La rivincita della produzione televisiva croata

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La rivincita della produzione televisiva croata

F orse ci troviamo dinanzi a uno storico rilancio della produzione televisiva croata. È iniziato tutto due anni fa con la prima stagione della serie televisiva “Novine” (Il giornale), un noir politico che vede al centro della narrativa un immaginario quotidiano croato in balia dei giochi di potere messi in moto da persone che hanno poco a che fare con il giornalismo. I personaggi della serie sono degli archetipi della transizione croata mai veramente portata a termine: magnati dell’edilizia, politici corrotti, giornalisti smidollati e opportunisti. I fatti si susseguono in una storia che rispecchia tutta la miseria morale della nostra società. Il vero momento di successo per questa particolare produzione è stato l’acquisto dei diritti di riproduzione da parte della piattaforma di video streaming Statunitense, Netflix. Ora la serie è disponibile in 190 Paesi del mondo ed ha catturato l’attenzione di diversi critici di rilievo, trovando spazio tra l’altro anche sulle pagine del “The Economist”. Particolarmente accattivanti le immagini cupe e depresse di Fiume, città che fa da scenografia a questa fortunata serie televisiva. La storia è tutta fiction, almeno per quanto riguarda lo sceneggiatore, Ivica Đikić, ex caporedattore del quotidiano fiumano “Novi List”, anche se fra le righe possiamo decodificare tutta una serie di eventi e personaggi i quali hanno ispirato la stesura della narrativa. Troppo simile la compravendita del giornale “Novine” nella serie televisiva all’acquisto realmente accaduto del “Novi List” nel 2008 da parte dell’imprenditore fiumano Robert Ježić, che proprio come il magnante dell’edilizia, Željko Kardum nella serie, finì in prigione dopo aver perso l’appoggio della nomenclatura politica al potere.

Balkan noir

Mentre la prima stagione era in maggior misura incentrata sul mondo dei media, la seconda, che è appena sbarcata su Netflix, vede al centro dell’attenzione la lotta politica in campagna elettorale per le presidenziali, dove si scontrano Ludvig Tomašević, la personificazione della corruzione politica e degli intrighi di corte e Jelena Krsnik, una politica alcolizzata e gravemente depressa. La seconda stagione è molto più dinamica, l’équipe ha notevolmente migliorato il prodotto ed evidentemente ha preso in considerazione le varie critiche lanciate verso l’eccessivo adagio nello sviluppo della narrativa.
Personalmente non mi sono reso conto di quanto questa serie fosse in grado di attrarre il pubblico internazionale, fino a quando diversi amici dall’Italia non hanno iniziato a scrivermi per chiedere informazioni su quando usciva la nuova stagione di “Novine”. La produzione ha saputo utilizzare a suo vantaggio il fenomeno Netflix, che per soddisfare un pubblico sempre più vasto si è messo alla ricerca di concept nuovi e indipendenti. La serie ha gettato le basi per un nuovo genere, il Balkan noir, ispirato fortemente alla produzione scandinava, ma molto più realistico nella rappresentazione delle problematiche socio-politiche. Anche perché i problemi nei Balcani sono molto più accentuati e non serve fare particolare ginnastica intellettuale per immaginare personaggi disonesti, inetti e corrotti come quelli della serie “Novine”.

Il successo

Il fenomeno è nato e a coglierne il potenziale commerciale sono stati pure i vecchi lupi del mestiere. Anche il colosso della produzione televisiva HBO ha deciso di cavalcare l’onda del Balkan noir. La filiale regionale della HBO, la HBO Adria, ha lanciato pochi giorni fa la sua risposta a “Novine”, intitolata “Uspjeh” (Il successo). La serie diretta dal premio Oscar Denis Tanović, pone al centro dell’attenzione il fenomeno del successo e la sua correlazione con la criminalità a Zagabria.La serie inizia con la spiegazione da parte di uno dei protagonisti di cosa sia il successo, ma di seguito lo scopriamo in una posizione del tutto diversa. Sta per perdere la propria casa che dovrebbe venire pignorata dalla banca e lui sta cercando in tutti i modi di rintracciare la sua banchiera. La banchiera è diventata improvvisamente vittima di un atto di violenza, probabilmente a causa di suo marito che è entrato in un giro di truffe immobiliari. Nel raggiro immobiliare vediamo coinvolto anche un architetto che vuole collaborare con la giustizia e di conseguenza potrebbe trovarsi nel mirino di potenti criminali. Nel mondo della criminalità si trova anche la studentessa Blanka, maltrattata dal padre e dal suo compagno, figlio di un potente mafioso. La rete sparsa di personaggi sembra ricollegarsi per creare infine un’immagine unica e più completa che spiega il successo in una città controllata dai poteri criminali. Questa produzione è un quadro rappresentante la città di Zagabria, che offre una visione cupa delle varie strutture della società odierna, attraverso le storie di persone comuni spinte dalla vita oltre il limite. “Uspjeh” è una storia universale a più livelli nella quale s’intrecciano amore, odio, lealtà e insicurezza, anatomizzati dai sentimenti più difficili quali frustrazione, impotenza e passività. HBO è una “fabbrica” di serial televisivi rinomati e queste tre lettere sono una raccomandazione di per sé. Le filiali europee hanno sfornato ultimamente diversi progetti di successo nell’Europa centrale e orientale, come i noir “Mammoa” e “Desert” della Repubblica Ceca o “Burning Bush”, della regista polacca Agnieszka Holland. La produzione croata è la prima dell’area geografica dell’ex Jugoslavia e si presenterà sui canali HBO Adria, sui canali scandinavi, nell’Europa centrale e in Spagna, mentre verso la fine dell’anno dovrebbe apparire anche negli Stati Uniti d’America. Probabilmente se la serie riscuoterà un discreto successo in Europa, verrà presentata in streaming anche a livello mondiale.

Impareremo mai qualcosa?

La rinascita della produzione televisiva croata, se non altro, ha finalmente portato nel mainstream culturale una serie di temi specifici della nostra area geografica e del nostro contesto storico. La transizione post bellica ha creato un ceto sociale molto potente che vive in sintonia con i veri padroni delle nostre terre, i gruppi criminali che hanno nel loro focus esclusivamente la preservazione di sé stessi e dei loro diritti acquisiti con la forza a scapito di milioni di persone comuni che vivono sul ciglio della povertà e della disperazione. Ci vengono serviti su un piatto d’argento tutti i problemi più stringenti del nostro piccolo mondo: corruzione, criminalità, i figli di papà che pensano di poter fare ciò che gli pare, la violenza sulle donne e la violenza in generale che è ancora molto radicata nel nostro territorio. È molto facile vedere temi del genere ambientati in Sicilia, in Sudamerica o in altre parti del globo che sono lontane e non centrano veramente con la nostra vita. È molto più difficile invece elaborare temi del genere ambientati nella nostra quotidianità.
“Uspjeh” e “Novine” non sono dei documentari o investigazioni scientifiche, sono dei serial televisivi creati per distrarre il pubblico, ma allo stesso tempo denudano i problemi più pressanti della società croata e, soprattutto, i personaggi che vediamo sullo schermo per quanto fittizi, sono spesso anche troppo simili ad alcuni nostri concittadini, nel bene e nel male.

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