I sindaci di Fiume e Sušak e le loro ultime dimore

Nell’ambito della Settimana alla scoperta dei cimiteri europei sono state organizzate due visite ai campisanti di Cosala e Tersatto, guidate dagli storici dell’arte Daina Glavočić e Theodor de Canziani

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I sindaci di Fiume e Sušak e le loro ultime dimore
Il mausoleo della famiglia Ružić a Tersatto

La Settimana alla scoperta dei cimiteri europei è una manifestazione che promuove i cimiteri storici come luoghi di altissimo valore culturale e custodi della memoria. Promossa dall’ASCE (Association of significant cemeteries in Europe), la Settimana, che a Fiume viene celebrata dal 2015, è sempre incentrata su un tema, che quest’anno è stato “Giardini degli 80”, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Il suo obiettivo era quello di promuovere la pace e l’inclusione, due valori messi sempre più in forse nell’attuale panorama politico globale.

Inestimabile valore artistico e culturale
La municipalizzata “Kozala” fa parte dell’ASCE dal 2004: l’associazione riunisce più di 180 cimiteri monumentali in 22 Paesi. Tra questi figurano anche i cimiteri monumentali di Cosala e Tersatto. Come ogni anno, la Settimana alla scoperta dei cimiteri europei si è tenuta nell’ultima settimana di maggio, ed è stata nuovamente un’ottima occasione per avvicinare ai cittadini di Fiume l’inestimabile valore artistico, culturale e ambientale dei due campisanti storici. Di anno in anno, la manifestazione elabora un tema che esplora i cimiteri da uno specifico punto di vista: questa volta, traendo ispirazione dalle elezioni locali tenutesi di recente e nell’ambito delle quali i cittadini sono stati chiamati a scegliere i loro sindaci, sindache e presidenti della Regione, è stato deciso di elaborare il tema dei sindaci di Fiume la cui ultima dimora è nei cimiteri di Cosala e Tersatto.

In questo contesto sono state organizzate due passeggiate nei succitati campisanti, guidate dalla storica dell’arte fiumana Daina Glavočić, che ha fatto da Cicerone in innumerevoli visite ai cimiteri nel corso degli anni nell’ambito della Settimana, e dallo storico dell’arte Theodor de Canziani, appassionato della storia di Fiume, che negli ultimi anni ha fatto conoscere ogni angolo della città ai sempre più numerosi cittadini che prendono parte alle sue passeggiate guidate. De Canziani è un’autentica miniera di informazioni, aneddoti e pettegolezzi legati a personaggi storici, ma anche a cittadini fiumani meno noti, con i quali fa rivivere la quotidianità fiumana del passato con disinvoltura e umorismo.

Quindici sindaci
Nei due cimiteri monumentali di Fiume riposano quindici sindaci che a loro tempo sono stati alla guida di Fiume e di Sušak. Undici sono stati seppelliti a Cosala, mentre quattro hanno trovato la loro ultima dimora a Tersatto.

La prima passeggiata si è tenuta nel cimitero di Cosala, che contiene il maggior numero di tombe e mausolei di ex sindaci, in quanto questo è il più antico camposanto del capoluogo quarnerino. La visita è iniziata dinanzi a uno dei mausolei più monumentali di Fiume, quello della famiglia Scarpa. Il mercante veneziano Paolo Scarpa (1765, Venezia – Fiume, 1837) giunse a Fiume da Venezia alla fine del Settecento. Come spiegato da de Canziani, Scarpa è un cognome frequente nella città lagunare e nel XVI, XVII e XVIII secolo a portarlo furono diversi interessantissimi personaggi veneziani e veneti. Il dominio della Serenissima nel Mare Adriatico portò numerosi Scarpa a insediarsi in diverse località che costellano il Golfo di Venezia e il Mediterraneo e così giunsero anche a Fiume. De Canziani ha rimarcato che anche Petar Škarpa, direttore dell’Ufficio turistico di Fiume, porta l’illustre cognome veneziano nella sua versione croatizzata.

Paolo Scarpa divenne cittadino fiumano nel 1798 e nel 1803 assunse la carica di consigliere. Divenne sindaco di Fiume nel 1812, all’epoca di Napoleone, quando la città faceva parte delle Province Illiriche, e fuggì dalla città nel 1813, anno in cui questa venne attaccata dalla marina militare inglese. Sempre nel 1813, venne rimosso dalla carica di sindaco.

