«Le iniziative referendarie espressione di sentimenti xenofobi e sciovinisti»

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«Le iniziative referendarie espressione di sentimenti xenofobi e sciovinisti»

FIUME I referendum sull’abrogazione della Legge di ratifica della Convenzione di Istanbul e sulle modifiche alla Legge elettorale hanno suscitato grande attenzione anche nell’ambito della Comunità nazionale italiana. In particolare suscitano apprensione le proposte tese a ridurre il numero dei deputati delle minoranze e a ridimensionare le loro prerogative, impedendo il diritto di voto sulla Finanziaria e sulla fiducia al governo. Sulla questione è intervenuto anche il presidente uscente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul.

Xenofobia e sciovinismo

“La democrazia, la libertà, l’amicizia come l’amore, hanno sempre necessità di essere tutelati e difesi, bisogna averne cura, ogni giorno, con ogni respiro che facciamo. La democrazia la si conquista e la si perde ogni giorno; ogni volta la si deve riconquistare. Le iniziative referendarie attualmente in corso in Croazia, a opera di sedicenti associazioni che vorrebbero esprimere la coscienza della società civile, non sono altro che l’espressione di sentimenti xenofobi e sciovinisti evidentemente purtroppo ancora radicati in determinati frange del Paese. Mi riferisco alla raccolta di firme per indire un referendum per l’abolizione della Legge di ratifica della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne e la violenza domestica.
Mi riferisco a quella che intende ridurre a 6 il numero dei deputati delle Comunità Nazionali e di limitarne le competenze, privandoli del diritto inalienabile di votare la legge finanziaria e la fiducia al Governo, che avrebbe come conseguenza la sostanziale ridefinizione del ruolo dei deputati minoritari, con un vero e proprio inaccettabile declassamento del loro status”, ha sottolineato il presidente uscente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana.

Difendere la democrazia

“La società civile croata, le forze politiche autenticamente democratiche e che hanno a cuore le sorti della Croazia, il governo, il Parlamento, la Presidenza della Repubblica, i Comuni, le Città e le Regioni, i sindacati e tutte le Istituzioni del Paese, dovrebbero far sentire chiara e netta la loro voce in difesa della democrazia, del pluralismo, dei diritti umani e delle Minoranze, tutti valori e principi tutelati dall’ordinamento giuridico-costituzionale dello Stato”, ha rilevato ancora Maurizio Tremul.
Il presidente uscente della Giunta esecutiva dell’UI ha ricordato pure “come la Croazia, prima di ottenere il riconoscimento dell’indipendenza, assunse un solenne impegno nei confronti della Comunità Interazionale e dell’Italia in particolare, con cui si vincolava ad estendere alla nostra Comunità Nazionale in Croazia il livello dei diritti assicurati agli Italiani dalla Slovenia. Tra questi rientra anche la garanzia di un posto assicurato al Sabor per la nostra Comunità, senza limitazioni di mandato o vincoli di alcun genere. Questo solenne e ufficiale impegno venne comunicato dall’allora vicepremier croato, Zlatko Tomac, all’allora ministro degli Affari Esteri italiano, Gianni de Michelis. Un impegno poi riconfermato con il Trattato italo-croato sulle Minoranze del 1996”, ha evidenziato Maurizio Tremul. In quest’ambito il presidente della Giunta ha ribadito con chiarezza che “se a questi impegni internazionali della Croazia aggiungiamo la considerazione che i diritti umani e minoritari non debbono essere oggetto di quesiti referendari, appare alquanto logico attendersi che la Corte costituzionale croata dichiari inammissibili i referendum, sempre qualora raggiungessero il numero di firme necessarie”. Numero, ha sottolineato Tremul, che “spero non raggiungeranno a dimostrazione, quindi, che la cultura democratica del Paese è ben salda”.

Si esprimano pure le CI

A questo proposito il capo dell’Esecutivo UI ha evidenziato “che anche le nostre Comunità e Istituzioni dovrebbero esprimersi all’unisono in difesa del nostro diritto di poter eleggere un rappresentante della nostra Comunità Nazionale al Sabor, che deve continuare a mantenere tutte le prerogative, le competenze, i diritti e i doveri, al pari di tutti gli altri parlamentari”. Infine Maurizio Tremul ha ringraziato infine “tutte le forze politiche, i sindaci e i presidenti delle Regioni e tutti coloro che in questi giorni si sono schierati in difesa dei diritti minoritari e a tutela dei principi democratici della Croazia”.

La lettera di Tomac

Riportiamo in allegato la lettera dell’allora vicepremier croato Zdravko Tomac tesa a rassicurare l’allora titolare della Farnesina, Gianni De Michelis, sulla volontà di Zagabria di rispettare appieno i diritti della Comunità nazionale italiana e di raggiungere altresì un accordo con la Slovenia in questo cotesto. Tomac nella missiva inoltre assicura che nella Legge costituzionale croata sui diritti delle minoranze sono stati presi in considerazione anche gli standard di tutela minoritari europei e cita in particolare quelli dell’Alto Adige “presi ad esempio nella stesura della normativa. Riportiamo pure un comunicato stampa che testimonia la posizione di Roma all’epoca sulle questioni attinenti alla tutela della CNI e la grande attenzione con la quale la Farnesina seguiva l’evolversi del dibattito a Zagabria sulla tutela delle minoranze poi sfociato nella Legge costitizionale. Si tratta di una preziosa documentazione storica, messa a disposizione dal presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana.

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