La «luce» antica della città

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La «luce» antica della città
Il faro di Fiume nell’attuale via Milutin Barač. Foto: Igor Kramarsich

Fiume il suo faro ce l’ha, ed è anche piuttosto vecchio. Forse non sarà monumentale come quello di Trieste, ma è interessante anche per una curiosità storica. Gli attuali 250 metri di distanza dalla costa, infatti, sono un’inezia rispetto al fatto che questo medesimo faro ebbe in passato anche una propria replica, in scala 1:1, costruita a diverse centinaia di chilometri dal mare, nelle lontane pianure pannoniche. A Budapest, nel 1937, nei pressi del ponte Petőfi, fu eretto un Monumento agli eroi marittimi della Prima guerra mondiale che altro non era se non una copia in ferro del faro di Fiume, posta su un alto basamento di pietra. Oggi, purtroppo, non c’è più, essendo stato distrutto nel corso dei bombardamenti della città durante la Seconda guerra mondiale.

Guardando il suo “certificato di nascita”, si fa fatica a credere che questo edificio abbellisce lo skyline di Fiume da ben 140 anni. Tuttavia, è diventato parte integrante della nostra vita quotidiana e sarebbe davvero strano non trovarlo più lì. Il faro in Mlaka, questa brillante guida per i naviganti, è da tempo un’attrazione cittadina, di cui non sempre siamo consapevoli. È senza dubbio un elemento che arricchisce il paesaggio urbano e Fiume senza il faro non sarebbe Fiume.

Il panorama che si schiude dalla sommità del faro a est…
Foto: Igor Kramarsich

La diga Maria Teresa
Il faro non è speciale soltanto per il fatto di non rispettare la consuetudine che vuole i membri della sua “famiglia tecnica” ergersi orgogliosi su isole remote, scogli nascosti o promontori sporgenti; esso si trova a ben 250 metri dal mare, come racconta la storia del porto di Fiume. Il faro che oggi vediamo in Mlaka è lo stesso che negli anni ‘80 del XIX secolo – durante il mandato del governatore ungherese a Fiume e gli sforzi di Budapest per costruire qui un grande porto per le necessità della sua economia – si trovava per un breve periodo sul punto più estremo del bacino portuale principale, sulla sommità della lunga diga Maria Teresa (oggi Molo longo), che proteggeva il porto dai venti occidentali e dai marosi.
La diga, all’epoca lunga circa 800 metri, fu successivamente allungata in diverse fasi di un ulteriore chilometro. Nel 1884, sulla sommità dell’odierno Molo longo fu costruito un faro in ferro e acciaio, alto 31 metri, su progetto architettonico di Lajos Luigi Burgstaller – il quale progettò anche il complesso dei magazzini portuali Metropolis, sorti a inizio Novecento –, e su commissione dell’allora Governo marittimo ungherese, in un periodo di grande prosperità per Fiume. Questo faceva parte dell’espansione edilizia che portò all’ampliamento del porto con nuovi moli, banchine, magazzini a più piani, bacini di carenaggio e altre infrastrutture, oltre all’acquisto di nuove gru e attrezzature portuali. Il faro inviò il suo primo segnale il 26 novembre 1884 e fu acceso dal governatore di Fiume, Augusto Zichy. All’epoca alternava luci bianche e rosse.

… e a ovest.
Foto: Igor Kramarsich

Lo spostamento in Mlaka
Il mare, però, aveva i suoi piani, diversi rispetto ai costruttori. Dopo pochi anni, la sommità della diga foranea iniziò a cedere e ad affondare proprio a causa del peso e della scarsa qualità del materiale del basamento in pietra, alto circa trenta metri. Il faro fu pertanto smontato e conservato in un magazzino. Nel 1894, su iniziativa delle Ferrovie di Stato, fu trasferito nella posizione attuale e accanto a esso fu costruita una casa per il guardiano. Ma non fu l’ultimo spostamento: nel 1933 il faro fu nuovamente spostato, ma questa volta verso l’alto. Fu smontato, ricostruito, elevato di sette metri, rinforzato con nervature in cemento armato e rivestito di mattoni, mentre la casa alla base fu ampliata, diventando un edificio a tre piani con un appartamento per il guardiano. Dagli iniziali 29 metri d’altezza, dopo il trasferimento in Mlaka ne ha ottenuti altri 9. Oggi è alto 38 metri e la sua luce è visibile a 16 miglia di distanza. Ogni dieci secondi, sprigiona un fascio di luce bianca, rendendosi ben visibile alle navi in entrata nel porto. Dopo il suo spostamento in via Milutin Barač, il faro fiumano ha cambiato aspetto e ad oggi, la sua parte rivolta al mare, è ricoperta da fasce orizzontali nere e bianche.

Le scale che portano alla sommità del faro.
Foto: Igor Kramarsich

La stazione radio costiera
Nel 2001 l’edificio alla base fu ulteriormente sopraelevato, ospitando una stazione radio costiera che inviava ai marinai avvisi di sicurezza, annunci e bollettini meteorologici. Questo conferiva al faro delle caratteristiche uniche in Croazia, integrando, appunto, una stazione radio costiera. Oggi è il cuore dell’area marittima di Fiume, che comprende circa 220 diverse strutture di segnalazione marittima. Ha ancora un guardiano? Non proprio. L’ultimo svolse il suo lavoro fino al 1992, quando l’automazione del servizio lo rese… inutile. Tuttavia, ci sono ancora degli inquilini: nell’edificio ci sono cinque appartamenti, incluso quello della moglie dell’ultimo guardiano.
Oltre alla storia, il faro è un simbolo visivo importante all’inizio dell’attuale via Barač, un segnale per chi entra nell’area della zona industriale occidentale della città. Che futuro lo attende? Non sembra promettente: i segnali luminosi del faro si perdono nell’illuminazione urbana, i navigatori si affidano sempre più al GPS e la costruzione del terminal per container in Molo Zagabria lo allontana ancora di più dalla costa.
Tuttavia, sarebbe un peccato sostituire il suo “certificato di nascita” con un “necrologio”. Questo elemento distintivo della città merita di essere preservato come monumento storico-turistico, affinché possa continuare a raccontare la storia di Fiume per i prossimi 140 anni.

Un dettaglio dell’interno del faro fiumano.
Foto: Igor Kramarsich

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