Alla scoperta di Gornja Vežica

A colloquio con Marijan Bačić, presidente del Comitato di quartiere

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Alla scoperta di Gornja Vežica

Distribuito su una superficie di poco più di 90mila metri quadrati, il quartiere di Gornja Vežica conta oggi 5.371 abitanti. Queste caratteristiche lo rendono uno dei più grandi rioni della città di Fiume, nonché uno dei più complessi da gestire. Per capire come funziona esattamente questo territorio, quali sono i problemi che i cittadini devono affrontare quotidianamente, ma anche quelle che sono le caratteristiche più interessanti della zona, siamo andati a parlare con Marijan Bačić (HDZ), presidente del Comitato di quartiere di Gornja Vežica.

Bačić è nato a Fiume nel 1971 e dopo aver vissuto per vari anni in diversi quartieri della città, si è trasferito a Vežica nel 1997. Da allora è sempre attivo nel processo di amministrazione di questi territori, avendo già fatto parte del Comitato di quartiere in varie occasioni. “La decisione di istituire il Comitato di quartiere di Gornja Vežica risale al 2002 e dal 2006 faccio parte ininterrottamente del Comitato. Sono stato prima un semplice membro, poi durante lo scorso mandato ho ricoperto il ruolo di vicepresidente e ora, dalle elezioni del 2023, faccio il presidente”, ci ha raccontato Bačić.
“Insieme a Drenova, Zamet e Srdoči, questa è fra le zone più popolose di Fiume. C’è dunque sempre qualcosa da fare, perché anche se come Comitato non abbiamo grandi poteri, siamo comunque il primo punto d’appoggio per i cittadini che hanno dei problemi. Alcune questioni siamo in grado di affrontarle da soli, per altre ci dobbiamo rivolgere alla Città, con la quale facciamo da tramite per conto dei cittadini”, ha dichiarato Bačić.
Il presidente ci ha raccontato di come in passato a Gornja Vežica ci fossero ancora più persone. Stando alle sue parole l’apice si era raggiunto una ventina d’anni fa, quando la popolazione locale si aggirava attorno ai 7mila abitanti. Nell’ultimo periodo però il calo demografico che ha coinvolto un po’ tutta la Croazia e la città di Fiume in particolare si è fatto sentire anche in questo quartiere, che ha visto uno spopolamento progressivo. Nonostante ciò, per assurdo, uno dei principali problemi degli abitanti di Gornja Vežica riguarda il parcheggio.

Molte automobili, pochi parcheggi
“Anche in questo caso non siamo diversi rispetto a molte altre zone della città. Mancano posti macchina in maniera cronica, anche se siamo in periferia”, ci ha spiegato Bačić. Gornja Vežica è stata progettata e costruita in pieno periodo socialista quando i piani di sviluppo prevedevano di sviluppare le aree urbane mettendo a disposizione dei cittadini mezzo posto macchina per ogni abitazione. Per capire quanto questa valutazione sia fuori scala al giorno d’oggi, basti pensare al fatto che al momento per legge in Croazia non si possa costruire un nuovo edificio se non si è in grado di garantire un minimo di due posti macchina per ogni abitazione al suo interno.
“La zona più problematica è via Ratko Petrović, dove c’è il maggior numero di case multifamiliari. Le automobili sono parcheggiate lungo la strada e nonostante ciò molte persone devono posteggiare altrove. Negli anni abbiamo individuato due località dove sarebbe possibile costruire dei parcheggi. Il primo è proprio in quella via, dove sarebbe possibile fare un parcheggio su due piani, per un’ottantina di posti macchina aggiuntivi. Un altro potrebbe sorgere sotto la concessionaria della Renault, andando ad alleggerire le necessità degli abitanti di quella zona. Purtroppo però la Città non sembra essere intenzionata a procedere in questa direzione”, ha affermato Bačić.
“In base ai criteri della Città, Gornja Vežica risulta essere un Comitato molto sviluppato, questo però significa che le risorse che ci mettono a disposizione sono minori. Quest’anno abbiamo un budget di 91mila euro. Può sembrare una grossa cifra, ma si tratta di mezzi che vengono utilizzati per azioni comunali semplici su tutto il territorio. Ci occupiamo ad esempio di mantenere la sicurezza nei pressi degli attraversamenti pedonali, ridipingendo le strisce o sostituendo i cartelli stradali. È nostro compito anche occuparci dell’illuminazione della zona, controllando se i lampioni funzionano e sostituendo le lampadine che non fanno luce. Spesso però facciamo anche di più. Sette anni fa, ad esempio, ci siamo presi cura del campo della scuola, anche se in teoria questo non era di nostra competenza. Sono però pur sempre i nostri bambini a frequentarla e così abbiamo deciso di investire per rimettere a posto il manto erboso e per installare dei nuovi riflettori, per un costo complessivo di 400mila kune. Su questo progetto di dovrà tornare ad investire a breve, perché dopo tutto quel tempo bisogna nuovamente rinnovare lo stato dell’erba sintetica”, ci ha raccontato il presidente.

