Lipik. Un’italianità peculiare

Avviato il progetto ideato dalla presidente del sodalizio della CNI di Zagabria, Daniela Dapas, teso a far conoscere meglio le Comunità della parte continentale della Croazia. La prima realtà a trovarsi sotto i riflettori è stata quella presieduta da Lionella Brisinello

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Lipik. Un’italianità peculiare

Italianità nella Croazia continentale: è questo il titolo del progetto che si propone di illustrare la realtà delle Comunità degli Italiani dell’entroterra croato, che hanno una storia molto particolare, degna di venir raccontata, condivisa e vissuta.

 

Il progetto è nato da un’idea di Daniela Dapas, presidente della Comunità degli Italiani di Zagabria, che non ne poteva proprio più di questo periodo di inattività dovuto alla pandemia e alle restrizioni e ha deciso di ideare un modo che permetta agli appartenenti di queste Comunità di stare in qualche modo insieme, facendo contemporaneamente conoscere le loro attività gli uni agli altri. La cosa si è poi evoluta con la volontà di non parlare soltanto delle attività, ma pure della nascita delle Comunità stesse e, perché no, di spiegare anche il motivo della presenza italiana in quei luoghi, ben diversa dalla narrazione alla quale siamo abituati per le zone dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Daniela Dapas

Distanza geografica
Come spiegato da Daniela Dapas, queste Comunità si frequentano in modo molto intenso già da un paio d’anni, ma c’è comunque una specie di barriera con tante altre CI, dovute prevalentemente alla distanza geografica che le separa da quelle della costa. È da questa situazione che nasce la volontà e la necessità di far conoscere l’operato delle Comunità degli Italiani continentali, riassunto alla perfezione durante il primo incontro, quello dedicato al sodalizio della CNI di Lipik.

Migrazione. Due fasi distinte
Come spiegato da Lionella Brisinello, presidente della CI di Lipik dal 2015, gli italiani arrivarono in queste zone attorno alle metà dell’Ottocento, durante un periodo di forti migrazioni in tutta Europa, quando un’ampia fetta di queste terre era dominata dall’Impero austro-ungarico.

Lionella Brisinello ha spiegato come la migrazione sia avvenuta in due fasi distinte. In un primo momento, infatti, furono soltanto gli uomini a viaggiare, finché non ebbero raggiunto le destinazioni che cercavano, ovvero principalmente delle zone con terreni fertili, così da poter coltivare la terra. “Quando questi si accertavano della bontà della località di destinazione, trovavano il modo di inviare dei messaggi alle loro famiglie, sempre molto numerose, che si mettevano poi in cammino per raggiungerli”, ha spiegato la presidente della CI.

Di generazione in generazione
Queste migrazioni sono oggi ampiamente documentate, tanto che sono usciti anche un paio di libri che trattano il tema specifico degli Italiani della Slavonia, ma per lunghi anni la presenza italiana nella zona è stata un mistero ai più. “Le storie relative all’origine della nostra presenza venivano raccontate all’interno delle famiglie e tramandate di generazione in generazione, con i bambini che però non ascoltavano mai troppo. I dati certi erano pochi, e così noi per lunghi anni siamo stati molto interessati a questo tema delle origini, facendo molte ricerche in merito”, ha affermato Lionella Brisinello.

CI di Lipik

Lipik fu un’ottima destinazione
Le principali aree di provenienza erano quelle di Belluno, di Udine e di Longarone, con le famiglie che provenivano concretamente da una serie di villaggi del circondario, dove oggigiorno ci sono ancora grossi problemi a coltivare la terra e i collegamenti con il fondovalle sono particolarmente scarsi.
“Lipik e Pakrac furono dunque un’ottima destinazione per i nostri antenati, che per molti anni non uscirono dai villaggi. Avevano tutto quello di cui avevano bisogno, dal cibo ai mattoni che producevano per costruire nuove case. Inoltre non conoscevano la lingua del circondario, così per molti anni i rapporti di vicinato non sono proprio esistiti”, ha ricordato Lionella Brisinello.

Ottimi i rapporti con le altre etnie
Oggi la situazione è completamente diversa, con ottimi rapporti sia con le altre minoranze nazionali che con la maggioranza croata.

“Praticamente non c’è evento organizzato dalla Comunità degli Italiani al quale non partecipi il sindaco o qualche rappresentante del Comune”, ha affermato soddisfatta la presidente del sodalizio della CNI di Lipik, Lionella Brisinello.

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