Cosala, rione cittadino in evoluzione

Intervista a Kristian Starčić, presidente del Consiglio del Comitato di quartiere locale, sui progetti sociali, le opere di inclusione e le varie necessità che riguardano una delle zone più vecchie del capoluogo quarnerino

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Cosala, rione cittadino in evoluzione
La rinnovata piazza Piazza Volčić ha cambiato completamente aspetto

Kristian Starčić, avvocato di professione, lavora nell’amministrazione di una delle scuole di Fiume ed è il presidente del Consiglio del Comitato di quartiere del rione di Cosala. Quando non lavora o non passa il suo limitato tempo libero in famiglia, si dedica alle attività volte a rendere migliore il rione in cui vive. È bastato poco per organizzare l’intervista e, fin dai primi momenti, è stato chiaro quanto Starčić sia una persona pratica, chiara e allo stesso tempo empatica. Una di quelle con cui è possibile affrontare qualsiasi argomento senza sentirsi a disagio, perché a ogni domanda riesce sempre a fornire risposte pertinenti e articolate.

È evidente come il quartiere di Cosala, situato appena sopra il centro cittadino e uno dei più vecchi del capoluogo quarnerino, abbia trovato in lui un leader con la capacità di stimolare l’azione, la creatività e la realizzazione concreta di idee, oltre che l’energia fatta in persona per affrontare le sfide di un ruolo complesso come quello di guida in un organismo politico volontario. Il ruolo di responsabile di un Comitato di quartiere è tutt’altro che semplice: da un lato deve ascoltare le richieste e i bisogni dei suoi abitanti; dall’altro bilanciare, camminando quasi in punta di piedi, tematiche da risolvere con una certa urgenza e che spesso vengono trascurate o rimandate dall’amministrazione cittadina. Il nostro interlocutore, con il suo approccio pragmatico e diretto, sembra avere tutti gli strumenti per sopportare tali dinamiche curandosi delle esigenze della comunità, riuscendo poi anche a ottenere risultati tangibili.

Durante la nostra conversazione, Kristian Starčić non ci ha mai dato l’impressione di essere lontano dalla politica: “Da quando ho intrapreso quest’avventura, la politica, volente o nolente, è diventata parte della mia vita quotidiana. Così, anche le mie ambizioni sono legate al rione di Cosala, ma dove tutto ciò mi porterà, sarà da scoprirlo”. Si è candidato come indipendente, senza appartenere a un partito specifico, anche se in passato si era avvicinato a uno schieramento verde di sinistra. Quest’approccio indipendente rappresenta la sua volontà di mantenere un’azione libera e orientata esclusivamente al benessere della comunità, senza vincoli politici precostituiti.

“Tutto è iniziato nel 2018 – ha esordito –, quando un gruppo di giovani ha capito che a Cosala c’era bisogno di migliorare la qualità dell’ambiente e rendere il rione più accogliente e ordinato. Per ottenere risultati concreti, era indispensabile un impegno diretto nel Comitato di quartiere”. Inizialmente, il gruppo era rappresentato soltanto da Starčić come consigliere. Nel 2023, però, hanno deciso di fare un passo avanti, presentando una lista civica forte, che ha portato alla conquista di due mandati. “Abbiamo ‘conquistato il potere’ (ride) del Consiglio del Comitato di quartiere – ha proseguito –. Ora, come indipendenti e collaborando con tutti gli altri membri, stiamo lavorando intensamente per apportare cambiamenti visibili nel rione. Cosala è uno dei pochi quartieri con un’ottima infrastruttura comunale. Noi ci occupiamo delle attività sociali e, una volta risolto il cronico problema del parcheggio, potremo andare in pensione con la coscienza tranquilla. Il quartiere ha un grande potenziale e sta a noi sfruttarlo appieno”.

