Damir Kedžo: Nell’attesa che il virus passi…

«La musica e il canto sono stati sempre il mio sogno più grande, una cosa risaputa già dalla prima infanzia», ci confida il vincitore del Festival Dora

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Damir Kedžo: Nell’attesa che il virus passi…

Uno dei cantanti della nuova generazione più conosciuto in questo momento, se non il più celebre in assoluto, è il vegliota Damir Kedžo, che a febbraio si è aggiudicato il primo posto al Festival della canzone croata Dora, ad Abbazia, con la “Divlji Vjetre”. Quello che sembrava l’apice della sua carriera, che doveva continuare con l’Eurosong e la grande gara canora europea, si è trasformato in un brutto sogno dal quale Kedžo si risolleva soltanto con il suo ottimismo e la voglia di vivere, che tutti noi dovremmo prendere a ispirazione. Damir Kedžo si racconta per il nostro quotidiano e ci svela come sta vivendo questi difficili giorni di riposo forzato.
Quando è nato questo grande amore per la musica e per il canto?
Probabilmente nello stesso attimo quando ho smesso di piangere. Era una cosa risaputa già dalla prima infanzia in casa nostra. I miei genitori dicono che il primo ad aver notato questa mia propensione al canto fosse stato il cantante operistico Tomislav Neralić, il quale aveva una casa a Castelmuschio ed eseguiva spesso gli esercizi di canto sul terrazzo. Io e il mio papà passavamo spesso davanti e in un’occasione mi sono fermato e ho iniziato a imitarlo. Fu allora che Neralić si rivolse a mio padre dicendogli di trovare qualcuno disposto a darmi lezioni private di canto. Però i miei genitori hanno sempre lasciato che fossi io a scoprire quali sono i miei interessi. Quindi io scelsi il canto. Nel corso della scuola elementare ho cantato nel coro della parrocchia, diretto da suor Valentina, successivamente ho continuato a crescere in senso artistico. Devo essere sincero e dire che fino a pochi anni fa la mia formazione era interamente da autodidatta. Cercavo di ascoltare la musica che mi piaceva e in questo modo costruivo la mia capacità vocale.
In che modo la musica ha influenzato la sua vita? In caso non fosse arrivato il successo, aveva un piano di riserva?
Mai. La musica e il canto sono stati sempre il mio unico piano, non vedevo niente altro. Avrei cantato in un modo o nell’altro. Ho iniziato esibendomi sui terrazzi degli alberghi, sono seguiti i musical, le esibizioni ai festival locali e poco a poco ho iniziato a farmi strada. Per me la cosa essenziale era poter cantare. Visto che non mi vedevo in nessun altro campo mi sono impegnato al massimo, lottando con tutte le mie forze dal buon inizio, per realizzare questo mio sogno.
Come è nata la canzone „Divlji vjetre“ (Vento indomito) con la quale ha vinto al festival Dora e che doveva essere presentata pure all’Eurosong?
Il testo della canzone è stato scritto sette anni fa. Ante Pecotić l’ha sempre conservato per un interprete che fosse stato capace di eseguirla così come lui aveva immaginato. Non ha voluto cederla neppure a me, fino alla metà dell’anno scorso. Appena l’ho sentita mi sono subito innamorato di lei. E ho capito che è questa la canzone che voglio portare al festival Dora. Tutto il resto è „storia“. Il pubblico ha riconosciuto la canzone e l’ha subito fatta sua, ed è proprio grazie ai voti del pubblico che la canzone „Divlji vjetre“ è stata scelta al festival DORA di Abbazia per rappresentare la Croazia all’Eurosong. Con questa vittoria il mio sogno d’infanzia è finalmente diventato realtà. Il pubblico ha da subito amato la canzone, le emittenti radio hanno iniziato a diffonderla, ha raggiunto immediatamente il picco d’ascolti e la cosa mi rende estremamente felice. Il vero senso del mio canto è condividere le mie emozioni coon li pubblico e quando ci riconosciamo a vicenda, nasce la magia. Sono estremamente riconoscente al sostegno fornitomi e a tutte le reazioni positive ottenute dalla canzone „Divlji vjetre“. Grazie gente, per aver amato e ascoltato la mia canzone.
Sembra che quest’anno il festival Eurosong salterà e forse l’anno prossimo verranno scelti altri candidati. È vero?
L’Eurosong quest’anno non si farà e tutte le canzoni che dovevano venire presentate non potranno esserlo. In pratica le direzioni delle singole televisioni nazionali di ogni paese devono decidere se mantenere gli artisti che hanno vinto quest’anno oppure sceglierne degli altri. Già al momento del Festival Dora eravamo coscienti del fatto che l’Eurosong verrà cancellato. Abbiamo fatto fronte a tutti gli obblighi possibili nel limite delle condizioni che di giorno in giorno andavano peggiorando. Nell’ultimo periodo prima dell’annuncio della cancellazione qualsiasi impegno lavorativo è diventato impossibile. Non potevo recarmi in studio, non si poteva filmare il video, non era possibile viaggiare. La pandemia che stiamo affrontando in questo momento sia come società che come civilizzazione, ci ha portato nuove condizioni di vita, condizioni fuori dal comune e dalla normalità. Sia io che tutte le persone del mio team in questo momento siamo concentrati esclusivamente sulla tutela della nostra vita e salute e di tutti coloro che ci circondano. L’importante è mantenersi sani aspettando che passi questa follia.