Il mausoleo della famiglia Scarpa

Una piccola città assopita
Come spiegato da de Canziani, alla fine del Settecento Fiume era una città piccola e assopita che attendeva qualcuno che svegliasse il suo spirito d’intraprendenza. La famiglia Scarpa si occupava di commercio di legname e grano e costruiva navi. A Fiume Paolo Scarpa e i suoi fratelli fecero conoscenza con uno dei personaggi più importanti nella storia di Fiume, Andrea Lodovico de Adamich, che si impegnava a portare a Fiume uomini d’affari che avrebbero stimolato l’economia della città e favorito così il suo sviluppo. Il suo obiettivo fu anche quello di costituire una Camera di economia e ci riuscì.

Paolo Scarpa, suo figlio Iginio Scarpa – patrizio, commerciante e politico – e Andrea Lodovico de Adamich erano membri della loggia massonica fiumana (di cui faceva parte successivamente anche il sindaco più importante della storia di Fiume, Giovanni de Ciotta, nipote di de Adamich) e non sorprende – ha osservato de Canziani – che tutte queste famiglie fossero unite da legami di parentela mediante i matrimoni, oltre che da legami commerciali.

Il mausoleo della famiglia Scarpa, costruito nell’Ottocento su commissione di Iginio Scarpa, è il secondo più grande a Cosala dopo quello monumentale di Robert Whitehead progettato ed edificato da Giacomo Zammattio. Non è noto l’autore del mausoleo Scarpa, ma esso è caratterizzato dallo stile neogotico e assomiglia a una cappella.

Il gotico quadrato
“Questa variante di neogotico, chiamata gotico quadrato o gotico Tudor, non è molto diffusa dalle nostre parti, in quanto è un gotico sviluppatosi nel Regno Unito – ha spiegato lo storico dell’arte –. Andava molto di moda nel XIX secolo, quando nell’architettura emerse lo storicismo con il neogotico, il neoromanico e il neoclassico”, ha rilevato, aggiungendo che l’autore del mausoleo è probabilmente triestino. Oggi l’imponente mausoleo, caratterizzato da numerosi simboli massonici, ha bisogno di cura in quanto è stato “invaso” dalla vegetazione (sul suo tetto, infatti, sta crescendo un albero di fico). Ovviamente, parlando della famiglia Scarpa e di Iginio Scarpa, de Canziani si è soffermato brevemente anche sulla storia di Angiolina Sartorio, moglie di Iginio, per la quale egli diede edificare la celebre Villa Angiolina. Facendo riferimento alla stele all’interno del mausoleo sulla quale si legge il nome di Paolo Scarpa e tutti i suoi dati generali, de Canziani ha osservato come questo sia il motivo per il quale il cimitero è considerato una galleria dell’arte e un archivio all’aperto. “Sulle tombe e sulle lapidi scrive praticamente tutto ciò che è importante di una persona e quando perdiamo queste scritte abbiamo perso delle informazioni preziose”, ha rilevato de Canziani.

Documenti di importanza eccezionale
Ci sono dei personaggi che meritano di venire ricordati anche se non rientrano nel tema: la storica dell’arte Daina Glavočić ha voluto fermarsi brevemente accanto alla tomba di Egidio Rossi, autore di una serie di fotografie del cimitero di Cosala all’epoca in cui venne edificato. Si tratta di documenti di importanza eccezionale che danno un’idea dell’aspetto e del modo in cui il camposanto di Cosala venne concepito. La storica dell’arte ha colto l’occasione per menzionare anche altri personaggi importanti per lo sviluppo di Fiume e la valorizzazione del suo patrimonio artistico-culturale, tra cui Maksimilijan Peč, costruttore di ponti tra Fiume e Sušak e appassionato ricercatore della storia delle due città ora riunite sotto il nome di Fiume/Rijeka. “Si tratta di persone che dobbiamo ricordare perché sono quelle che promuovono e diffondono la storia e l’identità della nostra città e sono importanti anche per il suo futuro”, ha osservato la storica dell’arte.

