
Tre mesi fa la Biblioteca universitaria di Pola celebrava il 75º anniversario della fondazione, che si ebbe nel dicembre del 1949 quando il nuovo ente bibliotecario spiccava il volo dopo aver raccolto l’eredità materiale della Biblioteca provinciale di Pola. In circostanze celebrative proponiamo al lettore questo reportage realizzato in collaborazione col direttore Ivan Kraljević che ci ha aperto in via straordinaria le porte di due imponenti depositi di libri: quello interno, che raccoglie tutte le edizioni successive al 1949 e quello esterno (sistemato nella vecchia palestra del liceo italiano) che custodisce il lascito della Biblioteca provinciale dell’Istria (fondata nel 1861 a Parenzo e trasferita a Pola nel 1922), della Biblioteca civica di Pola nata nel 1903 e della biblioteca della Società istriana di archeologia e storia patria fondata nel 1884 a Parenzo. Si noti intanto la repentina migrazione della carta stampata da Parenzo a Pola che illustra bene la perdita della preminenza culturale della prima a vantaggio della seconda a cavallo tra Otto e Novecento in seguito alla decisione dell’Impero asburgico di insediare la sua Marina da guerra nel porto di Pola. Ma vediamo ora di riassumere la storia dell’ente bibliotecario con l’aiuto del direttore.

Il tesoro dell’Ateneo
“La Biblioteca universitaria è struttura autonoma dell’Università degli studi Juraj Dobrila di Pola e in quanto tale funge da supporto all’attività di formazione e ricerca dell’ateneo. Si tratta della più antica e della più completa biblioteca pubblica in Istria; è uno dei pilastri della sua cultura, della scienza e dell’istruzione e in quanto tale contribuisce alla definizione dell’identità di Pola dal 1949, quando venne fondata con la denominazione di Biblioteca scientifica. Con le sue sedi dislocate e le collezioni storiche, è nodo nevralgico del mondo accademico in termini di informazione, istruzione, comunicazione e produzione culturale; perno di interazione tra studenti, docenti, collaboratori, ricercatori di professione o autodidatti; luogo di irradiazione culturale e trasmissione del sapere nonché fulcro dell’attività editoriale dell’ateneo. L’ente è anche la sede della Società istriana dei bibliotecari e custode dell’eredità culturale istriana”, ci dice Ivan Kraljević che ricorda la data della fondazione (il 21 dicembre del 1949) su decreto della Repubblica quale struttura organizzativa dell’Università di Fiume a partire dal 1979 e dell’Università degli studi di Pola dal 2026.

Quattrocentomila volumi
La sua collezione è impressionante. La mole dei volumi supera le 402.000 unità, i giornali sono circa 8.000 e il numero cresce di anno in anno per l’obbligo del deposito legale (una copia per titolo con finalità di archiviazione anche se le necessità reali non lo richiederebbero). Sbattuta tra ordinamenti politici, eserciti, Stati, imperi e nazioni belligeranti, Pola ha avuto comunque la fortuna di rilevare dai sovrani di turno un’imponente fondo librario multiculturale di valore incommensurabile, in prevalenza italiano e tedesco, con apporto minore di altre lingue letterarie mondiali: l’intera Imperial-Regia Biblioteca della Marina di Guerra e la completa Biblioteca provinciale dell’Istria, in seguito integrata con tutte le edizioni moderne dal Dopoguerra ai giorni nostri. La collezione Histrica e la Biblioteca della Marina militare sono il fiore all’occhiello dell’odierna Universitaria che con le sue sedi dislocate nelle facoltà di Economia, Lettere, Scienze della formazione e dell’Accademia di musica conta pressappoco 2.600 soci attivi tra studenti, docenti, storici e giornalisti.

Non solo libri
La sua funzione primaria è quella di supporto all’Università ma bisogna sfatare un mito: chiunque può diventarne socio effettivo, dagli studenti del liceo in su con l’età che avanza, a prescindere dalla professione. Anzi, è un vero peccato che la biblioteca si sia giocata quest’opportunità di servire le masse di lettori vista la ricchezza del suo fondo libri. Ultimamente si cerca di demolire anche questo pregiudizio con la promozione di programmi finalizzati ad attirare l’attenzione di un’utenza meno formale o perlomeno non esclusivamente legata al mondo accademico. In collaborazione con gli studenti sono stati organizzati in sede alcuni quiz con grande riscontro di pubblico, innumerevoli conferenze del ciclo “Biblioteca verde”, laboratori di haiku, di lavori a maglia… Presto decolleranno anche le soirées letterarie dedicate esclusivamente alla poesia. Si noti che negli ultimi due anni il numero degli eventi culturali in sede è aumentato del 600 per cento.

