Si è spento Stelio Spadaro l’uomo del compromesso

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Si è spento Stelio Spadaro l’uomo del compromesso

TRIESTE E poi succede, giunge la notizia della dipartita di Stelio Spadaro, scomparso da tempo dalla vita pubblica dopo essere stato per tanti anni sulla breccia, l’uomo del compromesso vero, della conciliazione a Trieste tra una certa sinistra e il mondo dell’esodo al quale s’era dedicato con impegno negli ultimi anni. Perché? A parte le sue origini isolane, Spadaro intendeva far passare un messaggio forte nella sua collaborazione con i Volontari della Libertà e le associazioni degli Esuli. Il tutto per dare dignità a pagine di storia sottaciuta.

Al nostro giornale aveva dichiarato: “Il punto centrale, da cui partire, è perciò la grande offensiva che nella Zona “B” e in tutta l’Istria si fece contro la Resistenza Patriottica quando da parte jugoslava si affermò che CLN significava nazionalismo e significava fascismo. Così, fin da allora da parte jugoslava e da parte dei comunisti si collocarono dall’altra parte gli uomini della Resistenza Patriottica, considerati nemici dagli “annessionisti” alla Jugoslavia. Come non ricordare Luigi Frausin, o Gabriele Foschiatti, l’uno morto in Risiera, il secondo soppresso a Dachau. Esempi di una tradizione di Resistenza Patriottica a Trieste e nella Venezia Giulia che solo negli ultimi anni è stata recuperata. È un patrimonio civile positivo e utile, anche per capire i problemi e le soluzioni necessarie oggi”.
Del suo grande balzo in avanti rimane lo spirito, all’insegna di una riconciliazione non ancora compiuta completamente ma comunque in atto su percorsi magari diversi dalla sua idea primaria ma che gli rendono merito. Lascia una grande eredità.
Era nato a Isola d’Istria nel 1934, è stato insegnante di storia e filosofia al liceo Galilei.
Protagonista della svolta che portò alla trasformazione del Partito comunista in Partito democratico della sinistra, nel 1991 fu il primo segretario del Pds, incarico che mantenne anche al momento della nascita dei Democratici di sinistra nel 1998. Supportò Illy fino all’elezione di Sindaco di Trieste. Innovatore della cultura politica della sinistra triestina, ebbe un ruolo di primo piano nel percorso di rielaborazione delle controverse memorie delle tragedie avvenute nel Novecento al confine orientale.
Contribuì sul piano locale e nazionale italiano al confronto culturale tra destra e sinistra, cominciato proprio a Trieste ai tempi dell’incontro Fini-Violante nel 1998 e culminato, dopo l’istituzione del Giorno del ricordo nel 2004, nel Concerto dei tre presidenti tenutosi in piazza Unità nel 2010. Fu autore di diversi volumi, fra cui “L’altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955”, “L’europeismo nella cultura giuliana”, “Ultimo colpo di bora. Una sinistra riformista a Trieste”.
Per Spadaro era importante poter recuperare il valore civile della nostra storia. Perché a distanza di tanti anni, “c’è ancora bisogno di chiarezza su un periodo storico fondante della moderna società italiana, ma anche europea. Penso alla Francia, alla Norvegia, e a tutti i paesi impegnati in una resistenza europea, contro il tentativo dei nazisti e dei loro alleati fascisti di imporre un ordine nuovo nel vecchio continente, fondato sul razzismo, sul controllo violento della società, sul totalitarismo”.
La resistenza, quindi, intesa proprio come reazione nel vero senso della parola.
Chiudeva gli occhi per pensare: “professor, la dormi? – Ma che dormi e dormi, ragiono, faremo qualcosa de bel, vedarè…”
E di cose importanti ne ha fatte tante, soprattutto stimolando diverse generazioni a rapportarsi con la realtà attraverso l’analisi della storia, nel giusto modo, libero dalle pastoie di ideologie che pur aveva amato ma a modo suo, da “istriano”, a lui questa definizione sarebbe piaciuta.

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