Il fautore della Fiume moderna
Si è giunti quindi alla tomba del più grande sindaco nella storia di Fiume, Giovanni de Ciotta (Fiume, 1824 – Laurana, 1903). Il suo sepolcro è curato ed è stato restaurato grazie al contributo dell’Associazione Libero Comune di Fiume in esilio. “La tomba è stata costruita con pietra di qualità, il che è importante, in quanto il cimitero di Cosala si trova in un avvallamento, per cui ogni volta che piove l’acqua scende copiosa a valle e può causare ingenti danni – ha osservato Glavočić –. Anche l’abbondante vegetazione che troviamo in questo posto è un fattore che influisce sullo stato di conservazione delle tombe. Infatti, la crescita incontrollata degli alberi e di altre piante può danneggiare i sepolcri se questi non vengono puliti regolarmente. Purtroppo, in molti casi i proprietari delle tombe sono troppo anziani per potersene prendere cura, oppure non ci sono più e queste risultano abbandonate. Come sappiamo, dopo la Seconda guerra mondiale migliaia di italiani se ne andarono da Fiume e abbandonarono così anche le tombe. Per fortuna, ci sono ancora persone, riunite nell’Associazione Libero Comune di Fiume in esilio, che investono nel restauro di sepolcri importanti per la storia della città”, ha spiegato la storica dell’arte, ribadendo l’importanza dell’impegno di ogni cittadino nella cura dei cimiteri, anche con piccoli gesti.

Ma torniamo a de Ciotta. La sua tomba, progettata da Carlo Pergoli, è semplice, ma raffinata, e vanta uno straordinario ritratto dell’ex sindaco fiumano. Il rilievo venne realizzato dallo scultore veneziano Urbano Bottasso, autore di tutti i rilievi e sculture che decorano la splendida Pescheria fiumana, anch’essa progettata da Pergoli.

La passeggiata è proseguita quindi fino alla tomba dell’ex sindaco di Fiume Sergije Lukeš (1930-1982), che fu a capo della città nel 1982. Come spiegato da Daina Glavočić, Lukeš lavorò nel cantiere navale “Viktor Lenac”, del quale fu per un periodo anche direttore, mentre dal 1965 al 1969 fu deputato al Sabor.

La tomba di Giovanni de Ciotta

L’opera di Ivan Rendić
Theo de Canziani si è soffermato brevemente accanto al mausoleo Kopaitić-Battagliarini, progettato e realizzato dal rinomato scultore Ivan Rendić. Il mausoleo è molto danneggiato, come spiegato da de Canziani, a causa della scelta dello scultore di mettere insieme materiali diversi e una pietra porosa non abbastanza solida per resistere alle intemperie. Per fortuna, la Città di Fiume ha stanziato dei fondi per il suo restauro, in programma nel 2026.

Uno dei mausolei più spettacolari di Fiume è senza dubbio quello della famiglia Vio, nel quale riposa l’ex sindaco di Fiume Francesco Vio (Fiume, 1863 – Milano, 1954). Fu autonomista e nel 1901 sostituì Maylender nel ruolo di sindaco e presidente del partito. Ben presto diede le dimissioni per motivi di salute, ma nel 1910 venne nuovamente eletto alla carica e vi rimase fino al 1913. Il suo mausoleo, in stile neogotico, venne progettato da Giuseppe Dorigo, mentre la scultura di Ebe, ancella delle divinità, e gli elementi scultorei sono opera dello scultore Donato Barcaglia. Come spiegato da Daina Glavočić, ciò che caratterizza il mausoleo è il marmo nero, bianco e rosa utilizzato per la sua edificazione, che lo distingue dai sepolcri storici in pietra bianca che prevalgono a Cosala.

La tomba di Francesco Gilberto Corossacz (1856-1942), banchiere, politico, industriale, console onorario del Regno di Danimarca dal 1914 al 1939 e sindaco di Fiume dal 1914 al 1915, ha bisogno di maggiore cura. Fino a poco tempo fa, infatti, la sua lapide era ricoperta dall’edera che impediva di leggere ciò che vi è scritto. La tomba è semplice, anche se si tratta di un personaggio di rilievo nella storia di Fiume, del quale oggi è rimasta la splendida villa Corossacz, sede della Scuola di Musica “Ivan Matetić Ronjgov”.

Il mausoleo della famiglia Vio

L’impegno di Anita Antoniazzo de Bocchina
Daina Glavočić ha ricordato in questo contesto la pittrice e fotografa fiumana Anita Antoniazzo de Bocchina, che ha riportato nel suo libro “Il cimitero di Cosala” tutte le epigrafi e i nomi degli architetti, scultori e artisti che hanno realizzato e lavorato alle tombe e ai mausolei nel camposanto, aggiungendovi anche dei brevi cenni biografici relativi a ciascuna di queste persone. “Anita Antoniazzo era molto impegnata nella tutela e conservazione di questo cimitero, anche se aveva scelto di andarsene da Fiume dopo la Seconda guerra mondiale”, ha spiegato Glavočić, aggiungendo che l’artista era piena di conoscenze che trasmetteva volentieri e che erano informazioni preziose per gli storici dell’arte di Fiume. Una delle tappe del giro nel cimitero è stata ovviamente anche la tomba di Anita Antoniazzo de Bocchina.

