
L’affermazione che Fiume debba alla ferrovia il ruolo che ha acquisito nella storia è senza dubbio fondata, ma merita di essere articolata in modo da cogliere la complessità del rapporto tra la città e il suo sviluppo infrastrutturale. Più che un fattore esclusivo, la ferrovia ha rappresentato un elemento imprescindibile nel consolidamento di Fiume come porto strategico e centro industriale. Tuttavia, altri elementi, come la posizione geografica, le scelte politiche dell’Ungheria durante il periodo austro-ungarico e la capacità della città di adattarsi ai cambiamenti storici, hanno giocato un ruolo altrettanto significativo.

Il 1873, un passaggio decisivo
L’arrivo della ferrovia nel 1873 con la linea Karlovac-Fiume fu un passaggio decisivo per l’integrazione della città nei grandi flussi commerciali dell’Impero austro-ungarico. Senza un collegamento ferroviario efficiente, Fiume non avrebbe potuto affermarsi come principale sbocco marittimo dell’Ungheria, diventando un nodo centrale per l’esportazione di cereali, legname e altri prodotti agricoli. Il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie contribuì anche allo sviluppo di settori industriali come la cantieristica e la raffinazione del petrolio, che necessitavano di un sistema di trasporto affidabile per sostenere la produzione e il commercio.
Parallelamente, il collegamento ferroviario tra San Pietro del Carso (Pivka) e Fiume, inaugurato pochi mesi prima della linea da Karlovac, rafforzò ulteriormente la posizione della città come snodo strategico tra l’Europa centrale e il Mediterraneo. La costruzione di queste linee si inseriva in un contesto di competizione tra Austria e Ungheria per il controllo delle vie di comunicazione, con Fiume che, grazie alle scelte politiche ungheresi, si affermò come principale porto commerciale dell’Ungheria, a scapito di Trieste, tradizionale sbocco marittimo austriaco.

Importanza ridimensionata
Nel corso del XX secolo, le vicende politiche e i cambiamenti territoriali influenzarono profondamente la gestione e l’importanza della ferrovia per Fiume. Dopo la Prima guerra mondiale, con l’annessione della città all’Italia e la creazione di nuovi confini, la stazione di Fiume divenne un punto di passaggio internazionale tra le reti ferroviarie italiane e jugoslave. Il secondo dopoguerra segnò un ulteriore cambiamento, con l’inclusione della città nella Jugoslavia socialista e la gestione della linea ferroviaria suddivisa tra Slovenia e Croazia. L’industrializzazione della seconda metà del Novecento mantenne elevato il traffico merci e passeggeri, ma con la dissoluzione della Jugoslavia e la ridefinizione delle frontiere, l’importanza strategica della ferrovia per Fiume si è ridimensionata.
Oggi, la linea Karlovac-Fiume continua a essere un segmento chiave del Corridoio paneuropeo V, che collega Budapest al porto adriatico, ma il traffico ferroviario è notevolmente ridotto rispetto al passato. La linea San Pietro del Carso-Fiume, un tempo vitale per il traffico internazionale, ha perso centralità a causa delle modifiche dei confini e della concorrenza del trasporto su gomma. Tuttavia, percorrere queste tratte oggi offre ancora un’esperienza suggestiva, permettendo di rivivere un capitolo fondamentale della storia economica e infrastrutturale della città: un viaggio attraverso il tempo, tra il ricordo di un passato di fervente attività e le sfide di una città che cerca di reinventarsi nel presente.

