Concerto di Capodanno: «Mille e una notte», un tema meraviglioso

Anche quest’anno l’appuntamento fiumano verrà diretto dal Maestro Valentin Egel, il quale anticipa i contenuti della serata tanto attesa, spiegando che cosa significhi il periodo natalizio per un musicista

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Concerto di Capodanno: «Mille e una notte», un tema meraviglioso

Nel 2020, il concerto di Capodanno è stato diretto per la prima volta dal Maestro Valentin Egel, al quale è stata affidata anche la direzione del concerto di quest’anno, in programma il 27, 28, 29 e 30 dicembre, mentre il 31 dicembre è in programma il concerto destinato ai bambini. Lo stesso concerto si terrà al Teatro popolare istriano di Pola. Infatti, l’Orchestra sinfonica fiumana, diretta dal Maestro Egel, si presenterà nella Città dell’Arena il 23 dicembre, alle ore 20. In poco meno di due anni di collaborazione con il Teatro fiumano, il Maestro Egel ha diretto con grande successo una serie di concerti e opere, un lavoro al quale si dedica con grande passione.

Valentin Egel

Quest’anno il tema del Concerto di Capodanno è «Mille e una notte». Perché proprio questo tema e per quale motivo la scelta è caduta proprio sui brani di Rimskij-Korsakov, Nielsen, Borodin e Sibelius, se non prendiamo in considerazione quelli di Strauss, che sono imprescindibili in questo contesto?

“Pianificando un grande evento come il Concerto di Capodanno, era nostra ambizione, da una parte, proporre i brani più celebri di musica classica, che incanteranno il nostro pubblico, e dall’altra, creare una serata completa, che racconti una storia e che rimanga impressa nella memoria delle persone anche dopo aver lasciato il Teatro. Le ‘Mille e una notte’ sono un tema meraviglioso che ha ispirato generazioni di persone e numerosi compositori a creare alcuni dei loro lavori migliori. Questo tema apre un mondo di colori orientali e atmosfere, ma anche un mondo di fiabe, leggende e miracoli. Potrebbe sorprendervi che anche Strauss figlio, il compositore ‘obbligatorio’ del Concerto di Capodanno, scrisse diverse operette basate su temi orientaleggianti. Durante il nostro concerto il pubblico potrà sentire, infatti, il suo valzer intitolato, appunto, ‘Mille e una notte’”.

Dal momento che si tratta di concerti popolarissimi in seno al Teatro fiumano, ritenete che dirigerli sia una particolare responsabilità, oppure è questa soltanto un’altra occasione per godere sul palcoscenico in un’atmosfera piacevole?

“Si tratta senza dubbio di un periodo speciale dell’anno sia per il Teatro che per i musicisti e non vedo l’ora di prendervi parte. Detto questo, vorrei ribadire che finora non c’è stata mai una serata sul palcoscenico oppure nella fossa dell’orchestra che non sia stata un’esperienza particolare per me. Questa è la bellezza della musica e di tutte le arti performative. Vive soltanto nel momento in cui la esegui e per questo motivo, ogni volta che la esegui è un evento irripetibile e speciale”.

La Radiotelevisione croata (HRT) trasmette ogni anno il Concerto di Capodanno di Vienna ed è una tradizione svegliarsi il primo giorno dell’Anno nuovo alle note della musica della famiglia Strauss. Questo celebre evento è seguito anche in Germania, oppure nel Suo Paese viene curata un’altra tradizione?

“Anche in Germania il Concerto di Capodanno ha una lunga tradizione. Intorno a Natale è obbligatorio andare a sentire l’Oratorio di Natale di Bach, o il Messia di Händel nell’esecuzione di un coro locale, al quale fa seguito il Concerto di Capodanno di Vienna, che è pure d’obbligo”.

Le piacciono le feste di fine anno, o è questo un periodo particolarmente stressante per Lei? È più difficile fare le prove e concentrarsi, oppure no?

“Per un musicista, il periodo festivo è particolarmente denso di appuntamenti. Ciò che lo rende meraviglioso è il fatto che noi musicisti possiamo amare tanto ciò che facciamo. Abbiamo la fortuna di disporre di un immenso tesoro di lavori di compositori di tutte le epoche ed è un privilegio poterlo suonare per il nostro pubblico in ogni momento”.

C’è un brano musicale che le piacerebbe dirigere a un futuro Concerto di Capodanno e se sì, di quale si tratta?

“Mi piacerebbe portare al Teatro fiumano, forse l’anno prossimo, il bellissimo ciclo breve di brani orchestrali ‘Z mojih bregov’ di Krešimir Baranović, che è uno dei miei brani preferiti della musica classica croata”.

C’è un compositore o un’epoca musicale che preferisce, opere che più le piace dirigere?