La chiesa di Sant’Anna
Il progetto più grande al quale il Comitato di quartiere a lavorato è però senza dubbio la chiesa di Sant’Anna, fortemente voluta dalla popolazione locale. Il progetto originale, proposto dal Comitato di quartiere, era molto articolato e prevedeva oltre alla chiesa una nuova sede per il Comitato stesso, oltre che a una Casa di cultura e degli spazi appositi dedicati ai pensionati, per andare così a formare un’unità urbanistica estremamente particolare, che avrebbe dovuto accogliere anche una succursale della Biblioteca civica di Fiume e spazi commerciali destinati ad attività di vendita e ristorazione. Successivamente però il progetto è stato parzialmente ridimensionato, a causa delle limitate disponibilità economiche della Città.
Come ci racconta Bačić i lavori di costruzione della chiesa sono iniziati nel maggio del 2015, ormai quasi dieci anni fa, per un investimento congiunto della Città e dell’Arcidiocesi di Fiume. Il pianterreno è dotato di spazi per le attività pastorali, mentre al piano superiore c’è la chiesa, che ha una superficie di circa 235 metri quadrati. L’edificio è in grado di accogliere lo stesso numero di persone della sala della Casa croata di cultura, ovvero circa 200 posti a sedere e altrettanti in piedi. Alla parrocchia di Sant’Anna fanno riferimento diverse migliaia di cattolici, che fino all’edificazione della struttura religiosa dovevano riunirsi nella Casa croata.
La parrocchia appartiene al decanato di Tersatto e in essa la domenica si celebrano tre messe, mentre nei giorni feriali una sola. Si tratta di una pastorale ben sviluppata, che accoglie numerose comunità e uno spirito di apertura che contribuisce a creare un’atmosfera spirituale che ha suscitato l’interesse anche dei fedeli più distanti, spingendoli a un maggiore coinvolgimento. La chiesa di Sant’Anna a Gornja Vežica a Fiume è l’ultima chiesa costruita e consacrata nell’arcidiocesi di Fiume ed è unica anche per il fatto che l’ingresso – a cui si accede tramite diverse decine di gradini – è reso accessibile anche agli anziani e alle persone con difficoltà motorie grazie a un ascensore. E nella parrocchia di Gornja Vežica gli anziani sono numerosi: tra gli abitanti vi sono persone che si sono trasferite negli anni Settanta, quando questo quartiere della città portuale ha iniziato a svilupparsi più intensamente, ma anche giovani generazioni, grazie alla vicinanza del campus universitario. Tuttavia, questo divario generazionale non è segno di divisione, anzi, la saggezza degli anziani si integra con l’entusiasmo delle giovani forze, portando a un risveglio spirituale e allo sviluppo della parrocchia in un quartiere densamente popolato che un tempo era una grande tenuta, estesa da Kalina fino alla strada Carolina. Curiosamente, l’accesso alla tenuta avveniva attraverso un grande portale sovrastato da un arco con un’iscrizione in latino: «Lodate il Signore, montagne e colline, lo lodi tutto ciò che cresce sulla terra!»

