Gli esordi del turismo a Novalja

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Gli esordi del turismo a Novalja

Nel 1960 a Novalja viene fondata un’azienda turistica e di ristorazione chiamata “Turist” il cui fine è occuparsi dello sviluppo dell’industria dell’ospitalità sull’isola. È in quegli anni che aprono i battenti i primi alberghi, un campeggio e altri esercizi di ristorazione sull’isola. Non fu un decollo facile, a partire dalla carenza di manodopera. Ma gli isolani si rimboccarono le maniche. Coloro che d’inverno facevano i pescatori, coltivavano i campi o si dedicavano alla pastorizia d’estate vengono ingaggiati come cuochi o camerieri. Manca anche l’inventario, per cui si ricorre a quanto si ha in casa: piatti, bicchieri, posate… Ma l’entusiasmo di avere l’opportunità di disporre di una nuova fonte di reddito è tale da indurre il personale a scambiarsi a turno anche le poche uniformi di lavoro di cui si dispone. L’imperativo è per tutti: l’ospite ha sempre ragione. Il primo direttore della “Turist” fu Emil Dabo. Dopo di lui a gestire l’impresa fu Mladen Šuljić. Il professor Ivan Crnković è addetto alla ricezione degli ospiti e ce la mette tutta, tanto che i turisti più affezionati gli si rivolgono spesso con l’appellativo di “padre”. Un’altra persona meritevole per gli sforzi fatti all’epoca per trovare finanziamenti da investire nello sviluppo del settore fu Luka Čemeljić al quale gli isolani saranno tanto riconoscenti, in seguito, da intestargli il lungomare di Novalja.

La famosissima spiaggia Zrče
Foto: Dino Stanin/PIXSELL

L’ospite ha sempre ragione

In quegli anni i residenti iniziano a costruire nuove case un po’ più grandi in modo da poterle affittare agli ospiti. A prima vista sembrano tutte uguali. Al pianoterra hanno una cucina, un soggiorno, un bagno e una camera da letto principale mentre al primo piano dispongono di diverse camere da letto e di un bagno in comune. Al piano terra hanno quasi tutte una taverna. Forniscono agli ospiti un servizio di pensione completa o di mezza pensione.

Le donne più anziane dell’isola che affittavano d’estate le proprie case ai turisti, ricordano ancora che in quegli anni gli ospiti venivano trattati quasi da re, coccolati, con il massimo rispetto. Le pietanze migliori erano destinate a loro. Se qualcuno prendeva del pesce fresco, veniva preparato in casa e portato a tavola la sera per essere offerto ai turisti. Se se ne andavano soddisfatti, l’anno dopo sarebbero tornati. E infatti, nella maggior parte dei casi succedeva. Tanto che, con il passare degli anni, diventavano assidui, quasi degli amici. A dedicarsi agli ospiti era tutta la famiglia, bambini inclusi. Le donne si dedicavano alla cucina, gli uomini alla pesca e i più piccoli apparecchiavano la tavola. A cena e a colazione.

Jet sky arenati in attesa dell’inizio di una nuova estate.
Foto: Marko Dimic/PIXSELL

I primi alberghi

Dopo la costruzione del ponte che collega Pago alla terraferma, inaugurato nel 1968, sull’isola si iniziano a costruire i primi alberghi. Anche se Pago era una città ed è sempre stata il centro principale dell’isola, con lo sviluppo del turismo Novalja ha iniziato a svilupparsi più velocemente. Gli abitanti di Pago lavoravano perlopiù nelle saline, alcuni nella fabbrica di plastica, ma dopo l’apertura del ponte molti scelsero di investire nel turismo e di dedicarsi a questo ramo dell’industria. Il primo vero albergo che aprì i battenti sull’isola nell’anno stesso in cui venne inaugurato il ponte, fu l’hotel “Bellevue”. All’epoca era un cinque stelle. Offriva 340 posti letto in quattro padiglioni costruiti in una bella pineta, disponeva di un ampio parcheggio, di una spaziosa reception, e di un ristorante con terrazza con vista sulla baia di Pago. Era dotato anche di un campo da golf, di tavoli da ping-pong e di campi da tennis. D’estate, la sera, sulla terrazza c’era la musica. Dopo l’apertura di un altro albergo nel centro storico aprirono i battenti anche i primi bar e ristoranti sul lungomare. Sempre del 1968 è pure l’hotel Liburnija, i cui padiglioni avevano in tutto 66 camere mentre l’albergo ne aveva 70.

