Il pittoresco viaggio in treno da Jesenice a Nova Gorica (foto)

Una vecchia linea ferroviaria che passa tra le Alpi, piena di gallerie e panorami fanstastici, resiste nel tempo e affascina i passeggeri .

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Il pittoresco viaggio in treno da Jesenice a Nova Gorica (foto)
Il lago di Bled visto dalla stazione ferroviaria

Esiste una città che si vanta di essere collegata con le due principali arterie ferroviarie del Paese. Una città prettamente turistica, per cui ogni turista proveniente da qualsiasi posto può raggiungerla senza problemi con il treno. Non importa se arriva dall’Italia e percorre la linea Trieste/Gorizia-Jesenice oppure dalla Croazia o Austria e la sua linea sia la Jesenice-Monte Nevoso. Però una cosa è sicura: difficilmente riuscirete a indovinare di qualche centro turistico si tratta. Uno famoso, ma soltanto in pochi sanno che ha una stazione ferroviaria, anzi due, e molti manco lo vedono il treno. Eh sì, la stazione ferroviaria è un po’ nascosta e i treni sono per lo più silenziosi. Si tratta di Bled! Una stazione ferroviaria si trova proprio a Bled, precisamente nella frazione di Jezero. Per capirci, è molto vicina all’isola del lago e poco sopra il centro sportivo, quello importante del canottaggio. Qua passa la linea che collega Jesenice e Nova Gorica. L’altra stazione è quella di Lesce. Sì, si trova fuori Bled, ma a due passi e il nome ufficiale della stazione ferroviaria è proprio Lesce-Bled.

La stazione ferroviaria di Jesenice

Alla scoperta del passato
Facciamo un passo indietro nel tempo. Oggi le autostrade collegano tutte le principali località in Slovenia. In passato, però, questo ruolo era riservato ai treni. Negli ultimi, quasi 200 anni, sono state costruite tante linee ferroviarie e una grande parte di esse è ancora in funzione. Alcune linee vengono percorse da treni moderni e veloci, altre da treni un po’ meno moderni e veloci. Sono proprio queste seconde ad attirare di più non soltanto gli amanti dei treni, ma anche quelli che vogliono fare un viaggio originale. Quasi un viaggio nel tempo alla scoperta del passato. Un passato in cui ci si godeva di più il panorama e si guardava molto meno al tempo che serve per arrivare a destinazione.

Il castello di Bled

Una linea ferma nel tempo
E noi ci apprestiamo a percorrere una di queste linee turistiche, affascinanti e quasi ferme nel tempo. È una linea che nel suo pieno tratto è entrata in funzione poco più di 100 anni fa e collegava Praga con Trieste. Oggi questa linea diretta purtroppo non esiste più. Il viaggio in treno tra le due città richiede più treni e i tempi sono più lunghi. Il tratto sloveno, però, è rimasto intatto. Quello che collega Jesenice a nord e Nova Gorica a ovest. Una linea dove talvolta si può viaggiare addirittura con il treno a vapore. Una linea letteralmente scavata nella roccia, piena di gallerie. Ne abbiamo contato ben 35, tra brevi e lunghe. Alcune sono soltanto dei passaggi sotto l’autostrada o delle strade locali, ma i tunnel ufficiali sono comunque 28. Parecchi anche i viadotti che sovrastano strade e fiumi, che in questa zona non mancano. In totale ci sono 89 chilometri e il treno ci mette circa due ore per collegare le due città. Bisogna sapere che per venire in macchina bisogna o fare l’autostrada via Lubiana oppure fare la tortuosa strada che passa per Kranjska gora e Caporetto. Comunque vada i tempi di percorrenza sono quasi uguali.

