Slovenia. In quattro mesi più di 3.000 ingressi illegali

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Slovenia. In quattro mesi più di 3.000 ingressi illegali

LUBIANA | Il numero di immigrati illegali è più che raddoppiato nell’ultimo anno. È questo quando comunicato dalla Polizia slovena, che ha fatto una stima degli attraversamenti illegali del confine di Stato nei primi quattro mesi dell’anno. Nel 2018 si era giunti a 1.305 immigrati in quattro mesi, mentre nel 2019 il numero è salito a 3.043 immigrati, una differenza sostanziale.
Oltre al numero è cambiata anche la composizione, nel senso che non è semplicemente aumentato il numero di migranti provenienti dai soliti Paesi, bensì la crisi si è estesa, andando a interessare in particolar modo l’Algeria, il Marocco e il Pakistan.
Confrontando i dati dell’anno scorso ci si accorge che è aumentato del 25 per cento anche il numero di richiedenti asilo, ma questo in realtà significa che in proporzione i migranti che si vorrebbero fermare in Slovenia sono meno rispetto a prima. Essendo gli immigrati clandestini circa il 233 per cento in più rispetto all’anno scorso, anche l’aumento delle richieste di asilo in teoria avrebbe dovuto rispecchiare questa percentuale.
Nessuna espulsione illegale
Nello stesso periodo la Slovenia ha respinto 1.550 persone, con altri 1.827 che sono stati espulsi in Croazia dopo essere entrati illegalmente in Slovenia e essere stati fermati dalle forze dell’ordine. La maggior parte di questi, però, erano cittadini di Paesi dei Balcani, che volevano entrare nell’area Schengen senza permesso, ma che erano comunque dotati di documenti d’identità.
La Polizia slovena nell’emettere i dati ufficiali per i primi quattro mesi dell’anno ha rilasciato anche un comunicato in cui rigetta tutte le accuse formulate dai rappresentanti di alcune organizzazioni non governative, le quali nell’ultimo periodo avevano accusato la Polizia di aver praticato tutta una serie di espulsioni illegali, in accordo con i colleghi croati. Ebbene nel comunicato c’è scritto chiaramente che tutte le accuse sono campate in aria e che mai e poi mai i garanti dell’ordine pubblico verranno coinvolti in azioni illegali.
Domanda di sicurezza
Sull’argomento è intervenuto anche il premier sloveno, Marjan Šarec, il quale ha risposto alle accuse provenienti dall’estrema destra del Parlamento. “È insensato parlare di confini insicuri e di cittadini che hanno bisogno di più sicurezza. Questa è demagogia. State parlando di migranti soltanto per raccattare qualche voto alle elezioni europee”, ha affermato Šarec, secondo cui la situazione con i migranti non è così drammatica da richiedere misure di sicurezza aggiuntive. “Le manifestazioni che ci sono state nelle settimane scorse lungo il confine sono dovute al coinvolgimento di alcuni attivisti locali che hanno partecipato a incontri organizzati dal Partito democratico sloveno (SDS) dell’ex premier Janez Janša. Nulla di più”, ha concluso Šarec.

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