La passeggiata è proseguita verso il mausoleo neogotico della famiglia Bačić, giunta a Fiume dalla Dalmazia. Si occupavano di commercio di legname e grano accumulando una grande ricchezza e numerose proprietà. Il lascito della famiglia comprende l’albergo Continental, costruito da Venceslao Celligoi e Mate Glavan nel 1886. Enrico (Hinko) Bačić (1857-1918) fu l’esponente più illustre della famiglia e il primo sindaco di Sušak (in precedenza Tersatto), carica che ricoprì dal 1887 al 1907. A Fiume, Bačić si faceva chiamare Enrico, mentre a Sušak era Hinko. Diede un forte contributo allo sviluppo urbanistico di Sušak e si può definirlo il “Ciotta di Sušak”. Fece costruire il Primo ginnasio croato di Sušak sul proprio terreno, regolò la rete stradale, l’illuminazione pubblica a gas, fece costruire l’acquedotto e la rete fognaria, la ferrovia, le scuole e via dicendo.

Una tappa dovuta è stata quella accanto alla tomba dello scrittore, poeta ed ex sovrintendente del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, Osvaldo Ramous.

Eletto sei volte
L’ultima tappa del giro nel cimitero di Cosala è stata la tomba della famiglia Maylender, che nel corso del tempo è stata danneggiata, per cui è dovuta essere recuperata sistemando ciò che è rimasto del mausoleo su un muro di sostegno in cemento. Sulla tomba sono ancora visibili i buchi delle pallottole sparate durante i combattimenti alla fine della Seconda guerra mondiale. Michele Maylender (1863-1911) fu avvocato ed ebbe una carriera politica straordinaria. Fu autonomista ed estremamente dedito alla città e venne eletto a sindaco in sei occasioni, rifiutandosi di assumere l’incarico diverse volte perché non era d’accordo con le decisioni del governo ungherese. Fu uno dei fondatori del circolo letterario di Fiume.

Pietro Klausberger (1906-1981), di famiglia italiana, fu il primo sindaco di Fiume nel secondo dopoguerra. Durante la guerra fece parte della resistenza e, dopo che l’SS lo inserì nella lista dei ricercati, si unì ai partigiani. Nel dopoguerra ebbe il difficile compito di ricostruire la città. Nel cimitero riposano anche il patrizio e giudice fiumano Giuseppe Agostino Tosoni (1804-1852), che ricoprì la carica di vicecapitano della città per un breve periodo nel 1848. Antonio de Vallentsits (1829-1902) ricoprì la carica di sindaco di Fiume dal 1898 al 1900 e fu una persona molto influente. È cittadino onorario di Fiume.

Eduard/Edo Jardas (1901-1980) nacque a Zamet ed emigrò nel Canada nel 1926, dove divenne membro del Partito comunista. Nel 1937 partecipò alla guerra civile in Spagna, dopodiché fece ritorno a Toronto, dove fu redattore di diverse riviste. Alla fine della guerra tornò in Jugoslavia e ricoprì varie cariche di rilievo. Dal 1952 al 1955 fu sindaco di Fiume.

La tomba di Michele Maylender

In funzione dal 1915
La passeggiata nei cimiteri di Fiume è proseguita nel camposanto di Tersatto, dove sono seppelliti quattro sindaci Fiume e di Tersatto-Sušak. Il cimitero entrò in funzione nel 1915, quando si ebbe la prima sepoltura. Come spiegato da Daina Glavočić, la maggior parte dei personaggi illustri di Fiume riposa nel cimitero di Cosala, mentre quello di Tersatto ha un carattere più locale e limitato agli abitanti di Sušak. Anche questo camposanto vanta diversi mausolei e tombe di altissimo valore artistico-culturale. Come spiegato da Theodor de Canziani, l’antico cimitero di Tersatto si trovava nei pressi di Fratarsko e a testimoniarlo sono due mausolei neoclassici rimasti nella zona. De Canziani ha voluto soffermarsi su una persona che ha curato per decenni la vegetazione che decora il cimitero di Tersatto: Josip Kulfanek (1899-1976), giunto a Sušak dall’allora Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca, giardiniere cittadino di Sušak.