“Mi piace la sensazione di esaltazione quando lavoro a un nuovo repertorio e cerco di comprendere lo stile e l’epoca relativi a compositori che non ho avuto modo di dirigere in precedenza. Facendo questo ho capito che praticamente non esiste musica o compositore del quale non mi sia innamorato mentre vi lavoravo. Non appena una partitura inizia a ‘parlarmi’, mi racconta una storia o mi trasmette un’atmosfera o semplicemente un’emozione, sono capace di trovare un legame con essa, il che è la base per tutto ciò che segue in questo processo. Quindi, è indifferente a quale epoca appartenga tale partitura: al barocco, all’epoca contemporanea o al XIX secolo”.

Qual è l’augurio che esprimerebbe per sé stesso e in generale per l’anno a venire? Oltre a un ritorno alla ‘vecchia normalità’, c’è qualcosa che desidera realizzare nel 2022?

“Il mio augurio per tutti noi è di costruire ponti invece di barriere, di rimanere aperti come società a diversi punti di vista; di ascoltarci reciprocamente e di ricordare che tutti noi abbiamo bisogno gli uni degli altri per poter affrontare e lottare contro le grandi sfide”.

 

Concerti di Capodanno: una lieta e frizzante tradizione

Il Concerto di Capodanno di Vienna fa ormai da decenni da colonna sonora al primo giorno dell’anno nuovo con i celebri valzer e le polke della famiglia Strauss. Trasmessi dalle emittenti di mezzo mondo dall’elegante Sala dorata del Musikverein di Vienna, contribuiscono con la loro eleganza a rendere speciali le prime ore dell’anno appena iniziato.

Istituito nel 1939

Il Concerto di Capodanno di Vienna (in tedesco: Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker) venne istituito il 31 dicembre 1939. Protagonista del tradizionale appuntamento fin dall’inizio è la Filarmonica di Vienna che propone prevalentemente musiche di Johann padre, Johann figlio, Josef ed Eduard Strauss e di regola viene concluso con l’esecuzione di tre brani fuori programma, due dei quali fissi: il primo è una polka veloce, o galopp, il secondo è il valzer “Sul bel Danubio blu” di Strauss figlio, mentre il terzo è l’immancabile Marcia di Radetzky di Strauss padre. È ormai una “tradizione nella tradizione”, per così dire, che durante l’ultimo brano il pubblico in sala batta le mani seguendo il tempo scandito dal direttore assieme all’Orchestra. Inoltre, alle prime note di “Sul bel Danubio blu” è ormai prassi consolidata che il pubblico inizi ad applaudire, al che seguono gli auguri degli orchestrali e del direttore d’orchestra in coro (“I Filarmonici di Vienna e io auguriamo a voi Buon Anno!”).

Le logge del TNC “Ivan de Zajc” di Fiume

Musica e danza

Il Concerto di Capodanno è uno degli eventi musicali più popolari e seguiti in tutto il mondo e viene diffuso dalle emittenti di una novantina di Paesi raggiungendo almeno un miliardo di spettatori a livello globale. Oltre alla musica, propone anche la danza eseguita dai ballerini dell’Opera di Stato negli splendidi ambienti esterni e interni dei palazzi storici di Vienna. I balletti, che vengono proposti nella seconda parte del Concerto, sono destinati soltanto al pubblico televisivo in quanto il pubblico in sala per ovvie ragioni non può vederli.

Per chi volesse, però, assistere al concerto dal vivo, nel mese di febbraio dell’anno che precede il Concerto deve partecipare a una lotteria online, previa registrazione al sito del Wiener Philharmoniker, e attendere il mese di marzo quando vengono estratti a sorte i fortunati partecipanti alla lotteria che, soltanto allora, possono acquistare il biglietto per il Concerto. Pertanto, l’organizzazione della vendita dei biglietti dura dai dieci fino ai nove mesi prima del gettonatissimo evento.

Straordinario successo

Il primo Concerto di Capodanno venne istituito nel 1939, più di un anno dopo l’annessione dell’Austria (Anschluss) al Terzo Reich, e fu diretto da Clemens Krauss, dal quale partì l’iniziativa di dedicare interamente il concerto alla figura di Johann Strauss figlio. Nel 1940 il Concerto non si tenne, ma riprese il 1.mo gennaio 1941, sempre diretto da Krauss.

Il primo Concerto di Capodanno ebbe uno straordinario successo e da quell’anno in poi divenne un appuntamento tradizionale. Krauss rimase alla guida dei concerti fino al 1945, incentrando il programma quasi esclusivamente su composizioni di Johann Strauss figlio, ma proponendo occasionalmente anche brani di Josef Strauss. Al termine della guerra, per due anni la direzione del Concerto passò a Joseph Krips, il quale dimostrò maggiore interesse per la produzione musicale di Josef Strauss, mentre nel 1946 venne eseguita per la prima volta, come bis, la celebre Marcia di Radetzky. Clemens Krauss tornò alla guida del Concerto nel 1948 e lo diresse fino al 1954, anno in cui morì.