Possibilità di rilancio
La ferrovia ha avuto certamente un ruolo determinante nella trasformazione di Fiume in un grande centro portuale e industriale, ma il suo impatto va compreso nel quadro più ampio delle dinamiche politiche ed economiche che hanno influenzato la città nel corso dei secoli. Guardando al futuro, la riqualificazione delle infrastrutture ferroviarie potrebbe rappresentare una nuova opportunità per rilanciare il ruolo di Fiume nei collegamenti tra l’Europa centrale e il Mediterraneo, restituendole parte dell’importanza che la ferrovia le ha garantito nel passato.
Preservare la memoria storica
Il declino della ferrovia e dell’industria fiumana nel corso del Novecento ha lasciato dietro di sé segni tangibili, tra cui il deposito locomotive dismesso, di cui ci apprestiamo a parlare. Un tempo cuore pulsante dell’attività ferroviaria, oggi questo luogo abbandonato è una testimonianza silenziosa del passato glorioso della città. Il suo stato attuale, fatto di binari arrugginiti e strutture in disuso, è il riflesso di una trasformazione economica che ha ridisegnato il volto di Fiume, lasciando dietro di sé vestigia di un’epoca industriale ormai tramontata. Il deposito locomotive, con la sua malinconica grandezza, rimane un simbolo di questa transizione, un monito della necessità di preservare la memoria storica per comprendere meglio il futuro.

La pianta semicircolare
Dopo la costruzione della ferrovia e della stazione ferroviaria principale, fu necessario realizzare una serie di strutture accessorie, tra cui, prima di tutte, la rimessa per locomotive. Questa fu costruita non lontano dalla stazione principale, nell’allora via Industriale, in zona Pioppi. Non si conosce l’architetto né il periodo esatto della costruzione, ma si presume che la rimessa sia stata completata immediatamente prima della Prima guerra mondiale.
Questo edificio a piano terra, con pianta semicircolare e copertura a tetto inclinato, dispone di ventidue binari per il ricovero delle locomotive. La facciata posteriore dell’edificio, rivolta verso l’attuale via Milutin Barač, è caratterizzata da una decorazione semplice, con una suddivisione della parete in pilastri di pietra bugnata, tra i quali si trovano alte aperture con una tipica decorazione storicistica. Nulla darebbe a intendere che si tratta, in pratica, di un’importante infrastruttura ferroviaria, collocata proprio di fronte all’ex lavatoio pubblico, la cui acqua in questa stagione riempie con il suo sciabordio gli intervalli di silenzio nei periodi di scarso traffico e rompe il silenzio del sito abbandonato.

La piattaforma girevole
Quella di Fiume è una delle rimesse con piattaforma girevole meglio conservate e più grandi della Croazia. Abbiamo pochissime informazioni sulle piattaforme girevoli, ma questa fu costruita intorno al 1880 e nel 1913 assunse la forma che vediamo oggi. Dispone di 22 binari che conducono ai depositi. Alcuni di essi potrebbero ancora essere in funzione, ma purtroppo rimangono soltanto per testimoniare il glorioso passato.
Se si seguisse l’esempio di Lubiana, l’intera rimessa potrebbe essere trasformata in un museo, ma a Fiume prima devono essere risolte le questioni di proprietà con i restauratori. I conservatori, dicono, hanno idee diverse rispetto ai lavoratori, i quali considerano una priorità la riparazione del tetto che perde e compromette il loro spazio di lavoro. In effetti, il tetto andrebbe completamente ricostruito, anche perché la copertura è in lastre di amianto (eternit). Oltre a Lubiana, anche il Museo ferroviario ungherese di Budapest conserva le sue locomotive storiche in una rimessa ferroviaria simile, così come molte altre città austriache e tedesche.