Kristian Starčić

Un lavoro di squadra, oltre la politica
Il Consiglio è composto da cinque membri: oltre a Kristian Starčić e Filip Jakovac come indipendenti, ci sono Zvonko Brozić (SDP), Ljiljana Franjić (HDZ) e Natalija Žanetić-Car (PGS). “Siamo tutti residenti del rione di Cosala, viviamo e amiamo il nostro quartiere a tempo pieno e per questo lasciamo ogni forma di politicismo fuori dalla porta della nostra piccola aula consiliare”, ha tenuto a sottolineare. Il Consiglio si riunisce una volta al mese e finora tutte le decisioni sono state prese all’unanimità.
“Questo mi rende felice e orgoglioso come presidente – ha aggiunto –, perché è la prova che stiamo lavorando bene. Spero che questo sia evidente anche passeggiando per le nostre vie. Nel lavoro quotidiano collaboriamo più strettamente con la nostra segretaria Erika, ma anche con numerosi dipartimenti e servizi municipali. Abbiamo tentato molto tempo fa di instaurare una collaborazione tra più Comitati di quartiere, ma a causa delle grandi differenze nei bisogni, nelle idee e negli approcci, ciascuno ha intrapreso la propria strada. Ritengo che questa sia la soluzione migliore, dato che siamo tutti così diversi gli uni dagli altri. Per quanto riguarda la collaborazione con le autorità cittadine, devo elogiare il rapporto con l’Ufficio per le competenze del sindaco e con lo stesso sindaco, ma abbiamo la sensazione che i servizi comunali non riescano sempre a tenere il passo. A volte sembra che passino anni tra l’idea e la sua realizzazione concreta. A questo proposito, basta guardare il nostro nuovo spazio urbano: abbiamo concepito una cosa, è stato progettato un altro approccio, ma nella realtà il risultato è qualcosa di completamente diverso”.

Strade e sicurezza: miglioramenti in corso
Parlando appunto di strade, abbiamo chiesto a Starčić di pronunciarsi in merito all’installazione delle recinzioni in loco e se ci siano stati dei miglioramenti in relazione allo stato delle strade (sappiamo che i residenti di Cosala erano insoddisfatti al riguardo). “Ogni novità richiede un periodo di adattamento. Spero che abbiamo superato questa fase senza particolari difficoltà. Considerando che il traffico sulla strada principale del quartiere si è calmato e che ora tutti prestano maggiore attenzione ai pedoni, riteniamo di aver raggiunto il nostro obiettivo. Quindi, questione chiusa. Tuttavia, il manto stradale continua a essere in cattive condizioni e continuiamo a richiedere interventi di riparazione, che poi vengono effettuati solo in modo parziale. Non siamo affatto soddisfatti di quest’approccio. Sarà necessario continuare a insistere e a mostrare determinazione per risolvere il problema con la municipalizzata Rijeka Plus”, ha risposto.

Inclusione sociale e accessibilità per i disabili
Sono stati fatti passi avanti anche riguardo all’inclusione delle persone con disabilità, grazie al contributo di Zvonko Brozić, esperto nello sport dedicato alle persone con handicap. Da due anni il progetto “Pratica sport nel quartiere” (Sportiraj u kvartu) accoglie, come ospite, Miroslav Matić, rinomato sportivo paralimpico nel gioco delle bocce. Diversi interventi hanno migliorato l’accessibilità ai disabili a Cosala: è stata costruita una rampa d’accesso al parco Zvonimir Škerl, sono stati creati sei nuovi attraversamenti pedonali ed è stata realizzata una rampa per accedere a piazza Volčić (della quale parleremo a breve). Starčić ha proposto, inoltre, l’installazione di una piattaforma mobile per migliorare l’accesso all’edificio del Comitato di quartiere, garantendo la partecipazione a tutti a i programmi che vi si organizzano.

Il parco Zvonimir Škerl

Collaborazioni e sfide future
Il nostro interlocutore ha elogiato la creatività dei membri del Consiglio e il supporto dei residenti e degli sponsor: “Siamo cinque persone diverse, ma con idee sempre nuove”. Nonostante l’efficienza nella collaborazione con l’amministrazione cittadina, Starčić ha sottolineato che i servizi comunali spesso tardano a rispondere alle necessità. Un esempio emblematico è il nuovo piazzale del quartiere, piazza Volčić appunto, realizzato in modo diverso da quello che era il progetto originale. Se si vuole guardare in positivo, la sola realizzazione rappresenta, però, un grande passo avanti, volto al miglioramento della vita sociale.

Parcheggi: una priorità per il futuro
Uno dei problemi principali è la scarsità di parcheggi. “Con circa dieci grattacieli e molte automobili, la situazione è critica”, ha spiegato. Per affrontare questa difficoltà, il Comitato di quartiere ha avviato una petizione che ha fruttato 1.052 firme per costruire un garage multipiano. Tra le soluzioni, vi è l’area vicino al Cimitero monumentale di Cosala, con la possibilità di mettere a disposizione fino a 62 nuovi posti macchina. Starčić, in questo senso, si è detto fiducioso: “La documentazione preliminare sarà inclusa nel Bilancio cittadino”. L’obiettivo è costruire un’infrastruttura moderna, che migliori la qualità di vita e riduca l’occupazione del suolo pubblico da parte delle automobili.

