Fiume Waterfront: un sogno che s’avvera

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Fiume Waterfront: un sogno che s’avvera

Correva l’anno 2000 quando a metà giugno il bacino portuale di Fiume si ritrovava pieno di barche a vela, ormeggiate alla meno peggio prima di presentarsi alla linea di partenza della prima edizione della Fiumanka. C’erano 114 barche al via in una splendida mattinata di sole e di bora, forte quanto basta. Per la città l’evento aveva rappresentato una novità, diventata tradizione, uno degli appuntamenti più importanti nel calendario. Gli organizzatori si erano ispirati alla Barcolana, la più massiccia regata velica del mondo, di cui Trieste va giustamente orgogliosa. Il capoluogo giuliano e il suo porto hanno saputo trasformarsi, dedicando interamente le rive ai cittadini e ai turisti. Le attività portuali sono state trasferite altrove.

Quello di Fiume Waterfront è un progetto atteso da tempo, per la cui realizzazione oggi ci sono tutti i presupposti

In quel 2000, a cui facciamo riferimento, anche nel bacino fiumano era chiaro che di lì a poco sarebbe cambiato qualcosa. Le merci non venivano più trattate come una volta e molte delle strutture erano in parte o completamente dismesse. Nel giorno della prima Fiumanka c’era stato un altro momento importante, ovvero l’apertura del Molo longo ai comuni mortali, ovvero a tutti gli interessati a seguire più da vicino il via della regata, che parte tradizionalmente in prossimità dell’imboccatura del porto, a breve distanza dal vertice della diga foranea. In quell’occasione si era trovato in tempi brevissimi un accordo tra la Città, la Port Authority, le Dogane e la Polizia, per consentire l’accesso, dopo diversi decenni, ai cittadini in una zona tagliata fuori dal tessuto urbano. Da allora, anno dopo anno, il Molo longo si è integrato, non soltanto nel contesto urbano, ma anche nelle abitudini quotidiane dei cittadini.
Partenza dal Molo longo
Da quel giorno di giugno sono passati quasi 21 anni, durante i quali sono avvenuti molti cambiamenti, ma nulla in confronto di ciò che ci attende nei prossimi tre anni. Partiamo, appunto, dal Molo longo. Dalla sua base, tutte le mattine, inizia la giornata di Denis Vukorepa, direttore della Port Authority: “Potete venire a controllare. Sono qui alle 6.05, faccio la mia corsa fino al faro e ritorno, poi un po’ di palestra al Terminal, la doccia e quindi in ufficio”. Non è il solo a scegliere la diga foranea per fare jogging, ma ci sono anche quelli che ci vanno in bici, con i pattini, monopattini, portando a spasso il cane o semplicemente camminando, distanti dal chiasso cittadino, ma godendosi uno straordinario panorama, volendo, da entrambe le parti. Rispetto alle rive a Trieste, comunque, abbiamo difficoltà a considerare, ciò che ci viene offerto, un “waterfront”. Il termine inglese sta a significare un contatto diretto con l’acqua, quello che a lungo, per la vocazione industriale di Fiume, è stato negato ai cittadini. Ci sono voluti, infatti, poco meno di 21 anni per arrivare fin qui. Forse ci renderemo conto a breve, di aver bruciato le tappe in molto meno tempo, raggiungendo dei traguardi per i quali avevamo creduto che ci volesse un’intera era geologica.
Una città diversa
“Fra tre anni sarà un città diversa – assicura Vukorepa –, perché oggi ci sono le condizioni per realizzare in tempi più brevi delle opere per le quali in passato sono serviti tanti anni. Per la DC404, ad esempio, ci sono voluti 6, 7, 8 anni, mentre per la costruenda DC403, la strada più costosa in Croazia, non si andrà oltre i tre anni. Le opere vengono finanziate con i mezzi erogati da Fondi dell’Unione europea, per cui i contratti sono chiari e assicurano il rispetto dei tempi. Inoltre, anche le tecnologie nella costruzione hanno compiuto notevoli passi avanti”. La DC404 è la strada che dalla Fiumara conduce al nodo di Draga, attraversando Pećine mediante una galleria con uscita anche verso il centro commerciale Tower Center. La DC403, con viadotti e galleria, collegherà il futuro terminal container di Molo Zagabria all’autostrada a Valscurigne, un tratto estremamente complesso, che soltanto vent’anni fa sarebbe stato un sogno difficile da realizzare.
Apertura ai cittadini
“Non è un sogno ciò a cui stiamo andando incontro. Con le opere in costruzione, agli scali e alle altre infrastrutture, puntiamo a diventare il porto più importante dell’Alto Adriatico”, parla con ottimismo Vukorepa, elencando tutto ciò che si sta facendo e che si farà nei prossimi anni. Ci sono due momenti chiave indicati dal direttore dell’Autorità portuale e si tratta della gara per la concessione al terminal di Molo Zagabria e l’assegnazione della concessione per Porto Baross. Il 22 marzo verranno aperte le buste con le offerte. “Fra tre anni ci saranno da una parte un moderno terminal container e dall’altra un centro nautico, uno scalo passeggeri e altri contenuti. Nell’immediato, possiamo parlare di una questione che sta particolarmente a cuore ai cittadini ed è lo sgombero delle rive dalle macchine. Occorre precisare – annuncia Vukorepa – che ad agosto scadono le concessioni per i parcheggi gestiti dall’azienda portuale Luka e dalla municipalizzata Rijeka Plus. Con la concessione per Porto Baross si creeranno le condizioni per trasferire le attività portuali dal Delta. Qui, in prossimità dell’Exportdrvo, vi sarà lo spazio per 600 auto, ben più delle 400 che oggi occupano la riva passeggeri. Ecco come apriremo in tempi brevi il waterfront. Inoltre, ridurremo notevolmente il traffico attraverso il centro. Si arriverà al parcheggio direttamente dalla DC404”.