Ovviamente è immancabile la domanda legata al Covid-19. Come ha influenzato la sua vita il virus, se tralasciamo l’aver ostacolato gli impegni lavorativi e la cancellazione dell’Eurosong?
Come tutti gli altri. Tutte le attività e i concerti sono cancellati. Il coronavirus in questo momento è una priorità assoluta e dobbiamo unire le nostre forze per combatterlo. La situazione è difficile e sono necessari dei sacrifici per farla passare quanto prima. Tutti ci troviamo in questa storia e purtroppo nessuno viene risparmiato. Esistono anche altre professioni che hanno dovuto arrestarsi e quindi cerco di guardare il lato positivo senza panico e falsi allarmismi. Essere un musicista a volte significa anche mettere a repentaglio la propria sicurezza finanziaria. In questo momento cerco di fare la scelta responsabile e di aspettare che la situazione ritorni alla normalità.
Come usa il tempo in autoisolamento? Cerca di sfruttarlo in modo creativo?
Lo trascorro ascoltando vecchi demo e cerco di trovare idee nuove per le esibizioni dal vivo. Ci sono, ovviamente, anche altre cose che non avevo mai il tempo di fare e a cui mi dedico ora. Ho cercato di organizzare diversamente il mio tempo e dare la priorità ad altri passatempi, Con i miei cari amici, gli allenatori Andrej Pintarić e Marino Javorčić penso degli allenamenti da eseguire in casa ogni giorno. Leggo e ascolto la musica. Cerco di trovare l’ispirazione per nuovi progetti. Moltissime cose che a causa del lavoro ho dovuto trascurare ora stanno vivendo il loro ‘momento di gloria’.
Dove trova l’ispirazione?
Diciamo che mi piace creare dal nulla, ovvero senza pensare a niente in particolare. Mi piace passeggiare nei boschi perché allora riesco ad avere i risultati migliori, mi rilasso e mi sento rinvigorito una volta rientrato in casa. Mi piace anche ascoltare altri cantanti e musicisti, guardare spettacoli o film. Tutto ciò mi permette di mettere in moto la fantasia. Sono un tipo visivo e ho bisogni di piccoli stimoli di questo tipo per iniziare la costruzione dei miei ‘castelli’ di idee.
Ha valutato mai la possibilità di perseguire (o continuare) una carriera teatrale piuttosto di quella musicale?
Sinceramente no. Ho imparato molto dal teatro, soprattutto a come comportarmi in scena. Nel corso dei progetti teatrali ho imparato a considerare il palco la mia seconda casa. Però nel cuore resto sempre un cantante e desidero continuare a muovermi in questo senso. Se mi venisse offerto un progetto particolarmente interessante e accativante farei sicuramente un’eccezione, soprattutto se si trattasse delle televisione, che per me è un campo ancora inesplorato.
Ha cantato sia in lingua croata, che inglese e in dialetto ciacavo. Come ci si sente ad esprimere i propri sentimenti in un’altra lingua? Ha cantato anche in altre lingue?
La sensazione è assolutamente identica al croato. Già da bambino sono stato molto fluente nella lingua inglese e ho un vocabolario molto ricco, quindi non noto la differenza. Sono molto puntiglioso e mi piace saper parlare una lingua prima di poterla cantare. Anche l’italiano mi attrae molto. Ascolto moltissima musica italiana, anche senza sapere il significato dei testi delle canzoni e ciò mi dispiace un po’. Vorrei poter cantare in italiano e in spagnolo.
Di tutti i premi e riconoscimenti ottenuti, ce n’è uno che per lei ha un significato particolare o che ha rappresentato un bivio nella sua carriera?
Tutti i premi per me sono ugualmente importanti. Devo dire, però, che il festival Dora era qualcosa che sognavo già da bambino e sono molto contento di poter dire che questo sogno si è avverato.
Come trascorre il tempo libero? La musica per lei è un dovere o un piacere?
La musica è sempre un piacere. Ovviamente la produzione viene sempre accompagnata da moltissimi impegni che non sono strettamente legati alla musica. Mi rendo conto, però, che è necessario svolgere anche questi compiti di ‘ordinaria amministrazione’ per poter poi trascorrere più tempo in scena e cantare. Se penso al risultato svolgo con più piacere anche gli impegni meno interessanti. Il periodo che preferisco di più è la notte, perché non c’è nessuno in giro e posso passeggiare lungo il mare e ascoltare la musica. Queste passeggiate per il momento non possono aver luogo, ma non vedo l’ora di riprenderle come prima.

