Oggi l’Assemblea dell’Uljanik

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Oggi l’Assemblea dell’Uljanik

POLA | Era stato esattamente 55 giorni fa che amarezza e ribellione avevano pesato come macigni sul cielo terso di un’estate straordinariamente calda, sopra il cantiere navale Uljanik. Le cui maestranze erano scese in sciopero il 22 agosto per rivendicare il mancato stipendio di luglio e la totale assenza di garanzie per il futuro. Da allora, per il Gruppo Uljanik, nei cantieri di Pola e Fiume, nulla è cambiato sul fronte del lavoro e su quanto (poco) aspettarsi dal domani. I salari di luglio, e poi anche quello di agosto, ci sono stati, e adesso è giunto il momento di rivendicare lo stipendio di settembre. Lo sciopero, vale la pena ricordarlo, era durato fino al 31 agosto e aveva avuto un forte impatto sulla comunità, sulla cittadinanza in primis.

In fondo al tunnel buio pesto

È in una cornice tanto complessa per gli stabilimenti dell’area istro-quarnerina, dove non si può dire semplicemente che tiri aria di crisi, poiché non si sta proprio vedendo nessuna luce alla fine del tunnel, che ieri i Sindacati riuniti di Scoglio Olivi – Metalmeccanici, Sindacato dell’Istria, Quarnero e Dalmazia (SIKD) e Sindacato dell’Adriatico (JS) – hanno avviato le operazioni che precedono quella che potrebbe essere una nuova agitazione.

Verso l’agitazione

I rappresentanti delle tre forze sindacali al cantiere hanno firmato, nel primo pomeriggio di ieri, la carta che ha dato avvio al processo di conciliazione, il periodo (di cinque giorni) in cui forze sindacali e direzione devono riunirsi al tavolo delle trattative. Che cosa ci sia da trattare però, non lo sa nessuno, perché gli amministratori del Gruppo Uljanik e dell’Uljanik Brodogradilište, la loro l’hanno già detta: il denaro per i salari non ce l’hanno, e si continua a brancolare nel buio. Non si sa ancora nulla del piano di ristrutturazione e il salvagente del governo è improbabile che arrivi dopo quanto è trapelato dalle stesse fonti ministeriali.

L’esodo delle maestranze

Ieri, dopo la riunione dei sindacati riuniti, Boris Cerovac, a capo del Sindacato dell’Adriatico di Scoglio Olivi, ha rilasciato una dichiarazione davanti all’entrata principale del cantiere, confermando l’avvio delle operazioni che precedono l’agitazione. “Purtroppo – così Cerovac –, non sappiamo ancora se ci sarà o meno la paga entro l’orario di lavoro (e non è stata corrisposta nda); non sappiamo nemmeno se chi di dovere abbia trovato il modo con cui attingere ai mezzi per i salari di settembre. Sappiamo unicamente che i lavoratori sono oltremodo insoddisfatti e non ce lo nascondono affatto”.
“Stamattina dieci lavoratori, associati al sindacato, sono venuti a dirci che lasciano il lavoro al cantiere per cercare un nuovo impiego o per andarsene all’estero. E altri dieci daranno licenziamento per finire all’Ufficio di collocamento”, ha aggiunto ieri Cerovac.

Una situazione… ridicola

Rispondendo alla domanda su quanto dichiarato dal ministro dell’Economia, Darko Horvat, sul reperimento del denaro per le paghe da parte della direzione del cantiere, Boris Cerovac ha detto che riterrebbe la situazione “ridicola” se non fosse oltremodo tragica. “Noi ci siamo incontrati con i direttori, venerdì scorso, e ci è stato detto che non esiste una fonte da cui attingere il denaro per gli stipendi. Reputo quindi che debba essere il Ministero a trovarla”.

Nulla di decisivo

“Che cosa ci attendiamo noi sindacalisti dalla seduta di domani (oggi per chi legge, nda.) dell’Assemblea societaria? Secondo me non succederà nulla di decisivo. Eventualmente, potrebbe essere nominato il nuovo Consiglio di vigilanza, che a sua volta (successivamente) potrebbe eleggere un nuovo Consiglio d’Amministrazione; esiste però anche la possibilità che, una volta ricostituito, nemmeno lo faccia. Insomma, potrebbe succedere di avere ancora la stessa direzione, il che è per noi una cosa inammissibile. I vertici aziendali infatti devono andarsene, perché si sono macchiati di molte colpe: principalmente è loro la responsabilità della crisi finanziaria al cantiere”.

Insieme azionisti e Stato?

L’Assemblea degli azionisti è in agenda oggi alle ore 11 nella Casa delle Forze Armate di Pola.
Su di uno scenario che vedrebbe insieme gli azionisti che fanno capo al neocostituito Coordinamento del Sindacato dell’Adriatico e del Comando per la difesa dell’Uljanik e lo Stato, il leader sindacale Boris Cerovac ha risposto quanto segue: “Potendo avere dalla nostra lo Stato, – il nostro apporto è del 18 per cento –, ne verrebbe fuori un 50+1: con un possesso di azioni di tale portata, potremmo avere la maggioranza e portare avanti le nostre iniziative, rivolte alla sopravvivenza della cantieristica”.

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