Centro astronomico di Fiume. Un quindicesimo… stellare

A colloquio con la direttrice Andrea Cvitan, in occasione dei primi 15 anni di attività della struttura di Santa Croce. «Siamo i primi al mondo ad avere proposto l’Opera negli spazi di un planetario»

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Centro astronomico di Fiume. Un quindicesimo… stellare
Ad oggi il Centro è stato visitato da oltre mezzo milione di persone

Le stelle sono tante, milioni di milioni. Recita così lo slogan di una famosissima pubblicità degli anni ‘80. Ed è proprio vero che il loro numero è infinito. Per poterle osservare da vicino e ammirare tutta la bellezza dei corpi celesti, si può fare visita al Centro astronomico di Santa Croce a Fiume, che quest’anno celebra il 15º anniversario. Tre lustri nel corso dei quali i progetti e i programmi si sono susseguiti sempre più numerosi. Come nasce l’idea del Centro e quali sono state le attività svolte? A raccontarlo per il nostro quotidiano è stata la direttrice Andrea Cvitan, peraltro nostra ex collega.
“L’idea è partita dalla Società astrofili di Fiume, che quest’anno celebra il 50esimo. Si tratta di un luogo molto interessante in quanto sito in un parco cittadino vicino al centro e collegato con gli autobus delle linee urbane. Motivo per cui l’osservatorio avrebbe potuto lavorare bene ed essere un punto di divulgazione scientifica. Uno dei problemi, però, consisteva nelle tante giornate di pioggia che caratterizzano il clima del capoluogo quarnerino, circostanze in cui l’osservatorio non può essere attivo. Da lì è partita allora l’idea di istituire un planetario, come una sala ideale dove poter insegnare astronomia indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. L’idea è stata accolta dalla Città di Fiume, senza il cui supporto non sarebbe stato possibile realizzarla. Abbiamo stretto sin da subito un’ottima collaborazione volta, appunto, alla divulgazione scientifica. Va detto, inoltre, che il 2009 è stato l’Anno internazionale dell’astronomia e anche l’anno nel quale è stato inaugurato il primo planetario digitale in Croazia e in tutta la regione dei Balcani, ovvero propro quello di Fiume. I più vicini a noi erano quelli di Vienna e Padova. È stata una grande sfida e il compito di promuovere la divulgazione se l’è assunto la municipalizzata Rijeka Sport. Dopo avere ristrutturato lo spazio di Santa Croce, è iniziato un grande lavoro che è stato reso possibile innanzitutto grazie alla stampa, senza la quale tutto ciò non sarebbe stato possibile, in quanto all’epoca i fondi per pubblicizzare il Centro non c’erano. I media hanno saputo riconoscere l’importanza di questa struttura quale centro di divulgazione astronomica a livello nazionale e internazionale. Il nostro compito era anche quello di andare nelle scuole a presentare l’attività, dato che la materia Astronomia non esiste, e a informare ed educare i docenti. Senza un team di collaboratori tutto ciò non sarebbe stato possibile, perché al Centro lavoriamo in tre, ovvero oltre a me, ci sono ancora Elio Janko e Ivica Ćiković. In questi 15 anni abbiamo dovuto affidarci quindi alle collaborazioni con la Società astrofili, con la Rijeka Sport che ci ha sempre dato una mano, con tutte le istituzioni municipali, l’Università di Fiume e le sue Facoltà. Nel planetario non facciamo soltanto divulgazione scientifica, ma anche presentazioni e laboratori, come pure terapie per la terza età, quali ad esempio la musicoterapia, che abbiamo realizzato in collaborazione con la Facoltà di Medicina. Non bisogna dimenticare il Museo di scienze naturali con il quale abbiamo fatto diversi progetti e workshop, quello di Arte moderna e contemporanea, il TNC ‘Ivan de Zajc’, il Teatro dei burattini. Tantissime le collaborazioni che hanno portato alla realizzazione di programmi nell’ambito nei vari eventi quali ad esempio le Notti estive, la Notte dei musei, ecc. Abbiamo organizzato anche l’Opera al planetario, e in questo siamo stati i primi al mondo. Altre collaborazioni sono nate in modo spontaneo, seppure richieste dall’estero”.