La tomba di Stanko Lukanović (1839-1912), sindaco di Sušak a partire dal 1876, è stata realizzata nello stile Liberty geometrico. Sušak ottenne lo status di città nel 1919. Lukanović ebbe un ruolo importante come sindaco. Ardente seguace del Partito croato del diritto di Ante Starčević, fondò una serie di riviste che propagavano la lingua croata e l’idea del diritto del popolo croato a un proprio Stato. Nel 1878 iniziò a pubblicare la rivista “Sloboda” e nel 1882 quella letteraria “Hrvatska vila”, entrambe pubblicazioni che propagavano gli ideali del Partito croato del diritto. Una di queste riviste, fondata da Lukanović nel 1888, era bilingue, in italiano e croato, e si intitolava “Nepristran – L’imparziale”. Nel 1875, Lukanović aprì una scuola elementare maschile e successivamente anche quella femminile, in quanto teneva molto all’istruzione.

Theodor de Canziani e Daina Glavočić accanto alla tomba di Corossacz

Scritte in italiano
A primo acchito si potrebbe pensare che nel cimitero di Tersatto non ci siano tombe con scritte in italiano, invece ce ne sono, confermando lo spirito multiculturale e multilingue di questi territori. In questo contesto, de Canziani ha indicato la tomba della famiglia Cosulich de Pećine, proveniente dall’isola di Lussino, che si occupava di cantieristica. La tomba è un altro capolavoro dello scultore Ivan Rendić. De Canziani ha accennato anche alla tomba della famiglia francese Frémont, i cui membri arrivarono a Fiume per lavorare come ingegneri alla Cartiera, investendo pure nell’edificazione di palazzi residenziali nell’ex via Trieste, oggi via Vukovar.

La comitiva ha fatto quindi tappa alla tomba di Vilim Mulc (1928-2006), che fu sindaco di Fiume dal 1978 al 1982. Abbandonò la scuola giovanissimo per unirsi ai partigiani nella Seconda guerra mondiale, ma vi tornò immediatamente dopo la fine del conflitto. Nei decenni successivi iniziò a occuparsi di politica, fu direttore per alcuni anni del quotidiano “Novi List”, presidente del Club calcistico Rijeka e deputato al Sabor.

La tomba di Vilim Mulc

L’uomo più ricco del Regno austro-ungarico
Il più monumentale mausoleo nel cimitero di Tersatto è quello di Gjuro Ružić (1834-1922), anche questo realizzato da Ivan Rendić. Ružić fu l’uomo più ricco del Regno austro-ungarico e sia a Fiume che a Sušak fece costruire più di 70 palazzi, alberghi, edifici residenziali, ecc. Fu proprietario di una fabbrica di pellame, mentre è proprio grazie a Ružić che a Fiume si ebbe la prima riqualificazione di un edificio industriale in un palazzo residenziale: egli fece trasformare la sua fabbrica in un condominio e costruì lo stabilimento dall’altra parte della strada per tenere d’occhio i suoi operai. Gjuro Ružić fu sindaco di Sušak dal 1907 al 1909.

Il figlio maggiore di Ružić, Gjuro (Juraj) Ružić il giovane (1891-1976), ricoprì la carica di sindaco di Sušak dal 1929 al 1939. Prese parte alla Prima guerra mondiale e nel decennio in cui guidò la città contribuì al suo sviluppo con l’edificazione dell’eliporto, della Casa croata di Cultura (HKD), dell’ospedale, delle scuole, collegandola a Praga, Klagenfurt e all’Europa centrale. Stando a de Canziani, Ružić era consapevole che Sušak non poteva concentrarsi soltanto su un segmento della sua infrastruttura. Era convinto che fosse importante trasformarla anche in una località turistica, diventata la più popolare del Regno di Jugoslavia. Ružić fu sposato con la pittrice Božena Vilhar, proprietaria della prima galleria d’arte a Fiume. Nell’immediato secondo dopoguerra, il mausoleo Ružić ospitò per alcuni mesi anche una famiglia senza un alloggio.

Sono innumerevoli le storie e gli aneddoti che si celano tra le lapidi e i maestosi mausolei dei due cimiteri monumentali di Fiume, un tesoro che merita di essere raccontato e diffuso, ma soprattutto curato e protetto.

Il cimitero di Tersatto

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