«Le radici ci tengono ancorati alla realtà»

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«Le radici ci tengono ancorati alla realtà»

ISOLA | La Comunità autogestita della nazionalità italiana di Isola da un decennio a questa parte conferisce il Premio Isola d’Istria alle personalità di spicco che hanno contribuito al mantenimento e alla diffusione della cultura, della lingua e della storia italiana, residenti o non. Il premio “Isola d’Istria 2018” è stato assegnato al pugile Giovanni, detto Nino, Benvenuti. La motivazione, letta dalla presidente della Commissione del premio, Teura Raschini, recita: “Per la sua grande capacità sportiva, per aver sempre promosso il valore dell’italianità con la sua popolarità, ma anche con la sua simpatia e la sua carica umana senza dimenticare le sue origini, rimanendo fedele al suo spirito istriano e isolano, che ha sempre presentato con orgoglio e fierezza e che lo hanno aiutato ad affrontare le sconfitte della vita e del ring, fino ad arrivare al presente, fatto di solidarietà, compassione per il prossimo e sostegno, senza pregiudizi e ambiguità”.

L’identità che unisce

La cerimonia di premiazione si è svolta a Palazzo Manzioli con la conduzione della giornalista di Radio Capodistria, Lara Drčič. Per motivi di salute, purtroppo, Benvenuti, non ha potuto ritirare il premio di persona. A rappresentarlo, però, il fratello Dario e il nipote Fredrik. “Le radici sono importanti e ci tengono ancorati alla realtà”, ha scritto Benvenuti in un messaggio letto dal nipote. Tra i presenti il Console generale d’Italia a Capodistria, Giuseppe D’Agosto il quale, oltre a portare i saluti dell’Ambasciatore d’Italia a Lubiana, Paolo Trichilo, trattenuto altrove per obblighi inderogabili, nonostante tenesse particolarmente a presenziare alla serata, si è detto emozionato per il conferimento del premio a Nino Benvenuti. Il presidente della CAN di Isola, Marko Gregorič, ha colto l’occasione per ricordare che in fondo tutti noi siamo un po’ combattenti, chi è stato costretto a lasciare le proprie terre e lottare per ricostruirsi una vita lontano da casa, e chi è rimasto a lottare per la propria identità. Oltre a un numeroso pubblico, in sala anche il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani, la vicesindaco di Isola, Ambra Šlosar Karbič e i presidenti delle Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” e “Pasquale Besenghi degli Ughi”, Fiorenzo Dassena e Robi Štule.

Gli 80 anni di un campione

Con grande rammarico, per impegni inderogabili al Parlamento sloveno, non ha potuto essere presente il deputato al seggio specifico per la Comunità nazionale italiana, Felice Žiža, che ha fatto pervenire un messaggio di ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione, in particolar modo all’Ambasciatore Trichilo, che ha provveduto a mettere in contatto le due parti. “Abbiamo ritenuto importante promuovere la candidatura di Nino Benvenuti, anche perché quest’anno ha festeggiato 80 anni. Siamo onorati che abbia accettato il premio e nel nostro recente colloquio ha ricordato con commozione la sua casa”, ha aggiunto Žiža.

Gli inizi e i successi

La storia di Nino inizia a Isola d’Istria, dove nasce nell’aprile 1938, nella casa all’angolo di quella che allora si chiamava via Contesini, oggi via Martin Krpan, nella famiglia conosciuta con il soprannome di “Sisoti”, probabilmente affibbiato a un avo particolarmente saccente. La passione per uno degli sport da combattimento più antichi al mondo gli viene trasmessa dal padre, al quale in giovane età venne proibito di praticare la “noble art” da suo padre. È proprio i suoi genitori che Nino non smette mai di ringraziare per l’educazione e il sostegno che gli hanno sempre dato. Trasferitosi a Trieste nel dopoguerra intensifica la sua attività nel pugilato; arriva all’oro olimpico a Roma nel 1960 e al titolo mondiale nel 1967. Il successo con Griffith è stato senz’altro uno dei traguardi più significativi, ma la sua invidiabile carriera conta una scia di titoli nazionali, europei e mondiali, rendendolo vincente in tre categorie: superwelter, welter e pesi medi. Su 90 match disputati ne ha persi soltanto sette, di questi due per KO, per ben 35 volte ha però mandato al tappeto l’avversario di turno. È stato, inoltre, proclamato miglior pugile dell’anno nel 1968, conta addirittura tre Hall of fame e tra il suo ricchissimo palmarès c’è il titolo di ambasciatore italiano della boxe nel mondo nel 2017.

Appuntamento al cinema

Benvenuti vanta anche una carriera cinematografica: debutta nel 1969 in uno spaghetti-western di Duccio Tessari, “Vivi o preferibilmente morti”, nel 1975 recita in un poliziesco di Stelvio Massi, “Mark il poliziotto spara per primo” e torna al cinema nel 2008 con un doppio ruolo di consulente e interprete in “Carnera-The Walking Mountain”, film di Renzo Martinelli sulla vita del pugile Primo Carnera. Nonostante sia arrivato all’età di 80 anni, ricorda che non è mai stato facile essere “Nino Benvenuti”, ha vissuto numerose vite, tutte piene e interessanti. La sua ultima dimora, però, spera siano gli scogli della cittadina che lo ha visto crescere, presso Punta Gallo.

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