Ui, Paolo Demarin: «Accorato appello per Valle»

A colloquio con il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana sulla prossima riunione dell’organo rappresentativo dell’UI e sugli argomenti di scottante attualità della CNI

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Ui, Paolo Demarin: «Accorato appello per Valle»

L’ultima volta l’Assemblea dell’Unione Italiana si è riunita in sessione ordinaria il 6 febbraio scorso con all’ordine del giorno temi importanti quali il Piano finanziario e l’assestamento di Bilancio. Poi all’improvviso l’emergenza sanitaria ha imposto uno stop non soltanto all’attività dell’UI, ma anche a quella delle Comunità degli Italiani. Ora con il rientro graduale delle misure di contenimento della pandemia, anche l’Unione Italiana sta riprendendo rapidamente con l’attività normale. Nulla di strano pertanto che si stia pensando anche a una nuova riunione dell’Assemblea, ovviamente nel rispetto del principio del distanziamento sociale. Abbiamo sentito a questo proposito il presidente del massimo organo rappresentativo dell’UI, Paolo Demarin.
“Già a marzo, anche se non erano previste modalità di convocazione per corrispondenza, ho ritenuto opportuno modificare il Regolamento con una sessione a distanza per poter operare in caso di estrema urgenza con inviti e Assemblee per corrispondenza. Però non abbiamo finora utilizzato questo meccanismo, in quanto non è stato nemmeno necessario ricorrere ad esso. In questo momento esiste la possibilità, nell’ambito della fase di allentamento delle misure anti Covid-19, di pensare alla convocazione di un’Assemblea vera e propria, non virtuale. Pertanto ho ritenuto opportuno avviare i preparativi per invitare i consiglieri a una sessione ordinaria. In questi giorni sto valutando il da farsi con l’aiuto anche della Protezione civile della Regione istriana. Si tratta di vedere quali siano i requisiti indispensabili per poter operare, ovvero riunirsi nella prima metà di giugno, dall’8 in poi. Dobbiamo soprattutto verificare la disponibilità di una sede adeguata, che poi sarà una palestra o una sede di Comunità, in modo tale da poter adempiere a quelli che sono gli obblighi di legge riguardo all’emergenza sanitaria”.
Dove si potrebbe svolgere la prossima Assemblea?
“Le alternative sono la palestra di Valle e la scuola di Buie che dispone pure di una grande palestra. Deve trattarsi di un ambiente che possa essere arieggiato, perché dobbiamo fare dopo due ore di riunione una pausa di mezz’ora, come stabilito dalla Protezione civile istriana. Se tutto andrà bene, la sessione dovrebbe tenersi a Buie. La prima proposta è di tenerla al sabato, alla mattina, però questo potrò confermarlo con certezza appena nei prossimi giorni.
Quali i principali temi in agenda?
“Ovviamente uno dei temi che affronteremo riguarderà l’avvio del dibattito sulla riforma statutaria organica dell’Unione Italiana. Abbiamo finora avuto un dibattito pubblico e ora si procede come da programma con questo punto. I consiglieri – seppure in ritardo perché ciò doveva essere fatto entro la fine del 2019 – avranno modo di esprimersi sulla relazione su quanto pervenuto in merito alla riforma e avviare una prima riflessione di fondo sulla futura struttura organizzativa dell’Unione, sia di quella con sede a Fiume sia di quella con sede a Capodistria, che sono le due nostre associazioni di riferimento. Una volta ascoltati anche i consiglieri dell’Assemblea, il Comitato per lo Statuto e il Regolamento cercherà di redigere una bozza di tutte le proposte e di tutte le alternative. Si tornerà poi in Assemblea con una prima lettura, per avviare in seguito diversi dibattiti. Ovviamente non sarà possibile esaurire il tutto nel corso di una sessione o due dell’Assemblea e arrivare a una completa riforma dell’UI. Stando al ruolino di marcia entro la metà del 2021 dovremmo avere sul tavolo la bozza conclusiva. Se dovesse passare questo termine rinunceremo, perché non me la sento di portare a compimento le modifiche e la riforma completa dell’UI a qualche mese dalle elezioni nell’ambito dell’Unione”.
Ci sarà spazio per il bilinguismo?
“Avvieremo anche una prima riflessione sul bilinguismo. Abbiamo avuto un dibattito acceso già l’anno scorso su questa problematica: è stata formata una Commissione che si è riunita più volte. Adesso quest’organismo presenterà alcuni punti riguardo al bilinguismo che dovrebbero essere affrontati immediatamente”.
In questi giorni tiene banco il tema del Bando UPT…