Mucche al pascolo

Verso la modernità
Come punto di partenza per questo pittoresco viaggio nel tempo e tra le tante montagne slovene abbiamo scelto Jesenice, nel tratto più a nord. Per chi parte da Fiume, si prende la strada per Postumia e poi in autostrada. Superata Lubiana si procede verso l’Austria, per arrivare ben presto a Jesenice. L’uscita è quella seconda per Jesenice e la penultima prima del tunnel delle Caravanche. Dopo poco si è già nel centro di Jesenice. La città è conosciuta per il suo passato minerario, ma oggi cerca di dedicarsi ad altro. La stazione ferroviaria si trova quasi in centro e si rischia quasi di non trovarla. Si tratta di un grande edificio del tutto inusuale. Sembra moderno, pur avendo parecchi anni. Come ci spiegano i locali, oggi l’edificio è in buona parte vuoto. Ai tempi d’oro della ferrovia e di Jesenice, come centro minerario, qui avevano la porpria sede anche la polizia, la polizia di frontiera, i pompieri e altri ancora. Oggi ci sono solo i servizi essenziali per la ferrovia. La linea ferroviaria, a partire dai binari, è stata ristrutturata e altri interventi di ammodernamento sono già in piano, come pure la costruzione di altre due stazioni per dividere un po’ i compiti legati anche al confine austriaco. Il tutto porterà forse a dei blocchi ferroviari, ma anche alla… modernità e a un futuro migliore per la città e per il traffico ferroviario. I binari sono tanti, ben 11. I primi legati al traffico passeggeri e collegati da ampi sottopassaggi, gli altri per il traffico delle merci, che qui è molto attivo.Il binario 4
Prendiamo il sottopassaggio e ci dirigiamo al binario 4, dove ci aspetta il nostro treno. Di primo acchito, ci sembrava piuttosto vecchio, quasi come quelli che si incontrano spesso sulla linea istriana. Per di più, era pieno di graffiti. L’apparenza inganna, però, perché una volta entrati possiamo renderci conto che si tratta di un treno moderno e con tutti i comfort. I posti a sedere sono tanti e uno dei vagoni è dedicato a chi viaggi con la bicicletta. È opportuno informarsi in anticipo su che lato del vagone prendere il posto. Visto che si tratta di una linea prettamente panoramica, è ideale potersi godere quanto più quello che si può vedere, ossia degli scenari molto pittoreschi. Se diamo un’occhiata alla mappa, ci rendiamo contro che questa ferrovia passa accanto a una buona parte delle montagne più alte della Slovenia. Partiamo dalla Caravanche per arrivare a quelle più basse poco a nord di Gorizia e nel bel mezzo c’è il parco nazionale del Triglav.

Il nostro treno

Dal Tricorno a Piedicolle
Il nostro treno parte in perfetto orario ed è anche abbastanza pieno, pur trattandosi di un giorno feriale. Vediamo anche diversi turisti con zaini e valigie. La partenza è lenta. Percorriamo il centro di Jesenice e con qualche ponte e sottopassaggio ben presto arriviamo alla zona mineraria, quella ancora attiva e gestita oggi dalla Acroni. A poca distanza e dall’altra parte della Sava c’è la prima stazione, quella di Kočna. Pochi minuti più avanti e arriviamo a Vintgar. La cittadina è nota per il suo canyon visitato da tanti turisti ogni anno. Quelli più attenti e che alzano la testa hanno di sicuro visto il ponte che vi passa sopra. Il canyon lo vediamo pure noi poco dopo aver lasciato la stazione ferroviaria. Ed è una visuale un po’ strana. Passiamo così il nostro secondo fiume, la Radovna, e ci dirigiamo verso Podhom, dopo aver passato i primi tunnel. Poco dopo ci troviamo a Bled. Già prima delle vecchia e pittoresca stazione di Bled notiamo il lago e la sua isola con la chiesa. Andiamo veloci avanti. Dopo diversi tunnel arriviamo nella zona di Bohinj. Per prima ci fermiamo nella stazione di di Bohinjska Bela, poi passiamo accanto alla strada che collega i laghi di Bled e Bohinj. La linea passa accanto al fiume Sava Bohinjska. Passiamo da un lato del fiume all’altro, e la strada è sempre dal lato opposto. Oggi questo tratto è in piena ristrutturazione. Passiamo per Nomenj e ben presto siamo a Bohinska Bistrica. A qualche chilometro di distanza si trovano Ribčeva Laz e il lago di Bohinj, ma è difficile scorgerlo dal treno. In lontananza, come se ad annunciarlo fossero le imponenti montagne che lo circondano, c’è il parco nazionale del Triglav (Tricorno). Quello che abbiamo davanti, però, è un pezzo di storia e di grandi numeri. Poco dopo la stazione, entriamo nel tunnel di Piedicolle/Podbrdo. È un tunnel molto speciale. Si tratta, infatti, della galleria ferroviaria più lunga in Slovenia con i suoi 6.327 metri. Fu costruita fin dall’inizio a doppio binario, anche se ora funziona a binario unico, pur con la sagoma originale. La storia ci racconta che questa era una zona di confine. Infatti, tra il 1919 e il 1947 il lato sud faceva parte del Regno d’Italia.

