Il dolce amore di Clara Ward e Rigò Jancsi

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Il dolce amore di Clara Ward e Rigò Jancsi

FIUME | La fortunata storia del rigoianci, il dolce cremoso di origini ungheresi tanto amato a Fiume da essere diventato parte indissolubile della sua identità, è stata celebrata l’anno scorso con una mostra nel Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato, mentre di recente ha avuto il suo seguito, sempre nel Palazzo del governo, con la presentazione dell’albo illustrato “Rigò Jancsi – l’amore come dolce ispirazione“ (Rigo Janči – ljubav kao slatko nadahnuće). Com’è stato il caso con l’omonima mostra, così anche l’albo illustrato è frutto della creatività e dello spirito d’iniziativa del direttore e fondatore del Museo dell’informatica “Peek&Poke” e del Museo dell’Infanzia, Svetozar Nilović Tozo, grazie al cui progetto il famoso dolce al quale si lega una straordinaria storia d’amore di stampo internazionale ha fatto ritorno nelle pasticcerie di Fiume.

La coppia immortalata da Toulouse-Lautrec

Il dolce prende il nome da Rigò Jancsi (1857 – 1927), un violinista ungherese zigano (di nome Jancsi e di cognome Rigò) che sedusse e sposò Clara Ward, moglie del principe belga di Caraman Chimay e figlia di un potente industriale statunitense, dopo averla – come dice la storia – conquistata con il dolce che preparò per lei, appunto il rigojanci. Questa storia d’amore provocò uno scandalo all’epoca e ad oggi non è chiaro se il dolce sia stato inventato dallo stesso Rigò Jancsi, oppure creato per celebrare la storia d’amore che tenne banco nelle cronache rosa di quei tempi. La loro storia non è a lieto fine, in quanto lei successivamente lo lasciò per un cameriere e in seguito morì a Padova. Rigò, invece, se ne andò a New York con il cuore infranto, dove suonava per le strade per morire infine nel 1927 in miseria, da senzatetto, nonostante avesse avuto molto successo da violinista a Parigi anni prima. È interessante il fatto che la loro storia d’amore venne immortalata nientemeno che dal celebre pittore francese Henri de Toulouse-Lautrec in un dipinto custodito in un museo di Cleveland.
L’idea di realizzare l’albo illustrato legato alla storia del rigoianci e dell’amore tra il violinista ungherese e la principessa belga – come spiega Svetozar Nilović – è nata già all’epoca in cui svolgeva delle ricerche negli archivi per mettere insieme il progetto espositivo, ma la sua realizzazione ha richiesto più tempo del previsto, per cui è stata presentata diversi mesi più tardi.

Interesse per la versione ungherese

“L’autrice della storia è la nota musicista e scrittrice di libri per bambini, Anđa Marić (tra l’altro di origini ungheresi), le illustrazioni sono firmate da Stjepan Lukić, mentre l’editore della pubblicazione è la casa editrice Uliks, di Silvano Frančišković, – spiega Nilović -. Inizialmente, l’albo sarebbe dovuto essere illustrato da Tomislav Torjanac, ma egli ha rinunciato al progetto per motivi personali. La scelta, su suggerimento della Uliks, è poi caduta su Stjepan Lukić che, a mio avviso, ha fatto un ottimo lavoro.
La storia si basa su fatti realmente accaduti, anche se è dovuta essere adattata ai bambini in quanto, come sappiamo, all’epoca questa vicenda provocò uno scandalo internazionale, per cui è più consona alle cronache rosa. Ad ogni modo, nella versione per l’infanzia è stato messo in risalto il loro amore e il dolce che ispirarono. I nostri contatti in Ungheria hanno dimostrato interesse per la versione ungherese dell’albo illustrato, per cui si sta lavorando alla traduzione, ma vorremmo farlo pubblicare anche in inglese e in italiano. Tutto dipende dall’interesse di editori che vorranno acquistare i diritti della pubblicazione”.

La mostra viaggia a Zagabria, Pola e in Ungheria

La mostra che era stata allestita con successo nel Museo di Marineria e di Storia l’anno scorso, i cui autori sono la curatrice ed ex direttrice del Museo, Tea Perinčić, e Svetozar Nilović, verrà riproposta nel corso di quest’anno anche a Zagabria e a Pola, mentre l’anno prossimo verrà presentata in tre località in Ungheria: a Budapest, Kaposvár e Székesfehérvár, mentre esiste pure la possibilità che venga allestita addirittura a New York. “Per ora non mi è noto quando la mostra partirà per Zagabria o Pola, poiché di questa parte del progetto si occupa Tea Perinčić (autrice dell’esposizione assieme a Nilović, nda), ma credo che a Zagabria dovrebbe venire allestita in settembre – rileva Nilović –. Vorremmo presentarla anche nella Grande Mela per il semplice motivo che Rigò Jancsi vi trascorse gli ultimi anni della sua vita e vi morì. Stando ad alcuni portali in Rete, Rigò Jancsi avrebbe addirittura acquistato il biglietto per il viaggio oltreoceano a Fiume, ma quest’informazione è falsa. Rigò partì per gli Stati Uniti dal porto di Marsiglia. Il suo unico legame con la nostra città è quello attraverso il dolce rigoianci e il breve soggiorno a Fiume nell’ultimo decennio del XIX secolo (tra il 1894 e il 1896) assieme a Clara Ward, dove si esibirono in un programma di varietà. Rigò Jancsi godeva all’epoca di una fama internazionale e, volendo trovare un’analogia contemporanea, potremmo paragonarlo a Stefan Milenković, con l’unica differenza che Rigò si esibiva per le masse, mentre Milenković si rivolge a un pubblico più ricercato. Per quanto riguarda il loro soggiorno a Fiume, sarebbe interessante scoprire in quale albergo avessero soggiornato e dove si fossero esibiti. Ad ogni modo, continuo a lavorare a questo progetto e a cercare negli archivi, anche se è un po’ difficile in quanto il materiale è scritto in prevalenza in ungherese e in italiano”, conclude Svetozar Nilović.

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