Vogliono colpire i più deboli

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Vogliono colpire i più deboli

ZAGABRIA | Dopo il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, e altri esponenti di primo piano, anche il vertice del Partito socialdemocratico prende posizione con estrema chiarezza sul referendum sulla modifica della Legge elettorale lesivo dei diritti delle minoranze nazionali, invitando i cittadini a non dare il proprio sostegno a una simile consultazione, che assieme a quella sulla Convenzione di istanbul rischia di far fare al Paese grandi passi indietro sulla strada della democrazia.

“Oggi dobbiamo fare i conti con il referendum per l’abolizione della legge di ratifica della Convenzione di Istanbul e con quello teso alla limitazione dei diritti dei deputati delle minoranze al Sabor”, ha rilevato il leader dell’SDP, Davor Bernardić, sottolineando che “sotto il manto di una democrazia fasulla si cerca di discriminare i cittadini e di limitare le libertà garantite dalla Costituzione”.

Forze radicali e retrograde

“Questo scenario, attentamente pianificato, ha il solo scopo di discriminare i gruppi più deboli della società – ha continuato Bernardić, spiegando che, evidentemente, nel caso della Convenzione di Istanbul le forze più radicali e retrograde della destra, tentano di abrogare un documento che intende sradicare la violenza contro le donne. Il loro scopo è di arrivare alla resa dei conti con le comunità LGBT e con tutti coloro che vivono in una comunità diversa rispetto alla concezione conservatrice del matrimonio”.

Limitazione dei diritti costituzionali

Davor Bernardić ha continuato asserendo che “la seconda assurda iniziativa, promossa dallo stesso gruppo di destra e non per caso contemporaneamente alla prima, ha lo scopo di limitare i diritti costituzionali degli appartenenti alle minoranze nazionali, quelli di eleggere ed essere eletti a deputati al Sabor”. In quest’ambito il leader socialdemocratico ha valutato che entrambe le iniziative referendarie, se dovessero andare in porto, farebbero fare alla Croazia significativi passi indietro nel campo delle conquiste civili e delle libertà personali”. Perciò ha invitato i cittadini a non cadere nella trappola tesa dai promotori delle due iniziative, a non credere ai vari slogan, perché servono solamente a celare le vere ragioni di queste consultazioni e, dunque, a non apporre la propria firma su qualcosa che allontanerebbe la Croazia dall’Europa moderna.

Urgononuove regole

Il vicepresidente dell’SDP, il polese Peđa Grbin, ha spiegato che intende proporre il cambiamento delle regole per i referendum, per cui le firme da raccogliere per indire una consultazione referendaria sarebbe pari a 200mila, allo scopo da poter ricorrere più spesso e con più efficacia a questo strumento di democrazia partecipativa diretta. Inoltre, i socialdemocratici propongono di definire con chiarezza che un referendum non possa essere indetto proponendo quesiti tesi a ridurre le libertà fondamentali e i diritti dei cittadini; oppure a incidere su questioni che riguardano il sistema fiscale e il Bilancio o l’attuazione degli obblighi derivanti da Accordi internazionali; o ancora a intervenire su questioni attinenti alla difesa e alla sicurezza nazionale, nonché su questioni inerenti alle elezioni o alle nomine di competenza del Sabor.
Grbin ha aggiunto che a cambiare sarebbe anche la percentuale dei voti necessaria perché un referendum sia valido. “Ci saranno tre gruppi: la maggioranza ordinaria, per la quale servirà l’appoggio di almeno il 25 per cento dell’elettorato; la maggioranza organica, per le decisioni e le leggi che vengono approvate dalla maggioranza dei deputati, per la quale servirà almeno il 40 per cento di approvazione dell’elettorato; infine, le modifiche alla Costituzione, per le quali servirà il 50 per cento più un voto del corpo elettorale”.

Lacune costituzionali

Arsen Bauk, membro della presidenza dell’SDP, è del parere che entrambe le iniziative referendarie per le quali è in corso attualmente la raccolta di firme sfruttino una lacuna nella Costituzione, creatasi con le modifiche del 2010. Ha invitato perciò i deputati al Sabor a sottoscrivere questa settimana l’iniziativa dell’SDP, per poter avviare la procedura al Sabor per procedere con i cambiamenti necessari per regolare a puntino l’uso dello strumento referendario.

Accadizeta possibilista

L’ex ministro Arsen Bauk ha aggiunto infine di aver “tastato il polso” dell’HDZ su questo tema e di non aver incontrato molta opposizione alle proposte socialdemocratiche.

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