L’originale visuale del canyon di Vingar
La regione di Bohinj

Incastrato tra le montagne
Usciti da questa lunga galleria, comprendiamo subito l’origine del nome del paese. Siamo arrivati a un paese letteralmente incastrato tra le montagne in una zona remota e isolata. Se non ci fosse per una strada locale e il treno, tutto sarebbe decisamente molto vuoto. Qui ci aspetta la prima sosta. Si aspetta il treno che viene da Gorizia. A farci “compagnia” è il terzo fiume, il Bača. Un fiume poco noto che ci accompagnerà per un lungo tratto. Andremo costantemente accanto al fiume ogni tanto con qualche tunnel. Passiamo per delle piccole stazioni di Oblocca-Iusina (Hudajužna), Gracova (Grahovo, la seconda sosta) e Piedimelze (Podmelec). Qui il fiume diventa sempre più grande fino al suo tratto finale. E nel finale è perfettamente percorribile dalle barche. Siamo ormai nella zona di Santa Lucia (Most na Šoči). Per chi ha visitato nel passato questa località può essere una sorpresa che vi passi il treno. Infatti, sotto e accanto al paese passano delle lunghe gallerie e per cui il treno si vede ben poco e la stazione è lontana del centro e fuori dalla principale arterie stradale.

La stazione di Santa Lucia (Most na Soči)

Tutti i colori dell’Isonzo
Usciti dall’ultima galleria, in lontananza notiamo la chiesa di Santa Lucia e accanto a noi c’è il quarto fiume, il più imponente e con i suoi originali colori. Si tratta dell’Isonzo. Uno dei fiumi più famosi e “turistici” della Slovenia, noto proprio per il suo colore che va dal verde al blu con tantissime tonalità. Ben presto il fiume scompare ed entriamo in una lunga serie di gallerie prima di entrare ad Auzza (Avče). Andiamo avanti e avanziamo verso un altra pittoresca cittadina, Canale d’Isonzo (Kanal). La notiamo da lontano e ormai l’Isonzo è bello largo e sempre più variopinto. Tutti quelli che vanno da sud e percorrono l’Isonzo hanno notato questa cittadina dove si nota la grande chiesa in pieno centro e il grande ponte che sovrasta il fiume. La linea ferroviaria passa a ovest del fiume e si ferma vicino al centro cittadino. Dopo poco raggiungiamo il tratto più brutto di questa linea ferroviaria. Arriviamo nella zona di Salona d’Isonzo (Anhovo), la più industrializzata della zona. Quella che rompe l’idillio dell’Isonzo e inquina molto tutta la zona.

I colori dell’Isonzo
L’industria di Salona d’Isonzo (Anhovo)

Il ponte di Salcano
Poco dopo arriviamo nella stazione di Salona d’Isonzo e qui per fortuna il verde e la natura prendono di nuovo il sopravvento. Torniamo di nuovo accanto all’Isonzo e dopo la stazione di Plava (Plave) la linea continua a costeggiare il fiume. Sotto di noi si trova una pista ciclabile e dall’altro lato c’è la strada che da Gorizia porta a Caporetto e a tutta la zona dell’Isonzo. Dopo qualche chilometro arriviamo all’altro posto originale di questo tratto. Passiamo infatti sul ponte di Salcano (Solkan), ancora oggi il più grande ponte ad arco in pietra del mondo, 220 metri di lunghezza e costruito utilizzando le pietre calcaree di Aurisina.

Il ponte di Salcano (Solkan)

Il traguardo
Ormai siamo vicini al “traguardo”. Ci fermiamo brevemente e Salcano e siamo ormai nella periferia di Gorizia o meglio a Nova Gorica, essendo pur sempre in Slovenia. L’area ferroviaria si estende sempre di più e le linee parallele arrivano a 13. Oggi la stazione ferroviaria è in pieno ristrutturazione. È un grande cantiere che coinvolge sia la parte dedicata al trasporto delle merci, sia quella per i passeggeri. È in fase di ristrutturazione anche la vecchia stazione ferroviaria. I passaggi per la gente sono molto stretti, da entrabi i lati. E l’altro lato ha pure un posto speciale nella storia. Oggi è chiamata Piazza Transalpina. Nel bel mezzo della piazza passa il confine tra Slovenia e Italia. Con l’Unione europea e il trattato di Schengen oggi è una piazza unita con il vecchio cippo di confine del 1947 e altre testimonianze del passato. Finisce così il nostro viaggio su questa linea ferroviaria chiamata “transalpina”. Una linea centenaria dal passato glorioso e con un futuro sempre più turistico.

L’arrivo a Nova Gorica

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