Il primo graffito a Fiume
Passeggiando per le vie del rione e colloquiando con il nostro interlocutore, siamo arrivati a quello che è stato il primo graffito in assoluto realizzato a Fiume: la scritta “Paraf Punk”, creata dai membri del gruppo punk Paraf nel 1977 in occasione del loro primo concerto, considerato il primo concerto punk nell’Europa dell’Est.
Questa scritta, apparentemente banale, è stata dichiarata bene culturale protetto di rilevanza locale nel 2016. Durante il programma di Fiume Capitale europea della Cultura 2020, è stata restaurata e commemorata. Ora, Starčić ha espresso il desiderio di collocare una targa commemorativa per celebrarla. È sempre importante valorizzare i dettagli della storia cittadina, per di più quando si parla di Fiume. Scattata qualche foto, abbiamo proseguito la nostra camminata.
“Vorrei sottolineare fin dall’inizio che questo Consiglio, e io personalmente, non abbiamo assolutamente nulla contro i graffiti: anzi, graffiti creativi e ben curati, realizzati in accordo con le comunità, rappresentano un abbellimento per ogni quartiere urbano. Tuttavia, condanniamo fermamente e combattiamo atti di vandalismo, quali ad esempio l’imbrattamento degli edifici. Per ora, stiamo affrontando il problema segnalando gli antipatici scarabocchi alle autorità competenti. Abbiamo anche altre idee, ma per ovvi motivi, preferiamo tenerle riservate almeno per il momento”.

Il primo graffitto realizzato a FIume, quello del gruppo punk Paraf

Il giardino ornamentale
Kristian ha proseguito il suo racconto parlandoci del parco nei pressi della Chiesa di San Romualdo e Ognissanti di Cosala e spiegandoci di aver parlato con due giovani dipendenti del Dipartimento ministeriale per la conservazione e la tutela dei beni culturali, i quali gli hanno raccontato che questo parco, al di fuori della chiesa, un tempo era l’unico del suo genere in Croazia. Durante il periodo italiano, fu progettato secondo lo stile del realismo italiano dell’epoca interbellica. Le due esperte sono decise a proteggerlo, sottolineandone il valore come luogo della memoria: un parco commemorativo, poiché all’ingresso si trova un ossario dedicato ai soldati caduti. Il parco dovrebbe offrire un’atmosfera di tranquillità e raccoglimento, mantenendo coerenza e armonia. Secondo le conservatrici, non dovrà essere troppo appariscente né nei colori né nell’aspetto. Le tonalità dovranno essere uniformi, preferibilmente verdi, per rispettare l’ambiente circostante.
Da un lato dell’area si trova il parco Zvonimir Škerl, frequentato da famiglie con bambini, per le quali è importante offrire contenuti adeguati. Dall’altro lato, sono state collocate attrezzature per l’esercizio fisico, scelte appositamente in tonalità verdi per integrarsi meglio nell’ambiente senza risultare sgargianti o invadenti.

La Chiesa di San Romualdo e Ognissanti

I confini
I confini di Cosala potrebbero non coincidere esattamente con l’immagine che molti residenti hanno della zona. Starčić ha offrerto al riguardo una delineazione precisa partendo da nord-est, dove il quartiere termina nei pressi della pizzeria “Do it”. Da lì, una linea immaginaria crea la delimitazione del rione verso est, calandosi (seguendo un po’ la traccia del limes romano) per la scalinata del Calvario, fino ad arrivare vicino alla Cattedrale di San Vito, in corrispondenza dell’edificio dell’ex negozio Bernardi, oggi sede del RiHub.
A sud, il limite è rappresentato dai parchi Vladimir Nazor e Nikola Host, entrambi inclusi, mentre il Palazzo del governo ne è escluso. Verso ovest, il confine si snoda lungo via Matko Laginja, proseguendo in direzione delle alture fino ai pressi del ristorante cinese “Peking”.
Tuttavia, come ha sottolineato Starčić, la percezione popolare spesso altera, nell’immaginario collettivo, i confini del quartiere includendo zone che in realtà appartengono ai vicini Comitati di quartiere Belvedere o Brašćine-Pulac. Ad esempio, molti considerano Cosala l’area che si estende dallo storico supermercato Brodokomerc, lungo via Cosala, fino alla stazione veterinaria “Ferarica”.
“È normale fare un po’ di confusione – ha ammesso –, soprattutto quando ci si spinge lungo il percorso della linea 4 dell’autobus di linea urbana, che attraversa territori di confine. Ma è anche questo che rende il quartiere vivo e ricco di storie condivise”.