“Ovviamente questo è un altro tema che va affrontato. Ripresenteremo la conclusione riguardante l’Università Popolare di Trieste, con la nostra richiesta all’Ente morale di avere diritto a un membro del Consiglio d’Amministrazione e al governo italiano per una più stretta collaborazione diretta. Va precisato che la gran parte dei fondi a favore della CNI viene gestita dall’UPT, che ha dimostrato finora di non essere in grado di amministrare a dovere questi mezzi. In questo contesto lanceremo un ulteriore appello per far capire che l’UPT non è in grado di soddisfare quelle che sono le esigenze della CNI. Purtroppo è venuto a mancare un vero spirito di collaborazione nell’attuazione delle programmazioni della CNI, per quanto concerne quei progetti che fanno capo dell’UPT. Questo sarà sicuramente uno dei temi da affrontare alla prossima Assemblea. Ovviamente non sarà possibile esaminare esaurientemente la tematica nel corso di una sessione soltanto. L’Assemblea ha chiesto gentilmente di essere coinvolta nella collaborazione con l’UPT; è chiaro comunque che fino a quando non verrà modificata la legge in questione a Roma, la gran parte dei mezzi a favore della CNI continuerà a essere gestita dall’Ente morale. Noi accettiamo questo fatto: così è e ne prendiamo atto. Ma auspichiamo almeno che i fondi vengano gestiti nel modo giusto, rispondendo tempestivamente alle esigenze della Comunità Nazionale Italiana. Perché è inconcepibile, ad esempio, che un bonifico per arrivare da Trieste fino a Fiume abbia bisogno di un mese di richieste su richieste. Faccio un ulteriore esempio: se a Trieste sui conti sono in giacenza i mezzi approvati da Roma – ad esempio il Piano permanente 2020 – non riesco a capire veramente come mai, dal momento che questi finanziamenti si trovano a Trieste, dopo un mese non sono ancora a Fiume quelli che sono destinati a Fiume. Sulla questione delle scuole, la nota è ancora più dolente nel caso del MOF, ossia dei fondi per il Miglioramento dell’offerta formativa: le forniture di attrezzature e mezzi didattici stentato ad arrivare. All’UPT dispongono di un apparato amministrativo più forte del nostro, guardando dall’ottica dell’organizzazione interna e dei posti di lavoro, ma in realtà non riescono a coprire neanche un terzo di quanto riusciamo a fare a Fiume con un organico molto più ridotto. Con la nuova riscrittura dello Statuto UPT si ritrovano ancora con tutta una serie di uffici. Però i risultati non li vediamo. I connazionali devono sapere che in realtà, anche se dalle nostre programmazioni risulta che gestiamo cinque e sei milioni di euro, l’UI non li gestisce tutti per intero. La gran parte è amministrata dall’UPT. E quei fondi che sono sotto la gestione dell’Ente morale purtroppo non arrivano a destinazione nei tempi dovuti”
Il rapporto con la diaspora è sempre al centro dell’attenzione?
“Alla prossima riunione affronteremo quanto rimasto inevaso all’ultima seduta, in particolare relativamente al rapporto con le associazioni degli esuli. In questo momento più che mai abbiamo bisogno di fare coesione con il mondo della diaspora anche per affrontare insieme la problematica dell’UPT, perché gli esuli stessi sono rimasti di fatto esclusi dalla gestione dell’Ente morale”.
Quali le altre tematiche?
“Ci soffermeremo pure sulla ratifica del contratto a favore della Comunità degli Italiani di Valle. La conclusione è già stata approvata in sede di Giunta e ora dovrebbe essere ratificata in sede di Assemblea quale garanzia per il prestito. In accordo con Valle si vedrà come intraprendere una comune strada per la raccolta dei fondi necessari per aiutare la CI stessa nell’emergenza dovuta alle ben note questioni. Vorrei cogliere l’occasione, in veste di presidente dell’Assemblea UI, per lanciare un appello a tutte le nostre istituzioni: il sodalizio di Valle è una costola di quella che è la CNI e quindi non possiamo permetterci di trascurarla; se una delle nostre Comunità sta male stiamo male tutti noi. In questo momento, al di là delle responsabilità per quanto accaduto dobbiamo aiutarci a vicenda. Quindi il mio appello personale, ma credo di tutta l’Assemblea è di aiutare la Comunità di Valle. Io sono anche presidente della CI di Sissano: il 26 maggio abbiamo approvato una donazione a fondo perduto di 10mila kune a favore del sodalizio vallese. In questo senso tutte le nostre CI, nell’ambito delle proprie disponibilità, sono invitate a dimostrare senso di responsabilità e di appartenenza a un gruppo coeso, compatto, qual è la CNI. Alla prossima riunione dell’Assemblea ci sarà da votare anche un anticipo di aiuto all’UI di Capodistria per il progetto Primis, ben conosciuto; poi i consiglieri saranno chiamati a prendere atto dei Bilanci 2019 dell’Edit e del Crs. In agenda ci sono anche altre delibere e una modifica al Regolamento di procedura e al Regolamento sulle spese di viaggio. Comunque l’importante è che siamo arrivati al punto che i consiglieri possono iniziare a presentare le proprie proposte per la riforma statutaria dell’Unione Italiana. Chiaramente non possiamo scordare la questione dell’UPT che resta aperta, anche se sollevata finora in più sedi e in più riunioni di Assemblea: la riproporremo finché non avremo un responso positivo da chi di dovere, quindi sia dai nuovi organi dirigenziali dell’Ente morale, sia dal MAECI, sia dalla Regione FVG”.

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