sono uno dei nostri gruppi target sin dall’inizio”, ci ha detto la Brkarić, la quale spera che la situazione sanitaria e le restrizioni epidemiologiche permettino a breve anche a quest’istituzione d’iniziare a lavorare normalmente. E il funzionamento normale significa in questo caso avere la possibilità di tenere conferenze e incontri finalizzati all’educazione degli interessati al patrimonio culturale di questa parte della Croazia, oltre che gli appuntamenti con gli abitanti del luogo, molti dei quali hanno contribuito con le proprie testimonianze alla creazione del contenuto del Centro d’interpretazione. Nelle settimane successive alla sua inaugurazione, prima dell’arrivo della pandemia di Covid-19, quest’ultimo aveva ospitato diversi laboratori organizzati in collaborazione con l’associazione “Spod Učke”, tra cui quello della creazione dei cesti di vimini.

Uno dei luoghi in cui i contrabbandieri si fermavano per risposarsi

Il sostegno del mondo accademico

Il 2020, oltre che per le difficoltà dovute all’epidemia e per il prosieguo dell’allestimento delle “vie del contrabbando”, sarà ricordato come l’anno in cui è stata instaurata la collaborazione con l’Oxford University e la sua Facoltà di linguistica, filologia e fonetica, che nell’ambito del progetto “Istrox” ha svolto a Susgnevizza una ricerca legata alla lingua valacca. “La settimana scorsa a visitare il nostro Ecomuseo sono state la professoressa Otilia Hedeşan e l’assistente ricercatrice Diana Mihuţ dell’Università dell’Ovest di Timisoara. Accompagnate dal prof. Petar Radosavljević, docente del Dipartimento di romanistica della Facoltà di filosofia di Zagabria, hanno filmato, per il progetto ‘Foodie’, il Centro d’interpretazione e la signora Silvana Štroligo, la quale ha condiviso alcune ricette dei piatti che si cucinavano a Valdarsa nella sua gioventù”, ha detto la Brkarić, dicendosi molto orgogliosa del prosieguo delle collaborazioni internazionali.

Il belvedere allestito lungo “le vie del contrabbando”

Per quanto riguarda i sentieri dedicati al contrabbando, nello scorso periodo, con i mezzi stanziati dal Comune di Chersano e dall’assessorato al Turismo della Regione istriana, sono stati segnati e dotati di descrizioni i punti di riposo dei contrabbandieri, che esportando e importando illegalmente la merce dalla zona franca rischiavano non soltanto la galera, ma anche la morte. Vi è stato allestito pure un belvedere. Secondo la Brkarić, l’Ecomuseo continuerà a lavorare con lo scopo di rendere l’offerta accessibile a un pubblico più ampio anche adattando il contenuto della guida audio, attualmente disponibile solamente in croato e in inglese, anche in altre due lingue, ossia in tedesco e in italiano. Si pianifica pure l’introduzione di nuove attrazioni attraverso programmi e corsi d’educazione che saranno realizzati dall’istituzione.

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