Mandato fino al 2027
Il mandato dell’attuale Comitato di quartiere è iniziato a decorrere l’anno scorso e scadrà a marzo del 2027. Quattro anni, in cui si può e si deve fare tanto. “Tramite i nostri programmi – ha raccontato ancora il nostro interlocutore – organizziamo ogni anno numerosi eventi: dal Carnevale per i bambini, all’Avvento nel quartiere, alla giornata sportiva, alla celebrazione della Giornata internazionale della donna, alle varie azioni ecologiche, alla Giornata del quartiere e alla fiera di fantascienza KozalaCON, su cui stiamo ora lavorando e pensando a idee e progetti. Tutte queste attività sono pianificate e realizzate in collaborazione con le associazioni locali ‘GIR’ e ‘SMART kvart’, che ci forniscono il supporto logistico e creativo necessario per il loro svolgimento. L’evento più amato è sicuramente l’accoglienza di Babbo Natale e la consegna di dolci pacchetti ai bambini del quartiere: una delle tradizioni più antiche e più preziose, che custodiamo con cura e arricchiamo ogni anno e che quest’anno, si realizzerà presso la scuola elementare ‘Kozala’”

Consapevolezza civica nel quartiere
Alla nostra domanda sull’importanza della gestione dei rifiuti, Starčić ha sottolineato la necessità di migliorare la consapevolezza civica nel quartiere. Tra i problemi più evidenti, ci sono la presenza di deiezioni canine per strada e il cattivo smaltimento di rifiuti ingombranti come elettrodomestici e materassi abbandonati. Sebbene il quartiere disponga di sufficienti contenitori per la raccolta differenziata, c’è, come ci ha detto, la mancanza di impegno da parte dei residenti nell’attenersi alle regole. Nonostante le iniziative di sensibilizzazione, come le azioni ecologiche mirate o la collocazione di insegne dal messaggio ironico, i risultati sono stati contrastanti, con alcuni cittadini che si sono sentiti offesi e hanno rimosso i messaggi.

Una delle tabelle ironiche

Ripercorrendo la storia
Non è mancato un accenno alla storia di Cosala, che Starčić ha voluto condividere con ciò che conosce: “Le prime menzioni di Cosala risalgono al XV secolo e appare nella mappa di Fiume realizzata da Ivan Klobučarić nel 1528 come un’area pastorale e vitivinicola situata al di fuori delle mura cittadine. Successivamente, qui si sviluppò il grande cimitero urbano. Per molti fiumani, il nome Cosala evoca immediatamente il cimitero, la morte, il declino e la scomparsa… Eppure, il cimitero non parla di morte, ma di vita, perché qui hanno trovato la loro ultima dimora centinaia di persone che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo di Fiume nei suoi anni di massimo splendore. Molti di loro sono ricordati per sempre nella memoria del quartiere, con i loro nomi incisi sulle targhe delle strade locali. In queste targhe troviamo l’intreccio della tradizione letteraria croata del realismo del XIX secolo, il movimento risorgimentale sia istriano che croato in generale, la storia della classe operaia e della Resistenza al fascismo. Dal periodo della Seconda guerra mondiale proviene anche una curiosa storia legata al soprannome della popolazione locale. All’epoca, Fiume era devastata dai bombardamenti e l’area di Belvedere e Cosala rappresentava una lontana periferia. Con poche abitazioni sparse, il territorio era coperto principalmente da orti, dove gli abitanti, in tempi così difficili, coltivavano soprattutto le verze. Si tratta di un ortaggio considerato cibo ideale per i poveri: è una pianta resistente che cresceva su terreni aridi, senza bisogno di cure particolari, insensibile al freddo e alla siccità. Era abbondante, ricca di fibre e capace di sfamare facilmente. Per questo, negli anni difficili del dopoguerra, gli abitanti di questa zona furono soprannominati Broskvari, dal croato broskva. Con il passare del tempo, i campi di verze sono scomparsi, portandosi via, ma non del tutto, anche questo soprannome”.