L’hotel Liburnija si trova sulla spiaggia Lokunje in pieno centro di Novalja e quando la gente lo vede dall’esterno desidera immediatamente rimanerci. Ma una volta visti gli interni per molti è una vera delusione. L’albergo si trova sì sulla spiaggia, ma le sue stanze, assurdamente, non hanno balconi. Un albergo che si affaccia su una spiaggia poteva avere benissimo una vista splendida da ogni camera da letto, ma l’hanno progettato quasi fosse un albergo in montagna, senza balconate, tutto rivestito di legno. Ovvio che gli ospiti giunti in vacanza in località come questa vogliono anche avere una camera con vista sul mare. E così appena arrivati gli ospiti chiedevano di essere trasferiti nel padiglione dell’albergo in cui, fortunatamente, tutte le camere hanno i balconi.

Tra gli altri alberghi di Novalja, c’è hotel Loža, costruito nel 1972. Si trova nel centro della cittadina, nella parte che porta lo stesso nome dell’albergo. È costruito sul sito in cui in passato c’erano alcune case della famiglia dei Vidas. L’albergo ha 35 stanze per gli ospiti dotate di balconcini-finestre francesi. In questa zona un tempo c’era anche un noto ristorante, il “Plavi Jadran” (Adriatico azzurro). D’estate, la sera sulla terrazza al primo piano si danzava. L’albergo ospitò all’epoca molti celebri cantanti croati. Tra questi anche il famoso e compianto cantante dalmata Oliver Dragojević.

La bellissima spiagga di Lokunje

I fanghi curativi

Davanti all’albergo c’è la bellissima spiaggia di Lokunje. È quasi tutta di ciottoli ma in un angolo è sabbiosa e c’è del fango: 20 000 m² di mare basso pieni di peloide, conosciuto anche come fango curativo. Di solito questo fango si usa per bagni terapeutici. In questo luogo, il peloide si accumulava da secoli, diversi processi geologici e biologici hanno influito su questo fango ricco di minerali utili per il corpo umano. Può alleviare l’infiammazione, ridurre il gonfiore, migliorare la circolazione e rilassare i muscoli. Grazie ai suoi ingredienti idratati, i peloidi si usano spesso nei prodotti di bellezza, principalmente come uno degli ingredienti per maschere facciali.
Il fango si distingue in base alla sua origine, il che significa che ci sono diverse specie con vari ingredienti che dipendono da flora, fauna e tipo di terra. Le analisi esperte condotte sul fango di Lokunj hanno dimostrato che esso contiene peloide di alta qualità che si può usare per la cura e la riabilitazione dell’apparato locomotore e per alleviare malattie neurologiche e dermatologiche. Gli abitanti dell’isola di Pago usano questo fango per curare malattie reumatiche e lo usa anche il dipartimento di Pago per la terapia fisica.

La gente del luogo più anziana ricorda a tutt’oggi che, agli albori del turismo, qualche anno dopo il 1953, a Novalja vedevano una donna costretta su una sedia a rotelle accompagnata da una badante, che arrivava qui per curarsi. Non essendoci ancora strade moderne per arrivare sul sito, la trasportavano fin lì in groppa a un asino la mattina e tornavano a riprenderla la sera. Inzuppava i piedi tutto il giorno nel fango e la donna che l’accompagnava le massaggiava insistentemente le gambe con il fango. Continuò a farlo per tanti anni e ogni di volta in volta stava un po’ più meglio. Finché un anno non la videro arrivare sulle sue stesse gambe, senza sedia a rotelle e soltanto con un bastone di supporto. Da allora tantissime persone hanno seguito il suo esempio.

Oggi i fanghi curativi di Novalja sono famosi

Il campeggio Straško

Il campeggio Straško venne aperto nel 1972 gestito dall’azienda “Turist”. Inizialmente era soltanto una zona forestale piantata a querce e olivi, con piazzole con vista mare e una splendida spiaggia davanti, e gli ospiti ci arrivavano con le loro roulotte, i camper e le tende. Una parte della spiaggia era riservata un tempo ai naturisti. Il campeggio si estende su 57 ettari ed è quindi uno dei più grandi e più importanti campeggi sull’Adriatico.

 

*Mentore Prof. dr.sc Dolores Miškulin

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