Una scena del “Pipistrello” nell’edizione del 2016 allo “Zajc “ di Fiume

Un quarto di secolo di Boskovsky

Non fu facile trovare un direttore che lo potesse sostituire, ma alla fine venne scelto Willi Boskovsky, che diresse il Concerto per 25 anni introducendo alcune novità che divennero di per sé delle tradizioni. Grazie alla sua personalità estroversa e la sua simpatia, Boskovsky seppe instaurare sin dall’inizio un bellissimo rapporto con l’orchestra e con il pubblico al quale a volte si rivolgeva, e molto spesso dirigeva con violino e archetto, un’usanza che risaliva ai tempi degli Strauss. Boskovsky arricchì notevolmente il programma del Concerto, inserendovi anche compositori non appartenenti alla famiglia Strauss. Nel 1959, invece, iniziarono le riprese televisive dell’evento, in seguito alle quali il Concerto divenne un fenomeno mondiale. Con il passare degli anni, nel programma vennero inserite musiche di altri compositori, tra cui anche Schubert e Suppé, Offenbach, Nicolai e pure Berlioz.

Un direttore non austriaco

Boskovsky diresse il suo ultimo concerto nel 1979. Nel 1980, per la prima volta, il Concerto venne diretto da un direttore non austriaco: il celebre Lorin Maazel, che rimase “in carica” fino al 1986. A partire dal 1987 iniziò la tradizione, viva anche oggi, dell’avvicendamento di un direttore di fama internazionale diverso per ogni Concerto. Pertanto, il 1.mo gennaio 1987, all’età di 78 anni, sul podio del Musikverein salì Herbert von Karajan. Per tutti gli anni Novanta e i primi anni del Duemila, diressero la Filarmonica illustri maestri d’orchestra come Claudio Abbado, Carlos Kleiber, Zubin Mehta, Riccardo Muti, lo stesso Lorin Maazel, Nikolaus Harnoncourt, Seiji Ozawa, Mariss Jansons, Georges Prêtre e Daniel Barenboim.

Ai Concerti più recenti sono stati celebrati anche degli importanti anniversari: nel 2013, in occasione dei 200 anni dalla nascita di Richard Wagner e Giuseppe Verdi, nel programma è stato eseguito un brano di ciascun compositore, mentre nel 2014, in occasione del 150.esimo anniversario della nascita, nel programma venne inserito per la prima volta un brano di Richard Strauss, che nonostante il cognome non ha alcun legame di parentela con la celebre famiglia viennese.

In seguito alla pandemia da Covid-19, l’edizione 2021 del Concerto si è svolta online, senza pubblico in sala. Gli spettatori hanno potuto inviare un applauso virtuale ai musicisti.

Una tradizione anche a Fiume

Il celebre Concerto di Capodanno di Vienna ha ispirato nel corso dei decenni l’istituzione di concerti tradizionali durante le festività di fine anno anche in altri Paesi. A Fiume, la tradizione del Concerto di Capodanno venne avviata il 30 dicembre 1982 al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” dal Maestro Davorin Hauptfeld. Ben presto, il lieto appuntamento è diventato il più popolare e più seguito programma teatrale, che attira il pubblico non soltanto per l’atmosfera festiva e gioiosa nella quale si svolge, ma anche per la sua dimensione conviviale, in quanto nel suo ambito al pubblico viene offerto un bicchiere di spumante. La grande popolarità dell’evento ha portato alla moltiplicazione delle date in cui viene proposto, che negli ultimi anni possono essere anche quattro nell’ultima settimana di dicembre, alle quali si aggiunge pure un concerto destinato ai bambini.

Al pubblico fumano viene offerto un bicchiere di spumante

Un tema particolare

Se il Concerto di Capodanno di Vienna è incentrato in prevalenza sulle musiche della famiglia Strauss, quello fiumano propone un programma più ampio e spesso incentrato su un determinato tema. Nel 2018, il Concerto di Capodanno era stato intitolato “Viaggiamo in Europa” ed era stato diretto con grande successo dal Maestro Yordan Kamdzhalov. Tradizionalmente, in questo lieto periodo dell’anno in cui è quasi d’obbligo essere allegri, i concerti di Capodanno basano il loro programma su brani noti a un vasto pubblico e di più facile fruizione, tra cui quelli di padre e figlio Strauss sono assolutamente imprescindibili. Tuttavia, può accadere che vi vengano incluse composizioni che possono sembrare ormai scontate, compromettendo la freschezza dell’ispirazione degli esecutori, ma anche quella del pubblico. Questo, però, non è stato il caso con il succitato concerto, in cui è stato creato un ideale equilibrio tra brani popolarissimi e quelli meno noti.

Il Concerto del 2018 al TNC “Ivan de Zajc”, con il Maestro Yordan Kamdzhalov

Nel 2019, invece, tutti gli occhi erano rivolti al 2020, l’anno in cui Fiume sarebbe diventata Capitale europea della Cultura, per cui il concerto “Ouverture per Fiume CEC 2020” è stato concepito come un benvenuto in musica per la grande festa dell’arte e della cultura che si attendeva nell’anno a venire. Con lo scoppio della pandemia il progetto CEC 2020 ha subito un duro colpo, ma è stato comunque portato al termine in versione ridotta.

Il Concerto di Capodanno tenutosi nel 2019 al TNC “Ivan de Zajc” era stato diretto dal Maestro coreano Tae Jung Lee

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