Il complesso dei vecchi magazzini portuali Metropolis, bene culturale, verrà riqualificato

A Porto Baross, con il marina in grado di ospitare i mega yacht, si collega la concessione, inserita nel bando internazionale, per l’intera riva passeggeri, praticamente fino al bunker accanto all’edificio che ospita la Port Authority e l’azienda Luka.

La zona portuale di Fiume subirà una profonda trasformazione

Utilizzo delle rive
“L’idea è che ci sia un concessionario a controllare sia il centro nautico che le rive. Porto Baross, va detto, sarà aperto al pubblico. Per l’utilizzo delle rive si discuterà con la Città e con l’Ente per il turismo per assicurare contenuti durante tutto l’anno. Sono convinto che molti contenuti vi si trasferiranno dal Corso. Quando avremo assegnato la concessione per Porto Baross verrà bandita la gara per la concessione sul Molo longo, lì dove c’è l’edificio della Dezinsekcija. Sono stati realizzati degli studi sulla fattibilità in base ai quali sappiamo che c’è un grande interesse da parte dei cittadini per un punto di ristoro con servizi igienici. Ci sono già degli interessati a gestirlo. Attraverso questi progetti verrà sistemata anche la pavimentazione sul Molo longo. Dobbiamo sapere, inoltre, che ogni intervento in questa zona rientra nelle competenze di chi tutela i beni culturali e la cui autorizzazione è una condizione sine qua non”.
Progetti vicini
C’è un’eredità, a sua volta tutelata, nel complesso dei vecchi magazzini portuali Metropolis, che con la costruzione della DC403 e della strada d’accesso, verranno consegnati alla Città. “A differenza del Metropolis, un complesso tecnologicamente superato, inutilizzabile, ma tutelato come patrimonio culturale, abbiamo il magazzino 7 la cui demolizione è già iniziata, trattandosi di una struttura di costruzione più recente. In ogni caso, si apriranno nuovi spazi e nuove possibilità”. Al complesso Metropolis si potrà accedere quando verrà rimesso al vecchio posto il ponte pedonale che sovrastava la ferrovia, nei pressi alla Posta 2. Questi e altri progetti non ci sembrano più così lontani.

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