Il Cimitero monumentale di Cosala

Piazza Volčić: il sogno realizzato
Concludendo la nostra piacevole chiacchierata, siamo arrivati nei pressi della sede del Comitato di quartiere (un tempo sede della radioemittente fiumana), che s’affaccia su piazza Volčić, da poco rinnovata. La notizia che ha recentemente suscitato maggiore interesse a Cosala è la realizzazione di questo progetto, a lungo sognato, e finalmente, dopo 90 anni, trasformatosi in realtà. Seppure di dimensioni contenute, questa nuova area è diventata il vero e proprio punto di riferimento e di ritrovo per l’intera comunità. Situata tra il supermercato Brodokomerc e via Baštijan da un lato, e delimitata ai suoi due lati da via Petar Kobek e Božo Milanović, a due passi dal cimitero, questa piazza è in realtà un mini-parco con al suo interno alcune panchine, una pavimentazione realizzata con piccoli e raffinati sassolini bianchi e un abete, vestito in questo periodo a festa (va rilevato che l’intervista con Kristian Starčić è stata da noi realizzata prima del periodo dell’Avvento, motivo per cui le foto propongono uno scenario precedente agli addobbi natalizi).
La figura storica a cui questo parco rende omaggio è quella di Jakov Volčić, sacerdote e figura di spicco del periodo illirico e uno dei primi raccoglitori di materiale folcloristico, studioso dei manoscritti glagolitici e promotore delle idee risorgimentali croate. Starčić ha ricordato: “Quando ero piccolo, nel 1986, qui c’era solo una superficie cementata e parcheggi di automobili. Con il tempo, però, siamo riusciti a immaginare qualcosa di diverso e accogliente per la comunità. Questa piazza è stata sempre considerata il centro della vita del quartiere”, ha spiegato, sottolineando come anche prima della sua creazione, pensionati e giovani si ritrovavano proprio qui per trascorrere momenti di socializzazione.
L’idea di creare una nuova piazza è partita da Filip Jakovac, che nel 2018 presentò una prima bozza della piazza realizzata con un semplice programma grafico, il Paint. “Non è stato facile realizzarla: ci hanno pensato prima la pandemia e poi la burocrazia a rallentare il progetto. Ma abbiamo perseverato, con grande impegno e passione”, ha affermato il nostro interlocutore. Ci sarebbe da fare un ringraziamento speciale alla signora Dragica Fadljević, responsabile dell’Ufficio per l’amministrazione locale, la quale ha dimostrato grande sensibilità verso le esigenze dei residenti e alla signora Turk. Ma anche la gentile collaborazione di persone quali il signor Željko Vitas, del Dipartimento per i servizi comunali, l’ex presidente del Consiglio del Comitato di quartiere, Sanjin Matijević e il sindaco Marko Filipović, ognuno dei quali ha dato il proprio contributo al rinnovamento di questa piazza. Dopo lo shooting fotografico nel parco, siamo entrati negli spazi del Comitato di quartiere, che dispone di una particolare biblioteca. Starčić ci ha spiegato che la stessa funziona con un principio molto semplice: “Vieni e portaci ciò che hai già letto e che non ti interessa più, e prendi un’altra opera letteraria che ti incuriosisce”. In questo modo, la biblioteca è sempre in fase di rotazione, con libri sempre in movimento, il che crea un ciclo continuo di letture e scoperte.

Il parco per gli esercizi adiacente al giardino ornamentale

Il nome Cosala
“Ci sono due versioni su come sia nato il nome Cosala”, ha spiegato il responsabile tornando nuovamente sulla parte storica del rione. “La prima, piuttosto informale, racconta di alcuni allevatori che conducevano liberamente le loro capre a pascolare sulle colline di questa zona. Da qui, secondo alcuni, deriverebbe il nome Koza (capra), che avrebbe poi generato il nome Cosala. Anche se questa teoria è poco credibile, esiste un’altra spiegazione, più fondata. La seconda versione sostiene che il nome Cosala abbia origine storica, derivando da un’antica area di insediamenti romani. I membri del Comitato hanno infatti scoperto, attraverso ricerche, che la zona era vicina a un antico castro romano (accampamento per la difesa militare lungo il limes liburnico) chiamato così in latino. Con l’arrivo degli italiani, il successivo nome di Casale è stato modificato fino a trasformarsi in Cosala”, ha concluso Kristian Starčić.

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