Tra reality, teatro, tv, concerti e tanto altro
Damir Kedžo è nato a Castelmuschio il 24 maggio del 1987 ed ha iniziato la sua carriera musicale nel 2003 con la partecipazione al reality Story Supernova Music Talents sul canale televisivo Nova TV, in seguito al quale si è formato il trio “Saša, Tin i Kedžo” di cui ha fatto parte per due anni. Nel 2006 ha partecipato al Festival MIQ con la canzone “Ki bi sad reke” e si è aggiudicato il primo premio come miglior artista esordiente. Nel 2007 ha vinto il primo premio della giuria, sempre al Festival MIQ, con la canzone “Kanet na vetru”, mentre nel 2009, sempre allo stesso Festival, ha vinto il secondo posto della giuria e il terzo del pubblico con la canzone “Peza od zlata”.
Kedžo ha partecipato al musical “Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat” e “Crna kuća” (La casa nera). Nel 2010 si è aggiudicato la XIX edizione del Grand Prix internazionale “Vitebsk 2010” in Bielorussia. Nel 2011 ha partecipato per la prima volta al Festival Dora e nel 2012 ha vinto il premio per la miglior interpretazione al Festival MIQ con la canzone “Daj mi kapju vodi”, nonché il primo premio della giuria.
La sua popolarità è cresciuta ulteriormente in seguito alla partecipazione alla terza stagione dello show televisivo “Tvoje lice zvuči poznato“, la versione croata di Your face sounds familiar, nel 2016. Nel 2019 si è aggiudicato il primo premio al ZagrebFest con la canzone “Srce mi umire za njom”.
A febbraio di quest’anno ha vinto il Festival Dora e avrebbe dovuto rappresentare la Croazia all’Eurosong a Rotterdam, evento che però è stato cancellato. Chissà, nel 2021…

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