La forza della fede
Una delle tre più grandi parrocchie cittadine di Fiume è guidata da tre anni da un sacerdote originario del sud Italia, della Calabria, Michele Cittadino, che in precedenza aveva già svolto il suo ministero nelle parrocchie dell’arcidiocesi di Fiume e nella città stessa. “Fiume è una città in cui arrivano persone da tutta la Croazia e dove vivono anche minoranze. È una città multiculturale in cui è presente anche la Chiesa. La parrocchia di Gornja Vežica ha iniziato a vivere nel 2002, ma l’edificio, tanto atteso dai fedeli per le celebrazioni liturgiche e gli incontri, è stato costruito nel 2016 e le celebrazioni sono iniziate nel settembre dello stesso anno, mentre la consacrazione è avvenuta il 17 giugno 2017. La chiesa, come edificio, inizia a suscitare simpatia tra la gente. Abbiamo un bel rapporto con le persone, c’è apertura e si lavora su molte aree della pastorale. Riconosco i frutti del lavoro dei miei predecessori, i parroci Ivan Friščić, Zlatko Ćibarić e soprattutto Ante Zovko, che si è sacrificato in silenzio per molte anime. La gente gli è grata perché è stato un consolatore nella fede, un uomo di cuore”, ha dichiarato il parroco Cittadino.
Il vicario parrocchiale, il novello sacerdote Josip Pende, ha svolto il suo percorso di formazione a Gornja Vežica come seminarista e diacono e ora, per decreto, è presente in parrocchia due giorni alla settimana. Negli altri giorni, in qualità di responsabile per la pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Fiume, lavora nel vicino Centro per i giovani “Beato Miroslav Bulešić” all’interno del campus. “Rispetto al numero degli abitanti, poche persone partecipano alla messa. Tuttavia, il numero sta lentamente crescendo. Ci impegniamo, preghiamo, i giovani e le giovani famiglie hanno iniziato a radunarsi, coinvolgendosi attraverso i figli che frequentano la catechesi per la prima comunione. Dicono che si trovano bene, che amano venire. Speriamo che la fede prenda vita in loro, ma è un processo. Lavoro nella città in cui sono cresciuto, vivo in un ambiente che conosco bene, non mi preoccupo di come sia altrove, il nostro compito è agire e seminare”, ha dichiarato Pende.

Uniti nello sport
Fra fine giugno e inizio luglio, in prossimità dell’onomastico di Sant’Anna, Gornja Vežica diventa un importante centro sportivo. I suoi cambi da calcetto si riempiono di squadre provenienti da ogni dove, pronte a sfidarsi a suon di gol ma anche di familiarizzare gli uni con gli altri, in uno spirito che non ha nulla a che fare con la sfida. “Quest’anno ricorrerà la ventesima edizione del torneo, che è molto sentito sia per la comunità locale che per tante squadre che ormai partecipano sin dall’inizio. Il torneo dura sette giorni, nei quali si gioca più o meno ininterrottamente dalle 18 alla mezzanotte, con la partecipazione di un gran numero di squadre – l’anno scorso erano in trenta – per un numero totale di calciatori che va dai cinquecento ai seicento”, ci ha raccontato Bačić.
Questo evento è un po’ il culmine di tutte le attività che vengono portante avanti dal Comitato di quartiere, che riguardano però anche tanti altri settori. Come ci ha spiegato il presidente non mancano infatti attività più tradizionali, come regolari azioni di pulizia di alcune zone del quartiere, portante avanti da gruppi di cittadini volontari in collaborazione con la Čistoća, con l’obiettivo di rimuovere i rifiuti che deturpano alcune aree. Inoltre ogni anno si organizzano degli spettacoli per i bambini in occasione di San Nicolò, durante i quali c’è anche la tradizionale distribuzione di regali. Un’altra attività classica, comune a vari quartieri è legata alle maschere, che a Gornja Vežica sono una tradizione e vedono una forte partecipazione.
Tirando le somme possiamo dire di aver trovato un Comitato di quartiere molto attivo e attento alle necessità dei cittadini. Bačić, come altri vari presidenti che abbiamo intervistato in questi mesi, vorrebbe una maggior autonomia del Comitato, così come un maggior budget per poter risolvere con tempestività i problemi della gente. “Sarebbe utile una miglior comunicazione con la Città, un maggior impegno da parte loro per le segnalazioni che inoltriamo e soprattutto dei tempi di reazione più rapidi”, ha concluso il presidente.

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