L’oro di famiglia
Chiaramente l’oro di famiglia è sotto la supervisione costante di un rilegatore specializzato in restauro di beni librari e non è disponibile per la consultazione se non in casi eccezionali ma Kraljević ci concede anche questo lusso lasciandoci ispezionare il deposito della Provinciale che raccoglie anche manoscritti e carteggio di istriani illustri quali Pietro Kandler e Carlo De Franceschi. Gli incunaboli (i primi libri dalle origini al 1500) ma anche i libri antichi successivi alla rivoluzione di Gutenberg (XVI-XIX) sono custoditi nella collezione dei libri rari nella Biblioteca della Marina che conta la bellezza di 6.757 titoli e 20.371 volumi, di cui 13.000 libri e 7.000 riviste, periodici, annuari o atti in prevalenza attinenti l’oceanografia, pubblicati in Europa ma anche negli Stati Uniti, in Russia, in Giappone e nei Paesi dell’America latina dall’inizio dell’Ottocento al 1918. La Biblioteca della Marina è un bene culturale della Repubblica dal 1992 ed è custodita interamente nella Casa delle Forze Armate, già Circolo degli ufficiali della Marina da Guerra. L’ente è in possesso di quattro incunaboli, 155 volumi del Cinquecento, 49 volumi del Seicento e circa 300 libri del Settecento. L’incunabolo più antico è conservato in sede è una magnifica Bibbia del 1483 edita a Venezia che abbiamo avuto l’occasione di ammirare dal vivo. La biblioteca gestisce inoltre la Sala memoriale di Antonio Smareglia in Vicolo Augusto, casa natale del più celebre tra i compositori istriani. L’anno scorso, in occasione dei 170 anni della nascita del maestro e nel ventennio dell’apertura, è stata rivalorizzata dai curatori Nuša Hauser e Matko Plovanić col contributo della Città di Pola. In custodia dell’ente anche la collezione memoriale di Eduard Čalića e la Sala memoriale di Mijo Mirković Mate Balota.

In attesa di restauro
Sulle possibilità di trasloco della Biblioteca universitaria si è fatto un gran parlare una quindicina di anni fa quando era stata ventilata l’idea del trasferimento in una delle strutture abbandonate del vecchio ospedale in via Santorio. All’epoca non c’erano però le condizioni economiche per realizzare un tale progetto e oggi non se ne parla più. L’universitaria resta dunque sul Colle Castello nella speranza di un restauro capillare della sede storica dopo che sono stati esauriti tutti i provvedimenti di carattere palliativo, per esempio la riparazione del deposito centrale contro l’umidità che non è ancora terminata e non terminerà fino alla fine della costruzione del raccordo tra clivo e teatro romano. Il progetto di riqualificazione prevede la sostituzione della caldaia alimentata a gasolio con pompe di calore, il restauro delle facciate e del tetto e l’aggiunta di un ascensore. Oltre a ciò si propone di riqualificare la vecchia palestra scolastica che oggi funge da deposito esterno in una struttura da condividere col Museo archeologico.
Il futuro è digitale (e verde)
Una curiosità della storia recente. Il primo messaggio elettronico trasmesso dalla Croazia al mondo (California) è partito proprio dalla Biblioteca scientifica; idem per la prima e-mail (Pola-Maribor). Così dicono gli archivi dell’ente bibliotecario e così riporta la stampa dell’epoca. Ad ogni modo, è dal 2006 che la Biblioteca investe ingenti risorse umane nella digitalizzazione del proprio fondo riviste. Il progetto “Istrian Newspapers Online” (INO) ha prodotto una sala di lettura virtuale con tutte le testate istriane della seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo, in prevalenza quotidiani e periodici in italiano, tedesco e croato. Grazie ai contributi del ministero della Cultura sono stati digitalizzati il quotidiano Glas Istre e il manoscritto medievale Translatio corporis beate Eufemie, mentre nel 2022 è iniziata l’opera di aggiornamento e digitalizzazione dei manoscritti e del carteggio degli istriani illustri: Pietro Kandler, Carlo De Franceschi, Tommaso Luciani, Pietro Stancovich, Giovanni Andrea Dalla Zonca. Su iniziativa della Società istriana dei bibliotecari, l’ente promuove gli eventi del progetto “Biblioteca verde” dal 2011 che da allora a oggi ha prodotto più di 200 attività seguite da un pubblico in prevalenza colto di oltre 8.500 spettatori. La strada spianata da Pola è servita da modello per gli altri enti bibliotecari che ne hanno seguito l’esempio creando una sorta di movimento bibliotecario nazionale che diffonde la consapevolezza sui cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la drammatica riduzione della biodiversità e altri argomenti di scottante attualità in collaborazione con le scuole, le università, le istituzioni, i cinema, le associazioni e le iniziative civiche.




Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.