Andrea Cvitan

C’è da immaginare che tutto ciò richiedeva anche una strutturazione del lavoro in sé?
“Certo. Abbiamo voluto avere un luogo nel quale per 365 giorni all’anno si parlasse di astronomia, cosa che non è così scontata. A livello nazionale era per noi quindi un privilegio poterlo fare, ma anche una grande responsabilità. Essendo il primo planetario digitale in Croazia, per avere una formazione continua anche per i colleghi, abbiamo dovuto andare all’estero per aggiornarci e stare al passo con i tempi. Molte di queste collaborazioni sono nate anche con l’Italia. Dal 2010 facciamo parte dell’International planetarium society, che è la massima associazione mondiale per i planetari. Abbiamo pertanto voluto attingere dal sapere dei colleghi stranieri e avere scambi di esperienza. Inoltre, il nostro desiderio è stato quello di preparare dei programmi, ossia dei ‘pacchetti di programmi’ per i cittadini, grazie ai quali ogni settimana ci sarebbe stato un dato evento per ogni fascia d’età, e mantenere questo progetto nel tempo. Tra i programmi straordinari, che sono davvero numerosi, possiamo nominare il più noto ovvero il Festival della scienza, la Settimana mondiale dello Spazio, che abbiamo portato in Croazia per la prima volta, la Settimana del cielo buio. La manifestazione che attira maggiormente è la Notte dei musei, a cui aderiscono fino a 1.700 persone. Il nostro intento è presentare al gran pubblico ciò che avviene nel cielo, dallo sciame delle meteore alle eclissi. Siamo inoltre uno dei primi planetari al mondo ad avere introdotto il programma per i prescolari, mentre gli altri organizzano programmi per bambini dai 6 anni d’età i su. Bisogna, però, fare attenzione a come si presenta il tutto dato che il planetario è una struttura ‘full immersion’ e quindi oltre alla collaborazione con gli astronomi dobbiamo avere dei contatti anche con pedagoghi affinché risulti interessante pure ai più piccoli. Lo stesso vale per le persone della terza età, trattando temi interessanti loro. Noi abbiamo il privilegio di avere un contatto diretto con il pubblico, a differenza dei teatri o dei cinema”.

Avete avuto tantissimi ospiti in questi 15 anni. I più significativi?
“Tra gli incontri più belli ci sono sicuramente quelli con gli astronauti quali Franz Viebock (2011), Marsha Ivins (2015), Anatolij Pavlovič Arcebarskij (2020), Sergey Ryazanskiy (2021) e l’italiano Luca Parmitano (online durante la pandemia di Covid), il tutto grazie alla collaborazione con i Consolati italiano, americano e russo. Ci sono stati poi docenti famosi come Korado Korelvić, Ulisse Munari, Sabino Mattaresse e tanti altri, che ci hanno ispirato parlando di vari settori dell’astronomia. È stato trattato anche il tema della produzione dei film per planetari, i ‘fulldome films’ che in Croazia non vengono prodotti e quindi ce ne stiamo occupando. Questa, però, è una sfida perché ogni film deve venire tradotto e sincronizzato in lingua croata, il che ci permette di conoscere tanti personaggi noti che hanno dato la loro voce a quelli del film”.
Nel corso dell’anno ci sono tanti eventi che seguono il susseguirsi delle stagioni, dalla notte di San Valentino a quelle delle stelle cadenti, alla Giornata degli asteroidi, alla Settimana mondiale dello Spazio fino al Natale al planetario. Programmi che vengono organizzati per attirare quante più persone che avranno occasione di imparare qualcosa di nuovo in maniera divertente. Qui bisogna aggiungere anche gli eventi che si svolgono durante le vacanze scolastiche, i campi estivi, gli anniversari come il primo volo dell’uomo nello Spazio ad aprile, il primo atterraggio sulla Luna a luglio, la Giornata dell’astronomia a ottobre e il primo essere umano nello Spazio a dicembre. Per non parlare degli innumerevoli programmi educativi, le mostre, i programmi culturali come le promozioni di album musicali, i concerti, i festival.

È quindi possibile avvicinare la scienza a una generazione «tecnologica»?
“Quando si parla di incontro con il pubblico, noi creiamo una cultura alternativa motivata dalla curiosità. Ad esempio, con i programmi regolari abbiamo stabilito un punto d’incontro con le famiglie. I giovani sanno che durante il giovedì possono partecipare a presentazioni e quiz nonché visitare l’osservatorio, meteo permettendo. I fine settimana sono dedicati, invece, per lo più alle famiglie con biglietti a prezzo ridotto. Da sottolineare che il nostro Centro è uno dei più economici in Europa affinché tutti possano visitarlo. Negli anni abbiamo notato che il planetario viene visitato tantissimo anche dagli abitanti di Zagabria e dell’Istria in quanto lo percepiscono come una struttura da non perdere quando si viene a Fiume. Le visite da parte delle nostre scuole sono numerose, seguite subito da quelle delle altre regioni. Dobbiamo però darci da fare in quanto la scienza non è ancor sempre un tema troppo gettonato. Purtroppo”.

