Anche i volatili soffrono la siccità

Nel cuore del Monte Maggiore, vicino alla pozza Rovozna, si svolge la 17.esima edizione del campo ornitologico organizzato nell’ambito del progetto «Volontari per la natura». Un’iniziativa aperta al pubblico

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Anche i volatili soffrono la siccità
L’inanellatore mentre preleva l’uccellino dalla rete. Foto: RONI BRMALJ

Si viaggia lungo un itinerario tipicamente montano, in questo periodo verdissimo e sorprendente, quasi nel cuore del Monte Maggiore, per raggiungere il campo ornitologico organizzato nell’ambito del progetto “Volontari per la natura” (“Volunteer for nature”) e, in questi giorni aperto al pubblico, avente luogo nelle adiacenze della pozza Rovozna, per scoprire come si effettua lo studio delle migrazioni degli uccelli. Ogni anno, infatti, l’area è interessata da questo fenomeno, che merita di essere conosciuto per le sbalorditive capacità dei volatili migratori e, soprattutto, per ciò che rivela degli equilibri naturali. Infatti, l’Associazione Biom, attiva nella protezione dell’ambiente e nella conservazione della natura, in collaborazione con l’ente Parco naturale del Monte Maggiore, per il 17° anno consecutivo ha allestito il singolare osservatorio, che quest’anno ospita studiosi e volontari stranieri e nostrani, come pure un gruppo di giovani apprendisti che imparano la metodologia dell’inanellamento, i quali si alternano per monitorare giorno e notte il passaggio degli uccelli che migrano per svernare nelle miti regioni del Mediterraneo. “Quest’anno, oltre che dalla Croazia, sono arrivati volontari dalla Russia, dall’Argentina, dalla Gran Bretagna e dalla Polonia, che ci affiancheranno per tutto il periodo della durata del campo aperto al pubblico, ovvero fino al 4 settembre. Successivamente, la settimana dopo, la dedicheremo all’educazione degli apprendisti e, in seguito, fino alla fine di ottobre, rimarremo tre o quattro di noi per concludere l’attività di inanellamento dei volatili”, ci spiega la biologa, Marina Grgić, di Nuštar (provincia di Vinkovci) addetta quest’anno, insieme a Louie Thomas Taylor, dell’organizzazione e realizzazione dell’iniziativa. È altresì da rilevare, a sua detta, che questa è una stagione particolare, caratterizzata da forte siccità, per cui non vi sono molti uccelli come negli anni passati. Per fortuna, ha aggiunto l’esperta, negli ultimi giorni c’è stata qualche precipitazione, che ha fatto respirare anche la natura e, di conseguenza, anche gli uccelli anche se la pioggia gli ha appesantito il volo.

L’importanza dell’inanellamento
Perché è importante inanellare gli uccelli? “Trattasi di uno strumento importantissimo nella ricerca scientifica, basato sul marcaggio individuale dei volatili, grazie al quale si ha la possibilità di studiare gli aspetti diversi della loro ecologia, con particolare riferimento al fenomeno delle migrazioni”, ci racconta l’ornitologo Louie ThomasTaylor, esperto inanellatore, già da qualche anno attivo nel campo, aggiungendo con rammarico che “Quest’anno, per ciò che concerne la natura in generale, non è dei migliori, a partire dalle forti grandini primaverili fino alla preoccupante siccità. Sia le piante che gli animali ne stanno soffrendo molto, per non parlare dei volatili, le cui rotte migratorie, a causa delle problematiche che incontrano nella ricerca del cibo o dovute alla pioggia, subiscono importanti cambiamenti”. Per ciò che riguarda la tecnica in sè, Taylor e Grgić, affiancati dal gruppo di lavoro, ci hanno accompagnato direttamente sul campo, dove ci hanno fatto vedere la cosiddetta “rete foschia”, sottilissima, morbida e invisibile agli uccelli, lunga 12 metri e alta 3, tesa lungo una radura, appositamente attorno alla pozza Rovozna, utilizzata per la loro cattura. Nella stessa vi era impigliato un solo esemplare, un piccolo cianista blu locale (Cyanistes caeruleus).

La procedura
L’ornitologo si è appostato vicino all’uccellino con estrema delicatezza e lo ha estratto dalla rete, immettendolo in uno dei sacchettini di sofficissimo cotone traspirante che aveva in tasca. “Nel momento della cattura gli animali vivono uno stress, per cui vengono collocati nelle apposite borsette di cotone, dove il buio li tranquillizza. Dopodiché, il più velocemente possibile, li portiamo al campo per esaminarli e per ricavare informazioni precise su ciascuno di loro, quali l’età, il sesso, la morfologia del piumaggio, il peso, la razza, e così via. Ogni esemplare catturato viene dotato di un leggero anello metallico di tracciamento sul quale vengono stampigliate la località e la data dell’inanellamento”, ci spiega ancora, accompagnandoci nuovamente all’osservatorio per mostrarci il tutto in loco. Rientrati, grazie al preparatissimo Louie e all’aiuto delle due volontarie del Corpo europeo di solidarietà (CES/European Solidarity Corps), che collabora con la Biom, Elena e Aida, veniamo a scoprire che l’uccellino è un maschietto di pochi mesi, le cui intenzioni, dato che non sono state riscontrate scorte di grasso del corpo (per avere l’energia necessaria al lungo volo), non sono di migrare molto lontano. Infine, l’inanellatore, dopo aver specificato che, in base alla tipologia, gli uccelli vengono marcati con anelli di diversi colori, materiali e dimensioni, ha schiuso la mano e il piccolo cianista blu, ancora stordito, è volato via.

Un lavoro di gruppo
Ciò che rende questo lavoro speciale, ci rivela Marina, è la collaborazione, il vivere insieme tutti i momenti della giornata, l’equa condivisione dei compiti, l’immenso amore e il rispetto per la natura. Ce lo hanno confermato anche le due sunnominate volontarie, la russa Elena Morozova e la spagnola Aida Martìnez, entusiaste dell’esperienza che stanno vivendo e della possibilità di imparare tanti nuovi contenuti inerenti alla tecnica in sé, come pure agli uccelli che vengono catturati ed esaminati. Non da meno l’argentino Gerardo Lloret, per la prima volta nel nostro Paese, il quale ci ha detto: “Il mio interesse per questo tipo di attività è nato tre anni fa, quando ho fatto un’esperienza simile in Spagna. In seguito mi sono informato e sono venuto a conoscenza di questo campo. Sono qua da una settimana e mezzo, mi trovo molto bene e sto imparando tanto. Il gruppo è affiatato e il posto meraviglioso. Spero veramente di ritornarci al più presto”.

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