Demolizione da evitare
Il ricco patrimonio ferroviario di Fiume, sviluppatosi dalla costruzione della ferrovia nel 1873 fino ai giorni nostri, è stato finora per lo più preservato nella sua funzione originaria, evitando il peggior tipo di devastazione: la demolizione. Tuttavia, l’epoca postindustriale, con la chiusura di numerosi impianti industriali e la conseguente perdita della funzione di alcune strutture ferroviarie, ha creato una nuova situazione. Questa, unita a piani urbanistici basati su vecchie valutazioni, sembra minacciare il patrimonio edilizio ferroviario ancora esistente, attualmente tra i più a rischio.
Nonostante questi esempi negativi, una delle principali esperte di storia dell’architettura di Fiume ritiene che le Ferrovie croate abbiano una consapevolezza sviluppata del loro patrimonio e se ne prendano cura adeguatamente. Come elemento più significativo del patrimonio ferroviario di Fiume, evidenzia l’opera architettonica di Ferenc Pfaff, capo ingegnere delle Ferrovie di Stato Ungheresi. Oltre alla stazione ferroviaria di Fiume, egli progettò gli edifici residenziali su entrambi i lati della stazione, tre magazzini ferroviari (tra cui quelli destinati alla demolizione), l’edificio amministrativo dei magazzini ferroviari in Žabica, riconoscibile per la sua facciata in pietra, e i magazzini MAV nella zona portuale (numeri 14, 15 e 17).

Il patrimonio immobiliare
Oltre a queste strutture indiscusse, il patrimonio ferroviario “immobile” comprende anche numerosi edifici ausiliari e di servizio. Tra questi, merita una menzione speciale proprio il deposito locomotive con piattaforma girevole in zona Pioppi, un interessante impianto ferroviario costituito da una piattaforma girevole motorizzata per locomotive, un deposito con officine ed edifici per i dipendenti della “Trazione ferroviaria” di Fiume. La piattaforma girevole, ancora oggi potenzialmente funzionante, rappresenta un elemento di particolare interesse.
Strutture simili, con funzioni e costruzioni uniformi, si trovano in tutta Europa e nel mondo, ma differiscono notevolmente per il design. Quella di Fiume, ad esempio, presenta elementi in pietra che la rendono unica ed è la più grande della Croazia. Gli esperti la considerano una delle costruzioni più significative non solo del patrimonio ferroviario fiumano, ma anche dell’urbanistica della città.

Il potenziale commemorativo
Un aspetto positivo per il deposito locomotive di Fiume è il fatto che il nuovo Piano regolatore generale della città ne garantisce la protezione dopo la perdita della sua funzione, e ora il Ministero della Cultura dovrebbe intervenire. Secondo il professor Nenad Labus, del Dipartimento di Conservazione di Fiume e vicepresidente dell’Associazione degli Amici della Ferrovia “Štacion”, i conservatori concordano sulla necessità di mettere la struttura sotto tutela e trasformarla in un museo. L’idea è quella di creare un museo della ferrovia fiumana che, come abbiamo accennato, ha una storia ricca e si distingue in Europa per le sue difficili condizioni operative.
Fin dalla sua costruzione, la ferrovia di Fiume era considerata particolarmente impegnativa, e il tratto tra Fiume e Moravice era noto come la linea montuosa a scartamento normale più difficile d’Europa. Vale la pena ricordare che, alla vigilia della Prima guerra mondiale, le Ferrovie Ungheresi svilupparono per questa linea la locomotiva 601, che all’epoca era la più potente in Europa. È impressionante anche il dato che nel 1955, nel territorio della città di Fiume, principalmente per esigenze portuali, esistevano ben sessanta chilometri di ferrovia! Inoltre, a metà del secolo scorso, la ferrovia fiumana fu elettrificata con un sistema di alimentazione che la rese unica in Croazia. Tutti questi elementi suggeriscono che la ferrovia di Fiume possiede un enorme potenziale commemorativo che va oltre i confini della Croazia.
A sostegno dell’idea di trasformare il deposito locomotive in un museo, gli esperti affermano che con il passaggio al nuovo sistema di alimentazione la struttura è diventata senz’altro obsoleta. Per un progetto del genere sarebbe necessario creare una società dedicata alla gestione del museo, con il coinvolgimento della Città di Fiume, della Regione e dello Stato, senza escludere possibili investimenti privati, anche dall’estero.

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