L’osservatorio

Il Centro astronomico è uno spazio polivalente che offre tante possibilità.
“Esatto. Oltre al planetario e all’osservatorio, ci sono delle sale nelle quali possiamo organizzare conferenze, presentazioni, collegamenti online con gli ospiti, corsi di aggiornamento, ma anche feste di compleanno che ultimamente sono molto richieste in quanto oltre al divertimento offrono anche la parte istruttiva. I temi che vanno alla grande sono i buchi neri, gli asteroidi, i cataclismi, le stelle e tant’altro. Quello più interessante è però quello riguardante gli astronauti dove sono proprio i bambini a essere i più curiosi e affascinati. Il planetario ha solo 50 posti a sedere, motivo per cui l’incontro con gli astronauti va fatto in varie sale e in più volte. In media ci sono 8 incontri con ogni astronauta, per un totale di quasi 400 persone presenti. Fino ad oggi il nostro Centro è stato visitato da più di mezzo milione di persone, di cui più della metà ha puntato sul planetario. Una media annuale per i planetari di questa grandezza è di circa 10mila visitatori. Da noi il minimo è di 13mila, ossia dai 15 ai 30mila interessati. Bisogna dire che ci sono state anche delle coppie che hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore proprio nel nostro Centro”.

All’interno dell’osservatorio

Quali sono i progetti futuri?
“Visto che dobbiamo pensare all’ammodernamento del planetario digitale, abbiamo stilato un progetto che riguarda la sua ristrutturazione, l’acquisto di tutto il sistema audio e video di ultima generazione. Vorremmo effettuare anche l’allestimento di qualche oggetto interattivo, in modo da farlo diventare un Centro interpretativo astronomico, con negozio di souvenir per rendere omaggio a tutto quanto è stato fatto finora. Siamo in cerca di fondi. Abbiamo avuto delle proposte di collaboratori italiani e tedeschi, ma ci servirebbero i finanziamenti europei. Questo però deve venire prima riconosciuto dalla Città quale progetto di fondamentale importanza. Per i cittadini abbiamo in programma entro la fine dell’anno due nuovi programmi, ossia un live dedicato agli astronauti speciali che ci hanno fatto visita o che hanno qualche particolarità. Nel mondo ci sono attualmente 600 astronauti e quindi vogliamo dedicarci a coloro che si sono resi protagonisti di imprese particolari. Poi ci sarà un film sullo Spazio, sul sistema solare e un cartone animato per i bambini, sempre avente come tema l’astronauta. Perché puntare tanto sull’astronauta? Perché c’è un piano che prevede di riportare nei prossimi 10 anni nuovamente l’uomo sulla Luna e ‘colonizzare’ attorno al suo polo sud, grazie al programma Artemis. Per i connazionali poi abbiamo sempre in programma le collaborazioni con il Consolato e le scuole della CNI”.

Una foto d’epoca prima della ristrutturazione dell’edificio

Quanto è “cresciuto” il Centro in tre lustri?
“Da un Centro che era l’unico del genere in Croazia, è diventato un punto di riferimento non solo per quanto riguarda la formazione informale di scuole e università, ma anche per professori e docenti, e come punto d’incontro per chi vuole fare dei progetti riguardanti il planetario. Infatti, il Ministero competente sloveno veniva a Fiume per vedere come si lavora. Poi quelli di Spalato e Sarajevo per vedere come funziona un planetario digitale. Il Centro ha ottenuto anche un riconoscimento dall’Associazione internazionale perché grazie a noi sono nati dei simili planetari in questa parte d’Europa. La parte educativa ha giocato un grande ruolo, anche perché cerchiamo di istruire le nuove generazioni ‘tecnologiche’ a usare il cellulare per scopi utili, per ricollegarsi con la natura, a essere attivi a favore della stessa, perché abbiamo notato che c’è una grande differenza, in quanto all’uso delle nuove tecnologie, tra i ragazzi che vivono in città e quelli che vivono nelle zone rurali. Speriamo che in un prossimo futuro l’astronomia diventi più visibile a livello nazionale. Per me è stato un grande onore poter essere parte di questo progetto e voglio ringraziare tutti coloro con cui ho collaborato”, ha concluso Andrea Cvitan.

Il Centro di Santa Croce con il busto di Jurij Gagarin

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